La BCE continuerà con il suo spiano celato verso il tapering dello stimolo monetario, nonostante la delusione dall’inflazione di maggio.
Il tapering dello stimolo di politica monetaria della BCE potrebbe arrivare presto, nonostante la delusione dai dati preliminari sull’inflazione nell’Eurozona a maggio.
L’inflazione nell’area euro ha rallentato, ad una settimana dalla riunione della BCE. Mario Draghi, però, potrebbe proseguire per la sua strada grazie ad un maggiore focus sui trend di crescita economica, piuttosto che sulla volatilità dei prezzi al consumo.
Inflazione UE rallenta: le conseguenze sulla BCE
L’inflazione nell’Eurozona ha rallentato più di quanto previsto dagli economisti, dando forza alle opinioni di alcuni membri della Banca Centrale Europea che ritengono sia troppo presto per impegnarsi nell’uscita dallo stimolo monetario.
La crescita dei prezzi al consumo è decelerata al +1,4 per cento a maggio - ai minimi del 2017 - dall’1,9 per cento segnato nel mese precedente, come dichiarato dall’Eurostat sul Calendario Economico di mercoledì. Il dato armonizzato che elimina i prezzi volatili come quelli dell’energia e del cibo è sceso allo 0,9 per cento, ancora sotto le attese. In un report separato, l’ufficio di statistica dell’Unione Europea ha dichiarato che la disoccupazione è scesa al 9,3 per cento, ai minimi di marzo 2009.
Il presidente della BCE Mario Draghi stava già cercando di ridurre le aspettative che il Consiglio direttivo potesse fare molto di più che semplicemente riconoscere gli ultimi progressi economici - ovvero parlare dell’uscita dallo stimolo monetario - in occasione della prossima riunione in programma a Tallinn. La prova effettiva che le tendenze dei prezzi restano deboli dovrebbe aiutare Draghi a far passare il messaggio per cui la banca centrale deve rimanere paziente e mettere in pausa la richiesta di alcuni membri del Consiglio di intraprendere un orientamento più decisivo.
"L’inflazione più moderata aiuterà Draghi a sostenere che l’uscita può essere lenta",
ha dichiarato Nick Kounis, economista presso l’ABN Amro Bank.
"Allo stesso tempo, hanno bisogno di mantenere il momentum in questa discussione senza lasciare che i mercati corrano e li superino, quindi è un atto di equilibrio molto fine".
Nonostante gli indicatori sulla fiducia abbiano segnalato un forte slancio economico, i prezzi al consumo continuano a non segnalare un netto recupero. L’inflazione ha rallentato più di quanto previsto in almeno tre grandi economie dell’area dell’euro.
Lunedì Draghi ha sottolineato a Bruxelles che "i rischi di ribasso per le prospettive di crescita stanno diminuendo ulteriormente", anticipando uno dei segnali chiave che la BCE potrebbe inviare la prossima settimana in occasione della sua riunione. Alcuni responsabili politici hanno affermato di considerare i rischi per la prospettiva dell’economia largamente equilibrati.
BCE: sì al tapering anche con inflazione deludente - ABN AMRO
Il fatto che l’inflazione core sia scesa al di sotto dell’1% causerà probabilmente un ritardo nei piani della BCE, secondo la banca di investimento olandese. Tuttavia, nella sua recente comunicazione la banca centrale aveva già iniziato a dare un peso maggiore alla crescita economica come indicatore principale delle prospettive di inflazione, piuttosto che ai trend dell’inflazione armonizzata.
Per questo motivo, ABN AMRO ritiene che il forte livello di crescita economica e gli elevati livelli degli indici PMI potrebbero spingere la BCE verso una graduale uscita dalle politiche non convenzionali.
La banca si aspetta che la BCE possa iniziare il tapering dall’inizio del prossimo anno e aumentare il suo tasso di deposito nella seconda metà del 2018. Il primo passo nel processo di uscita avverrà con un cambiamento di linguaggio. L’orientamento retorico del Consiglio probabilmente diventerà più neutrale, diminuendo i riferimenti espliciti alla possibilità di tagliare i tassi o rafforzare il QE.
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