Altro che «agenda Draghi», chi governerà avrà solo due direzioni: Mosca o Lourdes

Mauro Bottarelli

12/08/2022

12/08/2022 - 09:05

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Nel silenzio della campagna elettorale, i contratti a 1 anno per l’energia di Francia e Germania ieri hanno raggiunto rispettivamente 622 e 455 euro per MWh. Game over. Chiunque vinca il 25 settembre

Altro che «agenda Draghi», chi governerà avrà solo due direzioni: Mosca o Lourdes

Presi come siamo a seguire con ansia e dovizia di particolari degni di miglior causa la nascita del polo centrista, mentre attorno si sviluppano geniali intuizioni come il Ponte sullo Stretto e improbabili doti per i 18enni, altrove si lanciano in volgarissimi conti della serva. Mentre qui si vola altissimo, Bloomberg e Financial Times decidono invece di scendere nella sentina dell’informazione e rendere noto ai loro lettori che, praticamente, l’Europa è energeticamente (e quindi economicamente) spacciata.

Addirittura, l’edizione odierna del quotidiano della City azzarda un’apertura che fino a poche settimane fa sarebbe stata ritenuta impossibile: signore e signori, ci siamo sbagliati, le sanzioni hanno fatto il solletico all’export di fonti fossili russe. E, di conseguenze, alle entrate che queste garantiscono a Mosca. Certo, i termini utilizzati non sono questi, bensì un più diplomatico limited impact ma la sostanza è quella. Soprattutto alla luce di quest’altro fulgido esempio

Copertina dell'inserto del Guardian del 5 agosto Copertina dell’inserto del Guardian del 5 agosto Fonte: The Guardian

di onestà intellettuale giunto dalla stampa di Sua Maestà: la scorsa settimana, la copertina dell’inserto settimanale del Guardian era infatti dedicata a un cosiddetto debunking delle panzane in circolazione da settimane rispetto all’impatto delle sanzioni sulla società e l’economia russa. Il quotidiano della sinistra inglese, storicamente nemico giurato di Vladimir Putin, non ha dubbi: a Mosca si vive come se la guerra non ci fosse. Tutto normale, niente file agli sportelli bancari, niente razionamenti di cibo o scaffali vuoti nei supermarket, niente mense dei poveri prese d’assalto.

Istruttivo. Ma ancora di più è l’allarme lanciato appunto da Bloomberg e Financial Times rispetto al rovescio della medaglia di questa situazione: ovvero, l’effetto collaterale, il doppio taglio delle sanzioni occidentali contro Mosca. Nella fattispecie, il disastro epocale appena sostanziatosi alla European Energy Exchange, dove soltanto ieri mattina gli operatori hanno dovuto fare i conti con questo:

Andamento dei contratti fiutures a 1 anno per l'elettricità in Francia Andamento dei contratti fiutures a 1 anno per l’elettricità in Francia Fonte: Bloomberg
Andamento dei contratti futures a 1 anno per l'elettricità in Germania Andamento dei contratti futures a 1 anno per l’elettricità in Germania Fonte: Bloomberg

ovvero, i contratti futures a 1 anno per l’elettricità in Francia e Germania hanno toccato rispettivamente i livelli record di 622 e 455 euro per MWh. Praticamente, la certificazione di una recessione autunnale che l’Europa non ha mai vissuto, un qualcosa in grado fin da ora di tramutare la crisi scatenata dal fallimento Lehman in una passeggiata nel parco. E intervistata da Bloomberg TV, la presidente del Council of European Energy Regulators, Annegret Groebel, è stata chiara: Se la Russia taglierà del tutto le fornitura, potrebbe non esserci più gas a sufficienza rispetto alla domanda. A quel punto, i razionamenti saranno inevitabili. Mentre per evitare i blackouts sarà necessario un enorme lavoro preparatorio, lo stesso che stiamo già ponendo in essere. Insomma, il peggio è già in agenda.

Qui non si tratta di schieramenti o di ideologia, qui sono i numeri a parlare. O, nel caso dell’Italia, a non parlare. Nemmeno una parola in nessun tg, nessun giornale che abbia ritenuto necessario porre questa dinamica esiziale al centro del dibattito elettorale. Eppure, Bloomberg e Financial Times l’hanno ritenuta degna di approfondimento. E di allarme. Per una ragione semplice. Ovviamente, la siccità che sta colpendo l’Europa passerà, prima o poi. Quindi il Reno tornerà navigabile a pieno carico per le imbarcazioni che trasportano commodities (carbone soprattutto) verso le centrali tedesche e i fiumi francesi torneranno a offrire acqua per il raffreddamento delle centrali nucleari, ora operative soltanto a meno del 50% a livello nazionale.

Ma resta il fatto che senza gas russo, quei prezzi scenderanno dai livelli record ma resteranno in aree di valutazioni a lungo termine improponibili per l’industria. Basta dare un’occhiata alle valutazioni futures del Dutch per il 2023 sul sito dell’ICE. Insomma, chiunque vinca il 25 settembre, dovrà fare i conti con questo. E smetterla di millantare le presunte alternative garantite dall’agenda Draghi, nulla più che una questua disperata degli ultimi mesi alla ricerca disperata di gas a qualsiasi prezzo pur di riempire gli stoccaggi. Quello algerino sarà disponibile nei volumi massimi concordati non prima di due anni, quello africano pressoché di testimonianza e quello del TAP totalmente insufficiente, esattamente come quello liquefatto statunitense, se mai tornerà ad essere esportato dopo gli strani incidenti agli impianti di stoccaggio in Texas. Piaccia o meno, l’alternativa - per tutti - sarà una sola: o Mosca o Lourdes. Forse sarebbe il caso di affrontare il tema, più che parlare di Ponte sullo Stretto o roboanti agende Draghi.

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