L’OCSE scatta la fotografia dell’Italia e ammonisce il Paese su riforme e interventi strutturali ancora in ritardo: sono 5 i problemi che la nazione italiana deve affrontare secondo il report.
L’Italia nel mirino dell’OCSE, che ha appena pubblicato la sua Economic Survey di gennaio 2024.
Il nostro Paese è finito sotto la lente dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che fotografando la situazione economica nazionale ha messo in evidenza i punti deboli del sistema produttivo, pensionistico, lavorativo e della gestione dei conti pubblici.
Pur riconoscendo la capacità italiana di resistere alle recenti crisi, le sfide da affrontare nel medio e lungo periodo sono ancora diverse e cruciali per cambiare le sorti del Paese e rilanciare una crescita davvero stabile e duratura. I riflettori dell’OCSE sono puntati su 5 problemi che l’Italia è chiamata a risolvere per non rischiare di soccombere in una crisi strutturale, lunga e dannosa.
1. Debito
Il debito pubblico rimane una nota dolente per l’Italia ed è il terzo più alto tra i Paesi OCSE con un rapporto debito/Pil di circa il 140%. Come sottolineato dal documento:
“Con le attuali politiche fiscali e di spesa, il debito pubblico è su una traiettoria ascendente. Nel periodo 2024-2040, si prevede che la spesa per pensioni, sanità e assistenza a lungo termine aumenterà di circa il 2,5% del Pil, con costi per il servizio del debito che potrebbero salire del 2% sul Pil se i tassi di interesse rimarranno elevati.”
Con queste premesse, la raccomandazione per l’Italia è di avviare un iter di riforme fiscali e sulla spesa che consentano un indebitamento dello Stato molto più prudente. Tra queste, da evidenziare che l’OCSE ritiene importante “spostare le imposte dal lavoro alla proprietà e ai consumi, in modo da proteggere le entrate fiscali, rendendo al tempo stesso il sistema più favorevole alla crescita”.
2. Pensioni
“Sono necessarie riforme del sistema pensionistico”, si legge nel rapporto OCSE. Il punto è che proprio le pensioni rappresentano una quota importante della spesa complessiva dello Stato. Per questo, secondo le raccomandazioni, sarebbe auspicabile eliminare gradualmente i regimi di pre-pensionamento.
Inoltre, “la parziale de-indicizzazione delle pensioni elevate dovrebbe essere mantenuta nel breve termine, ma sostituita nel medio termine da una tassa sulle pensioni elevate che non sono correlate a contributi pensionistici pregressi”.
3. Produttività
La bassa crescita della produttività rappresenta una sfida davvero importante per l’Italia. Secondo quanto rilevato dall’OCSE, infatti, la stagnazione degli ultimi decenni è stata causata proprio da una produttività ferma, che non consente all’economia italiana di crescere nel lungo termine.
Per favorire la produttività sono necessarie le riforme della giustizia civile, della pubblica amministrazione e della concorrenza. Solo in questo modo si potrà avviare un processo di cambiamento per “aumentare gli investimenti e la produttività delle imprese e ad accelerare l’attuazione dei piani di investimento pubblico spingendo l’efficienza del sistema giudiziario”.
Eliminare gli ostacoli normativi che bloccano la concorrenza nei servizi sarà inoltre vitale per l’ingresso di nuove imprese nel mercato.
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4. Lavoro
L’organizzazione bacchetta l’Italia anche sul lavoro: “Il tasso di occupazione è tra i più bassi dell’OCSE a causa dell’elevata disoccupazione giovanile e della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro”, si legge nella nota.
Rafforzare l’istruzione tecnica e il sistema di formazione è un’indicazione per avvicinare al lavoro giovani e vulnerabili. Inoltre, per aumentare l’occupazione femminile è necessario intervenire sull’accesso all’istruzione pubblica della prima infanzia. Infine, l’OCSE ricorda che “sarebbero utili anche misure per incentivare ulteriormente il congedo di paternità, anche introducendo una “quota padre” nel diritto condiviso al congedo parentale”.
5. Transizione energetica
L’Italia non sta facendo abbastanza per accelerare la transizione energetica, nonostante la “bassa intensità energetica dell’economia e le abbondanti risorse solari” siano dei vantaggi per il Paese.
Nel mirino dell’OCSE sono finiti i seguenti punti deboli: “le complesse procedure di autorizzazione che frenano l’installazione di capacità di energia rinnovabile e che devono essere semplificate per raggiungere gli obiettivi annuali di installazione”; la scarsa decarbonizzazione del trasporto pubblico; l’inadeguata tassazione dei combustibili fossili; la mancanza di investimento nelle ricariche per macchine elettriche.
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