Avvocato del lavoro: come si diventa, quando serve, funzioni e competenze

Isabella Policarpio

15 Maggio 2019 - 11:09

condividi

Come si diventa e quando serve l’avvocato del lavoro? Percorso di studi e formativo e materie di competenza.

Avvocato del lavoro: come si diventa, quando serve, funzioni e competenze

Come si diventa avvocato del lavoro? Quando serve?

L’avvocato del lavoro è un professionista abilitato alla difesa con una specializzazione nelle controversie di lavoro. In pratica, l’avvocato del lavoro si occupa della controversie che coinvolgono i dipendenti o gli ex dipendenti e i datori di lavoro, per esempio in occasione di vertenze aziendali oppure offrendo consulenze alle imprese.

Principalmente, l’avvocato del lavoro interviene in caso di licenziamenti, - quando sono illegittimi o discriminatori -, stipendi non pagati, discriminazioni di qualsivoglia genere, mobbing e ricorsi.

Insomma, le attività da svolgere sono davvero tante e l’avvocato del lavoro, più degli altri, deve essere continuamente aggiornato sugli ultimi cambiamenti normativi, in quanto la materia del diritto del lavoro è tra le più soggette a mutamenti.

Per diventare avvocato del lavoro occorrono impegno, dedizione e passione per la materia, ma le soddisfazioni possono essere tante. Vediamo adesso come si diventa avvocato del lavoro e qual è il suo ambito di competenza.

Come si diventa avvocato del lavoro? Percorso di studi e formazione

Come si diventa avvocato del lavoro?

Prima di acquisire una specializzazione in controversie di lavoro, chi vuole approcciare a questa carriera deve, innanzitutto, diventare avvocato.

Ciò significa che sarà necessario ottenere il diploma di laurea magistrale in Giurisprudenza (con tesi di laurea preferibilmente in Diritto del lavoro), completare i 18 mesi di pratica forense e superare l’esame di abilitazione alla professione legale che si svolge una volta l’anno.

Naturalmente, se si vuole diventare avvocato del lavoro, occorre svolgere il periodo di pratica legale presso uno studio che si occupa principalmente o esclusivamente di controversie di lavoro, in modo da acquisire le conoscenze e le esperienze necessarie.

Avvocato del lavoro: quando serve e di cosa si occupa

Come anticipato, l’avvocato del lavoro è competente nel dirimere le controversie che nascono negli ambienti di lavoro, talvolta difendendo gli interessi dei dipendenti, talvolta quelli del datore di lavoro.

In pratica l’avvocato del lavoro entra in gioco in caso di contrasti di tipo economico, mancato rispetto delle regole di comportamento aziendali o delle disposizioni sulla nascita/chiusura dei rapporti di lavoro.

Quindi l’avvocato del lavoro serve in caso di:

  • licenziamento;
  • licenziamenti collettivi;
  • trasferimento di azienda;
  • contratti di lavoro;
  • sicurezza sul lavoro e prevenzione infortuni;
  • lavoro autonomo e rapporti di agenzia;
  • appalti;
  • procedimenti disciplinari e provvedimenti disciplinari contestati;
  • infortuni sul lavoro;
  • lavoro in nero;
  • crediti da lavoro.

Argomenti

# Lavoro

Iscriviti a Money.it