Borse europee in profondo rosso a causa dei nuovi timori sull’economia cinese, delle nuove stime della World Bank e del netto calo del petrolio.
Le Borse europee registrano forti cali dovuti alle nuove preoccupazioni sullo stato dell’economia cinese e al netto calo dei prezzi del petrolio. Il settore Oil è sotto pressione in tutta europa con le aziende del comparto che registrano ribassi pesanti.
Male anche il settore minerario che sta appesantendo la Borsa di Londra. Tonfo dell’indice norvegese vista l’alta dipendenza dell’economia del Paese da petrolio e materie prime. Aumentano i timori sui prezzi del petrolio con le tensioni tra Arabia Saudita e Iran. La Banca mondiale taglia le stime sulla crescita globale.
Cina, analisti: mercati preoccupati da possibili nuove svalutazioni dello Yuan
Nuovo crollo delle Borse europee in scia di quelle asiatiche. La svalutazione a sorpresa dello Yuan da parte della PBoC ha alimentato nuovi timori sulla crescita dell’economia cinese e di quella globale.
Le Borse cinesi nella seduta odierna hanno chiuso anticipatamente la seduta visto l’innesco dello stop al trading a causa dei pesanti ribassi. La giornata borsistica odierna degli indici cinesi è risultata la più breve della Storia visto che i mercati cinesi sono stati chiusi dopo soli 30 minuti di contrattazioni.
Come spiegano gli analisti di Shenyin Wanguo Securities, il crollo dei listini asiatici è dovuto principalemente all’aspettativa negativa del mercato su possibili futuri nuovi deprezzamenti dello Yuan. Questa aspettativa rischia di peggiorare le preoccupazioni degli investitori sulla tenuta dell’economia cinese.
Mancanza di fiducia che si è vista con il secondo crollo in pochi giorni degli indici cinesi, come sottolineano gli esperti di North Square Blue Oak. Gli analisti della casa d’affari sottolineano la tendenza della Cina a cavarsela grazie a riforme e crescita.
Secondo Societè Generale lo Yuan si deprezzerà ulteriormente in futuro, prevedendo quota 6,8 per il cambio Yuan-Dollaro USA entro la fine del 2016. Secondo la banca, tuttavia, la PBoC difficilmente permetterà un indebolimento senza controllo della moneta visti gli strumenti a disposizione della banca centrale cinese. Secondo gli esperti della banca francese, il regime di cambio dello Yuan sta diventando più flessibile e meno influenzato dalla PBoC.
PBoC che ha incolpato gli speculatori di aver causato il crollo dello Yuan. L’istituto centrale cinese ha voluto precisare che le fluttuazioni anomale della moneta non hanno nulla a che vedere con lo stato dell’economia reale del Paese.
Infine, la PBoC ha precisato di avere la capacità di poter mantenere la moneta nazionale stabile e in equilibrio.
Banca Mondiale: crescita del PIL globale per il 2016 al +2,9%
Oltre alle preoccupazioni sull’economia cinese, a pesare sui listini europei sono stati il netto calo dei prezzi del greggio e il taglio delle stime sulla crescita del PIL globale da parte della Banca Mondiale.
Per l’istituto con sede a Washington il PIL globale crescerà quest’anno del 2,9%, in contrazione rispetto alla precedente stima di Giugno vista al 3,3%.
Questo è il terzo taglio consecutivo sulle stime di crescita mondiale da parte della World Bank, la quale ha precisato che la revisione è stata causata dall’outlook negativo sulle economie emergenti. La Banca ha sottolineato come il 2016 rappresenta il test più importante dai tempi della crisi finanziaria del 2008.
Borse Europa: tonfo dell’indice norvegese, Dax il peggiore dell’Eurozona
Tutto ciò ha causato il nuovo tonfo delle piazze d’affari europee, appesantite dal calo del settore Oil, minerario e finanziario. Il Ftse 100 di Londra perde il 2,62% appesantito dal crollo del gigante delle materie prime Anglo American (-11%) e Bg Group (-4,5%).
Pesante l’andamento del Dax che al momento risulta essere il peggior indice dell’Eurozona con una perdita del 3,46%. Il rallentamento della Cina, uno dei maggiori partner commerciali della Germania, ha scatenato un sell-off da parte degli investitori sul mercato teutonico.
In netto calo anche le altre piazze europee: il Cac 40 perde il 2,73%, l’Aex il 3,4%, l’Ibex il 2,52% ed il Bel 20 il 2,57%. Crollo dell’indice norvegese Oslo All Share che perde il 4% a causa della forte dipendenza della Norvegia dalle esportazioni di greggio.
In negativo anche l’Euro Stoxx 600 che scambia in rosso del 3,3%, penalizzato anch’esso dai ribassi del comparto petrolifero e minerario.
Borsa Italiana: pesano titoli del settore bancario
Pesante anche l’andamento dell’indice italiano Ftse Mib, sul quale pesa principalmente il ribasso del settore bancario. I titoli peggiori della seduta odierna risultano essere quelli di Banca MPS (-5,57%), Buzzi Unicem (-4,85%) e FCA (-4,6%). Seguono a questi titoli quelli di Azimut (-4,12%), Unicredit (-3,95%) e Intesa San Paolo (-3,72%).
Settore Oil sotto pressione: Tenaris perde il 3,12%, Saipem il 2,19% ed Eni il 2,89%.
Il peggior titolo del MTA è quello di Trevi Fin. (titolo petrolifero) che risulta in calo del -8,14%. Il migliore invece è quello di Astaldi che è in rialzo del +3,44%.
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