IPO Poste Italiane: la quotazione è adeguata o conviene attendere che il mercato offra prezzi migliori?

Livio Spadaro

19/10/2015

Il 22 Ottobre terminerà l’IPO di Poste Italiane, conviene sottoscrivere oppure conviene aspettare per capire le prospettive future dell’azienda?

IPO Poste Italiane: la quotazione è adeguata o conviene attendere che il mercato offra prezzi migliori?

Giovedì 22 Ottobre si concluderà l’Ipo di Poste Italiane, permettendo lo sbarco del gruppo postale nei mercati finanziari. Chiamare “gruppo postale” Poste Italiane ormai è quasi fuori luogo visto che la maggior parte dei gli introiti del gruppo dipendono ormai da servizi finanziari ed assicurativi, più che dai servizi postali.

L’Ipo ha visto un boom di domande, con una richiesta pari a 2,5 volte l’offerta. La sottoscrizione dell’Ipo verrà effettuata per il 70% da istituzionali e per il 30% dai privati. Il lotto minimo di acquisto è di 500 azioni con una forchetta di prezzo che và da 6 a 7,5 euro. Inoltre, per chi sottoscriverà le azioni e le terrà almeno un anno, è previsto un premio consistente nel conferimento di un 1 azione per ogni 20 detenute.

Leggendo questi numeri verrebbe voglia di sottoscrivere le azioni di Poste Italiane, ma soffermiamoci un attimo sull’analisi dei dati che abbiamo a disposizione.

Poste Italiane: divisione assicurativa in crescita, leggero calo per servizi postali e finanziari

Se esaminiamo i dati disponibili possiamo notare che i servizi postali incidono per un 14%, i servizi finanziari per un 17% ed il rimanente per i servizi assicurativi. Il primo semestre 2015 mostra, rispetto al semestre 2014, che i ricavi da servizi postali sono leggermente calati, mentre il giro d’affari generato dai servizi finanziari è in leggera flessione ma comunque prossimo alla parità con il semestre 2014. Invece, i servizi assicurativi sono la punta di diamante del gruppo che ha visto crescere questa divisione di poco più di un miliardo di euro. Gli altri servizi incidono in maniera poco determinante ai fini del bilancio.

L’utile netto è in forte crescita rispetto ai 222 milioni del primo semestre del 2014 attestandosi a 435 milioni nel primo semestre 2015, facendo pensare che il gruppo per quest’anno possa raggiungere un utile di circa un miliardo di euro in linea con i bilanci del 2012 e del 2013 e in forte crescita rispetto ai 212 milioni del 2014.

Ora, se prendiamo come riferimento i dati di bilancio del 2014 possiamo notare che al prezzo più basso di sottoscrizione, cioè 6 euro, otteniamo un P/E pari a 37,xx mentre, prendendo il prezzo più alto della forchetta, ossia 7,5, il P/E sale a 46,xx. Il rapporto prezzo-valore di libro (P/BV) è pari, nel caso di 6 euro, a 0,9 mentre, nell’altro caso è a 1,2. Numeri che rapportati ad un ROE di circa il 10% indicano una certa sopravvalutazione di prezzo.

Tenendo invece in considerazione i dati disponibili del 2015, possiamo stimare un P/E di 15 nel caso di sottoscrizione a 6 euro e di 19 circa nel caso dei 7,5 euro con un ROE stimato poco superiore al 15-16%. Sono multipli già più abbordabili ma che comunque non sembra che venga regalato niente, con dei multipli del genere l’azione di Poste Italiane sembra prezzata correttamente.

La comparazione con società simili è quasi inutile, perché come detto prima, Poste Italiane ormai ha più una connotazione assicurativo-finanziaria che non di servizi postali. Possiamo cercare di comparare questi multipli con i multipli medi dei differenti settori che copre il gruppo Poste:

  • Servizi postali: media P/E 14,xx mentre la media P/BV è 5,xx
  • Servizi finanziari: media P/E 20,2x e 5,2x per il P/BV
  • Servizi assicurativi: 14,2x per il P/E e 1,28 per il P/BV

In totale danno una media di circa 15 per il prezzo/utili e 2,8 per il P/BV.

Quindi se confrontiamo la media di P/E e P/BV, dando maggior peso alle medie dei servizi assicurativi, con i multipli del 2014 la sopravvalutazione del prezzo iniziale è ancora più evidente. Se invece li rapportiamo agli indicatori relativi al 2015, vediamo una più corretta valutazione del titolo.

Oltre l’analisi fondamentale, quali possono essere i pro e i contro di Poste Italiane?

I punti di forza sicuramente sono: un management capace, la grande visibilità sul territorio italiano, la fiducia che gode tra i consumatori, una possibile generosa politica di dividendi, la leadership nel ramo vita, la possibile evoluzione del ramo finanziario grazie all’acquisizione di Anima Holding e una probabile espansione dell’asset management italiano.

Punti di debolezza invece sono: inefficienza della forza lavoro, divisione servizi postali che annaspa, bassa competitività a livello di digitalizzazione, alta esposizione in BTP, alta esposizione a crisi finanziarie e all’andamento dell’economia italiana ed esposizione a forte concorrenzialità nei settori in cui Poste si sta specializzando.

E’ da tenere in conto che comunque l’Ipo di Poste sta riscontrando interesse anche nella comunità internazionale. Infatti i multipli non esorbitanti riferiti al 2015 e una politica di dividendi competitiva potrebbero attrarre investitori istituzionali anche dall’estero.

In effetti anche il grande interesse mostrato per il collocamento con una domanda ben superiore alla richiesta lascerebbe presagire ad una evoluzione positiva del prezzo dell’azione, per lo meno nel breve periodo, rispetto al prezzo di ingresso nel mercato.

Tuttavia, se utilizziamo tutti i dati sopra riportati nel contesto di un’analisi complessiva del titolo la sottoscrizione delle azioni di Poste nella forchetta di prezzo proposta non sembra troppo attraente.

Forse, è più saggio aspettare un po’ di tempo, utile per capire il reale interesse del mercato per prima cosa, di attendere la pubblicazione di nuovi dati per capire meglio le politiche future dell’azienda, il tasso di crescita dei ricavi e degli utili e per valutare meglio l’andamento dell’economia sia italiana che generale che potrebbero influire sull’andamento del titolo.

In linea generale non è da escludere uno scenario per cui il titolo Poste possa quotare già nei prossimi mesi al di sotto del prezzo di sottoscrizione dell’IPO, potrebbe quindi essere una buona idea, pur avendo interesse nei confronti del titolo Poste Italiane, attendere i primi giudizi del mercato su un periodo temporale sufficiente prima di prendere posizione in acquisto sul titolo: le possibilità di ottenere un affare migliore sono forse superiori a quelle di perdere una buona occasione di acquisto immediata.

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