Il Governo italiano starebbe mettendo a punto un piano relativo ai titoli ABS emessi dalle banche italiane e venduti alla BCE nell’ambito del quantitative easing di imminente avvio.
L’avvio del quantitative easing da parte della BCE sembra ormai solo questione di tempo: se da un lato gli economisti di Francoforte valutano attentamente l’opportunità di mettere in campo questa operazione a ridosso delle elezioni politiche greche, dall’altro cresce il fronte, interno al Consiglio direttivo della BCE, che preme per un imminente avvio dell’operazione, ritenuta l’unico strumento di contrasto alla deflazione serpeggiante nell’Eurozona.
Non stanno a guardare neanche i Governi nazionali che studiano gli strumenti migliori per sfruttare tutte le possibili opportunità dell’operazione di politica economica della banca centrale europea.
Anche se non è stata ancora chiarita l’entità economica del quantitative easing e le tipologie di titoli che questa immissione di liquidità dovrebbe andare a finanziare, dalle precedenti comunicazioni della BCE non sarebbero solo i titoli di Stato a essere interessati da un acquisto su ampia scala ma anche altre tipologie di titoli emessi dalle banche, come gli ABS.
Acronimo di Asset Backed Securities, gli ABS sono titoli obbligazionari liquidi, scambiabili sul mercato secondario ed emessi dalle banche a seguito di un’operazione di cartolarizzazione, ovvero attraverso la cessione di crediti illiquidi (come, ad esempio, quelli derivanti dai mutui) a una società veicolo che li trasforma in titoli obbligazionari maggiormente scambiabili, da vendere per ottenere nuova liquidità.
A tal proposito il Governo Italiano sta studiando un piano di garanzia pubblica sulle emissioni di titoli ABS che le banche italiane cederanno poi alla BCE. In altri termini, secondo fonti governative, il Governo sta studiando un progetto, presentato da Astrid, un’associazione vicina a Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, in base al quale sarà prevista una specifica norma che faciliterà la vendita di cartolarizzazioni alla BCE, al fine di ottenere nuova liquidità che le banche, dovrebbero, almeno in teoria, destinare a famiglie e imprese.
Non a caso la norma dovrebbe essere inserita nell’Investiment Compact, il decreto legge allo studio del Ministero dell’Economia, recentemente annunciato dal ministro Pier Carlo Padoan che dovrebbe contenere misure a sostegno delle imprese.
Da uno studio dell’associazione Astrid, pubblicato nello scorso Novembre, si apprende che
"L’emissione di Abs in Italia potrebbe arrivare fino a 50 miliardi di euro (in cui metà o anche i due terzi di questo importo può essere destinata a nuovi prestiti) nell’ambito di un programma di acquisto di Abs della Bce di 500 miliardi nei prossimi due anni"
Quel che ancora non è chiaro è se il progetto riguarderà solo ABS prodotti attraverso la cartolarizzazione di crediti ’in bonis’ o anche le sofferenze, che a novembre hanno raggiunto la vertiginosa quota di 181 miliardi, con una crescita del 18,4% su base annua. Quel che è certo è che programma della Bce prevede l’acquisto di Abs ma limitatamente alle tranche senior e, se assistite da adeguate garanzie, mezzanine.
Proprio su questo, dovrebbe andare a intervenire il decreto del Governo che intende allargare l’operatività del Fondo centrale di garanzia alle cartolarizzazioni, definendo più nello specifico quali tranche e quali crediti possano beneficiare della garanzia pubblica. Il provvedimento, se l’elezione del nuovo presidente della repubblica non dovesse richiedere tempi eccessivamente lunghi, dovrebbe essere presentata in Consiglio dei Ministri alla fine di questo mese.
Sul fronte internazionale, la proposta di una garanzia pubblica è già stata inviata alla BCE che ha mostrato il suo interesse e potrebbe vedere la partecipazione non solo della BCE ma anche di Cassa Depositi e Prestiti e della Banca Europea degli Investimenti.
Rimane ancora da definire se l’operazione possa essere estesa anche a ABS frutto della cartolarizzazione di crediti deteriorati. Inoltre è opportuno, comunque chiedersi, se quest’ennesima strategia di ossigenazione delle banche non sia l’ennesimo assist ai mercati finanziari piuttosto che uno strumento davvero efficace per allentare la stretta al credito di famiglie e imprese.
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