Come per la disciplina di bilancio, anche per sulle riforme per la crescita è necessaria, secondo il presidente della BCE, una governance europea.
Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi torna a parlare di Fiscal Compat, rispetto delle regole di bilancio e misure straordinarie attuabili dalla BCE, a Londra, in occasione di un evento tenutosi per la commemorazione dell’economista Tommaso Padoa Schioppa, ex consigliere della BCE e ministro dell’Economia nel governo Prodi. In questa occasione Mario Draghi ha però allargato alla sua visione dall’economia alla politica comunitaria, sottolineando che, come già avviene per la disciplina di bilancio, anche nel caso delle riforme per la crescita, sarebbe necessaria una cabina di regia europea che riuscirebbe a facilitare e catalizzare il dibattito nazionale dei singoli Paesi dell’Unione, sul cammino da intraprendere per le riforme.
Rispetto del Fiscal Compact
Nonostante l’importanza che negli ultimi mesi è stata data, in ambito politico al tema delle riforme strutturali dei singoli Paesi Ue e delle azioni per far ripartire la crescita economica, rimane fondamentale, secondo Mario Draghi, il rispetto della disciplina di bilancio europea e l’applicazione delle regole dettate dal Fiscal Compact. Mentre a Bruxelles si è concluso recentemente un difficile negoziato per rendere le regole fiscale comunitarie più flessibili, il presidente della BCE, ribadisce l’importanza di applicare quelle stesse regole, impaurito dalla prospettiva che le misure messe in atto dalla banca centrale per far guadagnare tempo ai governi nazionali, conducano a un rilassamento della disciplina fiscale e frenino, quindi, il risanamento dei debiti nazionali e il consolidamento dei bilanci dei Paesi UE, su cui finora si è tanto lavorato. Questa possibilità farebbe permanere i singoli stati in una condizione di vulnerabilità, foriera di gravi squilibri economici.
Misure straordinarie della BCE
Draghi ha ribadito anche la volontà del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, di mettere in campo, nell’ambito del suo mandato, strumenti non convenzionali, come in parte possono essere considerati i LTRO, recentemente utilizzati, per contrastare gli effetti e i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione.
Governance europea per la crescita
Secondo Draghi il futuro europeo va nella direzione di una maggiore integrazione tra gli stati membri per questo una governance europea per le riforme finalizzate alla crescita dei singoli stati sarebbe opportuna e auspicabile, soprattutto per facilitare il dibattito su di esse a livello nazionale.
Le riforme strutturali ovvero le liberalizzazioni, la riduzione della burocrazia e misure per una maggiore competitività, sono il necessario contraltare della disciplina di bilancio e, come quest’ultima, sono una priorità dei Paesi UE, per questo sarebbe auspicabile equiparare la governance delle riforme, pensate per rilanciare la crescita e rendere più dinamiche le economie dell’Eurozona, alla governance dei bilanci. È la stessa storia europea a fornire argomenti validi alla proposta avanzata da Mario Draghi, che porta l’esempio dell’FMI per mostrare come la disciplina imposta da autorità sovranazionali possa può facilitare il dibattito sulle riforme a livello nazionale.
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