BCE e Unione Bancaria: il cammino verso la fine della crisi

Federica Agostini

13 Settembre 2012 - 12:50

BCE e Unione Bancaria: il cammino verso la fine della crisi

Per l’Europa si sta aprendo il cammino verso la maggiore integrazione e l’unione bancaria, in un quadro in cui la BCE emergerà come la nuova autorità fiscale d’Europa, secondo quanto delineato ieri da José Manuel Barroso che ha descritto un futuro comune fatto di "unione bancaria" e "federazione delle nazioni unite" (qui la notizia). Che questo sia il cammino verso la fine della crisi?

BCE protagonista assoluta: il progetto

Secondo il piano embrionale, descritto da Barroso, la Banca Centrale Europea, divenendo il supervisore del settore bancario dell’UE, acquisirebbe nuovi poteri, inclusa l’autorità di forzare la chiusura delle banche, ritirandone la licenza; la BCE diverrebbe l’organo supervisore di massima autorità nei confronti di 6000 istituti di credito d’Europa.

Siamo agli inizi delle proposte e delle discussioni di quello che potrebbe diventare un grande passo in avanti verso una maggiore integrazione del sistema finanziario dell’Unione Europea: un sistema di assicurazione sui depositi e uno schema di risoluzione delle banche, tutto condiviso su scala comunitaria. Come specificato più volte, l’oggetto dell’attenzione primaria della BCE sarebbero le banche più piccole, definite come "non-sistemiche".

Il cammino verso l’unione

La necessità di una maggiore integrazione sul fronte fiscale e bancario nasce come risposta ai problemi ingenti causati dalla crisi del debito e come strumento per il risanamento delle condizioni economiche di tutti i paesi dell’Eurozona. "Abbiamo bisogno, al più presto, di un supervisore unico per l’Eurozona" ha detto Barroso al Parlamento Europeo.

Unione bancaria: può risolvere la crisi?

La commissione è intenzionata a spingere affinché un passo concreto possa essere mosso entro gennaio 2013 -una tabella di marcia piuttosto ambiziosa. Tuttavia, si tratta di una proposta che mirerebbe diritta al cuore degli elementi più preoccupanti della crisi: il trasferimento del debito dalle banche "cattive" direttamente sul conto dei governi. Questo fenomeno è accaduto tanto in Irlanda quanto in Spagna: i governi sono stati messi in ginocchio, nel tentativo di prevenire il collasso del settore bancario.

Banche: dissonanze sulla definizione di "cattivo"

Come già detto, il progetto individua nelle banche più piccole il colpevole dell’innesco di quel circolo vizioso che è il debito sovrano in alcuni paesi, ma il problema sembra essere quello di trovare un accordo sulla definizione di "cattivo". La Germania, infatti, sostiene che le banche da sottoporre al controllo del supervisore unico siano quelle più grandi, nel frattempo il Regno Unito e gli altri stati non membri della moneta unica, temono che il "regime" possa pretendere la loro collaborazione in materia di politica bancaria. Infatti, la commissione parla di salvaguardia dell’Autorità Bancaria Europea, che cerca di armonizzare le regole del settore bancario tra i 27 paesi, membri dell’Unione Europea.

Secondo la proposta, i regolatori delle banche nazionali continueranno a funzionare e portare avanti la supervisione quotidiana, alla BCE spetterà l’ultimo verdetto in merito ad ammortizzatori capitali e a ispezioni sulle istituzioni finanziarie.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it