Azioni Poste Italiane: segnati nuovi minimi storici. Bisogna preoccuparsi?

Livio Spadaro

20 Gennaio 2016 - 13:17

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Le azioni di Poste Italiane non hanno retto ai ribassi dell’indice Ftse Mib, segnando i nuovi minimi storici. Perchè il titolo di Poste non è riuscito a contenere le perdite?

Azioni Poste Italiane: segnati nuovi minimi storici. Bisogna preoccuparsi?

La settimana scorsa, l’analisi tecnica sulle azioni di Poste Italiane aveva suggerito uno spunto rialzista a meno di nuove burrasche di mercato. Tempeste che, purtroppo si sono e si stanno verificando e che hanno fatto segnare i nuovi minimi storici al titolo della società postale.

L’accanimento sul settore bancario, la bad bank e le indagini della BCE riguardano di riflesso anche Poste Italiane. Cercheremo nel dettaglio di analizzare il motivo di questa discesa della società postale italiana e se ci sono motivi per cui preoccuparsi o meno.

Azioni Poste Italiane: segnati nuovi minimi assoluti, perché?

In questi giorni si è potuto assistere ad un vero e proprio tiro al bersaglio sul settore bancario italiano, nato dall’uscita della notizia secondo la quale la BCE sta effettuando dei controlli sui crediti deteriorati di 6 banche italiane.

I titoli azionari delle 6 banche coinvolte nell’indagine sono ormai sotto tiro da qualche giorno, con il caso di Montepaschi che sembra essere il più grave. Nonostante Poste Italiane non sia sottoposta a controlli, anche perché non detiene crediti deteriorati, il titolo non è riuscito a contenere le perdite come invece aveva fatto nella settimana passata.

Difatti, nel corso dell’analisi sul titolo di Poste di Venerdì scorso, era emersa una struttura positiva ma, come si era visto, sarebbe potuta essere messa in discussione da nuove turbolenze del mercato.

Le turbolenze del settore bancario italiano sottopongono le azioni di Poste Italiane a pressioni ribassiste. In primo luogo perché, come si era analizzato nell’articolo riguardante l’IPO di Poste, la società postale è molto soggetta all’andamento dell’economia italiana.

Seppur vero che l’economia del Bel Paese non stia in una situazione critica, e che anzi sembra dare segnali di timida ripresa, lo scontro tra il governo nostrano e l’Unione Europea mette a rischio la creazione di una bad bank.

Questo è un motivo di grande preoccupazione, perché se dovesse saltare un accordo sull’attuazione di tale veicolo, il sistema bancario italiano rischia di andare in crisi dato che le istituzione creditizie del Paese non avrebbero modo di alleggerire i crediti in sofferenza detenuti (che, in totale, ammontano a circa il triplo della media europea).

Se ciò avvenisse, la situazione per l’economia italiana diventerebbe molto delicata dato che con la nuova norma del Bail-in i risparmiatori e i correntisti pagano in solido se la banca dovesse fallire. Poste quindi soffrirebbe di riflesso l’appesantirsi della situazione economica italiana anche perché la società postale detiene btp italiani che, in caso di difficoltà, richiederebbero maggiore copertura patrimoniale.

Tuttavia, è bene sottolineare che tale evenienza è al momento lontana dal potersi avverare. Urge però un intervento deciso su questo aspetto della bad bank per dare maggiore credibilità al sistema bancario italiano e per ridare fiducia a risparmiatori e investitori.

Nel caso invece che la bad bank venisse creata, una delle ipotesi sul tavolo del governo è quello di creare questo particolare veicolo e di porre la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a garanzia delle obbligazioni della bad bank emesse per finanziare la vendita dei crediti. Ora, in questo caso il rischio è che se qualcosa dovesse andare storto, la CDP dovrebbe pagare tali garanzie.

Ciò significa che vi è il forte rischio che molti titoli emessi da Poste Italiane, come ad esempio i buoni fruttiferi postali, diventino carta straccia poiché l’emittente di questi strumenti è la CDP.

Quindi, nel complesso, Poste Italiane in un verso o nell’altro subisce effetti negativi ed è per questo che il titolo azionario è stato meno forte nel contenere le perdite di questo inizio settimana difficile.

Azioni Poste Italiane: analisi tecnica di breve periodo

Il quadro tecnico delle azioni di Poste Italiane mostra l’effettiva rottura del quadro rialzista che si era delineato. La rottura del supporto chiave a quota 6,95€ ha fatto precipitare il prezzo del titolo al di sotto del supporto ancor più importante delimitato in colore giallo e corrispondente ai minimi assoluti di prezzo.

Lo spike attualmente in corso, indica che il supporto principale sembra stia funzionando da scudo nonostante la rottura a ribasso. I volumi di discesa sono piuttosto elevati, indicando quindi che il crollo degli ultimi giorni è molto forte. Gli indicatori tecnici segnalano il ribasso in corso ma in maniera differente: il RSI si trova ancora fuori dall’area di ipervenduto mentre il MFI, che altro non è un RSI pesato per i volumi, è ben dentro tale area.

E’ molto importante che la chiusura di oggi avvenga al di sopra del supporto chiave, in modo che dia slancio al rialzo del titolo. Se la chiusura di prezzo si verificasse al di sopra del livello di colore giallo, sommato al MFI in pesante fase di ipervenduto, si potrebbe assistere ad una tregua dei ribassi (il rialzo al momento è escluso finché il comparto bancario verrà bersagliato dai sell-off).

Comunque, la tenuta di tale supporto e un miglioramento delle tensioni Italia-UE potrebbero rispingere il titolo verso la prima area di resistenza individuata in area 6,72€.

Il superamento di questo livello indicherebbe una ripresa nel trend rialzista. Viceversa, se si dovessero accentuare le turbolenze di mercato, dovute soprattutto al comparto bancario, la tenuta del supporto principale sarebbe a rischio ed in tal caso potremmo assistere ad una picchiata a testare i minimi assoluti a quota 6,3€.

In conclusione, al momento non sembra esserci un segnale di eccessiva preoccupazione, bisognerà pazientare per vedere come verranno risolte le questioni tra UE ed Italia. Inoltre, ricordiamo che domani è prevista la consueta riunione BCE dalla quale potrebbero emergere nuove indicazioni sulle intenzioni dell’istituto centrale europeo per arginare i problemi derivanti dal crollo dei prezzi del petrolio e dal rallentamento della Cina.

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