BTP Italia 2016: quali sono i rischi per chi sottoscrive? Con l’inizio dell’asta oggi e una cedola minima dello 0,4% vediamo se conviene sottoscrivere.
Oggi ha preso il via l’asta per il collocamento del BTP Italia 2016, alla quale avrà seguito una seconda emissione nel corso dell’anno.
Quali sono i rischi per chi sottoscrive il BTP Italia 2016? Quali fattori potrebbero mettere a rischio l’investimento sull’obbligazione di Stato indicizzata all’inflazione?
Per l’emissione di ottobre 2016 leggi: Conviene sottoscrivere il Btp Italia?
Il tasso cedolare minimo garantito per il BTP Italia 2016 è stato fissato allo 0,4%, meno delle precedenti edizioni, mentre per il tasso definitivo bisognerà attendere la fine del collocamento.
Il BTP Italia 2016 è indicizzato sull’inflazione italiana che attualmente è negativa ma, in caso di ripresa, garantirebbe al sottoscrittore una buona cedola o altrimenti si dovrà accontentare del tasso minimo dello 0,4%.
In 8 anni, durata del BTP 2016, tutto può succedere, ecco i 3 rischi per chi sottoscrive.
BTP Italia 2016: i 3 rischi per chi sottoscrive
È partita l’asta per il BTP Italia 2016 e molti investitori e risparmiatori si stanno chiedendo se valga la pena sottoscrivere.
Nonostante la sicurezza del BTP, ecco 3 rischi in cui si incorre nel sottoscrivere:
- rischio di bassa inflazione (che incide sul rendimento);
- rischio default o peggioramento dei conti pubblici dell’Italia;
- rischio connesso a fattori esogeni.
Nel dettaglio, analizziamo punto per punto tutti i rischi connessi al BTP Italia 2016.
BTP Italia 2016: rischio bassa crescita dell’inflazione
Il BTP 2016 ha caratteristiche che invogliano la sottoscrizione soprattutto in ottica del risparmiatore che trova difficoltà a trovare rendimenti in Europa, nei conti deposito o nei buoni fruttiferi. La politica monetaria della BCE sta cercando di spingere l’inflazione europea che però stenta a decollare come quella italiana.
Dalle ultime proiezioni preliminari dell’Istat l’Italia è ancora in deflazione (inflazione negativa) e difficilmente si potrà invertire il trend nel corso dell’anno (cosa già inglobata nelle stime).
Inoltre, le previsioni di FMI, della Banca Centrale Europea e delle agenzie di rating non sono proprio delle più rosee visto che si continuano a tagliare le stime di crescita e inflazione dell’Eurozona e dei Paesi membri.
C’è un lato positivo in tutto questo e cioè che le stime sono talmente basse che potrebbero essere sorprese in futuro, garantendo così un guadagno sul BTP 2016 in caso di sottoscrizione.
Lo stacco della cedola è semestrale ed è indicizzata come detto prima all’inflazione del Bel Paese. Le ultime stime dell’inflazione sull’area Euro di Standard & Poor’s sono state tagliate di parecchio, lasciando così qualche dubbio sulla possibilità di crescita nei prossimi anni. Certo, in 8 anni tutto può succedere ma è vero anche che negli ultimi anni all’inflazione in Italia è successo quanto riportato nel grafico sottostante:
Le manovre della BCE per ora non stanno dando grossi risultati visto che stentano ad essere trasmesse all’economia reale e di conseguenza limitando l’aumento dei consumi. In Italia, l’export sta diminuendo ed il governo si trova così costretto a stimolare la domanda interna.
Domanda interna che difficilmente riuscirà ad alzarsi: il mondo lavorativo non decolla (la disoccupazione è elevata soprattutto tra i giovani quindi al futuro), i salari sono diminuiti di 1100€ pro capite, il 63% delle pensioni è in media sui 750€ e comincia a scricchiolare l’andamento dei contratti a tempo indeterminato.
Quindi, tendenzialmente l’inflazione potrebbe ripartire tra molto tempo in Italia soprattutto se non verranno isolati i rischi di deflazione generati dal crollo delle materie prime e dalle difficoltà dei mercati emergenti.
BTP Italia 2016: problemi se peggiorano le condizioni dei conti pubblici
Altro fattore di rischio, oltre alla mancata crescita dell’inflazione che terrebbe il tasso cedolare fermo al minimo garantito, è quello del rischio emittente. L’Italia ultimamente è stata bersagliata dalle vendite sul mercato azionario generate dai timori sulla tenuta del sistema bancario italiano.
Il sistema in effetti non sembra essere solidissimo a causa dell’enorme quantità di crediti deteriorati posseduta dalle banche italiane e dalla concentrazione di essi in alcuni istituti in particolare.
Se in futuro le incertezze legate al comparto creditizio si dovessero riflettere sulla tenuta dei conti pubblici italiani il rischio è che nel mercato secondario il prezzo del BTP 2016 scenda sotto i 100 cosa che sarebbe inevitabile in un ipotetico rialzo dei tassi della BCE.
BTP Italia: rischi da fattori esogeni
Il default dell’Italia è ovviamente un evento con probabilità ancora minime, seppur crescenti visto l’andamento economico generale, ma cosa può succedere nel caso di uno shock interno all’Eurozona? Il 23 giugno c’è il delicatissimo referendum nel Regno Unito che potrebbe decretare l’uscita di scena del Paese della Regina dall’Unione Europea (Brexit), scatenando possibili effetti domino di uscita in Europa.
Inoltre, il pericolo crisi greca potrebbe presto riaffacciarsi come emerso dalle intercettazioni su funzionari del FMI ma anche guardando semplicemente i dati del Paese ellenico. Tralasciamo la questione migranti che potrebbe rappresentare un rischio di instabilità politica per l’Unione.
In caso di disgregazione dell’Unione, cosa improbabile ma non impossibile, è molto difficile capire gli effetti sui vari Paesi che la compongono lasciando così un alone di dubbio se detenere o meno le obbligazioni sovrane.
BTP Italia 2016: conclusioni
C’è da dire che il BTP 2016 per un risparmiatore può rappresentare l’ideale in alternativa alle obbligazioni bancarie (che con l’entrata in vigore del bail-in sono sicuramente meno attraenti), ai buoni fruttiferi postali e ai conti deposito o ai normali bond visti i tassi negativi.
Nell’ottica di chi vuole investire, il BTP 2016 non è certamente uno strumento appetibile poiché il rendimento offerto è di gran lunga inferiore rispetto ad altri bond in giro per il mondo che offrono rendimenti maggiori seppur con un rischio più elevato (d’altronde la propensione al rischio di un investitore è più elevata di un risparmiatore).
In entrambi i casi comunque il rischio insito nei BTP Italia 2016 seppur non elevato è da tenere in considerazione in un mondo che fatica a trovare un equilibrio di crescita economica reso difficile da continue tensioni politiche ed economiche.
In un contesto economico del genere forse è meglio dirottare i propri risparmi/investimenti su qualcosa con scadenza minore piuttosto che puntare sul lungo periodo poiché in 8 anni tutto può succedere, anche ciò che sembra improbabile o impossibile.
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