5 domande da porre al presidente della BCE Mario Draghi. Dal QE ai tassi negativi

Livio Spadaro

3 Dicembre 2015 - 10:42

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Oggi il presidente della BCE, Mario Draghi, interverrà in una conferenza stampa per spiegare le misure che l’istituto europeo adotterà. Ecco 5 domande da porre al presidente.

5 domande da porre al presidente della BCE Mario Draghi. Dal QE ai tassi negativi

L’intervento di oggi della BCE sarà decisivo per l’andamento futuro dell’economia dell’Eurozona. I mercati scommettono su un intervento di politica monetaria della BCE volto a far tornare rapidamente il tasso di inflazione a livelli sostenibili. Ecco 5 domande da fare al presidente della BCE, Mario Draghi, in merito alle decisioni di politica monetaria che verranno prese oggi dall’istituto centrale europeo.

1) Perché più easing adesso?

Nonostante il piano di acquisti attuale, l’inflazione dell’Eurozona continua a rimanere bassa aumentando le preoccupazioni dei policy makers sulla possibilità che possa rimanere su bassi livelli.

Il capo economista della BCE, Peter Praet, ha avvertito che ogni ulteriore ritardo degli stimoli, volti a portare l’inflazione al 2%, rischia di diminuire sempre più la credibilità della BCE.

Il presidente Mario Draghi è sempre stato il primo sostenitore di un aumento degli stimoli monetari, reiterando sei settimane fa l’impegno di fare tutto ciò che è possibile per far crescere il tasso di inflazione velocemente.

Tuttavia, il presidente dovrà confrontarsi con gli oppositori di una politica monetaria espansiva. Tra questi, figurano i funzionari di Germania ed Estonia che si sono sempre espressi contrari ad un aumento della politica monetaria attuale, sostenendo che la crescita c’è, anche se graduale.

Inoltre, gli economisti delle due nazioni hanno spiegato che i bassi prezzi del petrolio stanno incidendo sull’inflazione europea e che quindi un aumento della politica monetaria non servirebbe a molto.

2) L’intervento di oggi alzerà il tasso di inflazione futuro?

Oggi la BCE pubblicherà le previsioni aggiornate su inflazione e crescita economica. Tre mesi fa la Banca Centrale Europea aveva previsto che i prezzi sarebbero saliti ad una media dell’1,1% il prossimo anno e dell’1,7% nel 2017.

Tuttavia, a Novembre, l’inflazione è rimasta invariata allo 0,1%.

Ciò nonostante, l’inflazione core dell’Eurozona, che non tiene conto di elementi volatili come il settore energetico, sta salendo a ritmi piuttosto veloci. L’inflazione core, che era salita sorprendentemente all’1,1% ad Ottobre (massimi di 2 anni), è scesa nuovamente allo 0,9% questo mese supportando la tesi di Draghi su una debole pressione sui prezzi attuale.

3) Come si può espandere il QE?

Draghi ha ripetuttamente dichiarato che la BCE potrebbe alterare la composizione, la dimensione o la durata del programma di Quantitative Easing che al momento è il maggior strumento di stimolo dell’economia dell’istituto europeo.

Al momento il programma di acquisto di bond governativi è previsto terminare per la fine di Settembre 2016, tuttavia i policy makers europei hanno sempre dichiarato che la durata del QE potrà essere estesa fino al raggiungimento del target di inflazione.

Se oggi vi fosse un estensione del programma di 6 o 12 mesi, significherebbe un grosso incremento della grandezza del bilancio della BCE.

Un rafforzamento del ritmo di acquisto mensile dei bond è un’altra opzione anche se alcuni analisti hanno menzionato la possibilità che la BCE potrebbe diminuire gli acquisti di bond a corta scadenza.

Un’altra possibilità è quella che la BCE espanda la tipologia di asset da comprare, aggiungendo ad esempio i bond societari o i bond municipali.

4) Quale sarà l’effetto di abbassare i tassi di deposito?

Mentre un impatto diretto del taglio di tassi di deposito sarebbe piuttosto lieve nel breve periodo sui tassi del mercato monetario, questa manovra potrebbe spingere a ribasso i cambi con l’Euro e potrebbe incoraggiare le banche a investire piuttosto che a detenere liquidità.

Meno chiaro appare l’effetto di un taglio dei tassi sul QE: al momento attuale, la BCE, secondo le regole vigenti, può comprare esclusivamente quei bond che abbiano un rendimento maggiore dei tassi di deposito. I rendimenti dei bond sono crollati ultimamente, anticipando le mosse della BCE e facendo perdere il requisito di acquisto su molte obbligazioni.

Per evitare questa spirale, molti analisti hanno suggerito di eliminare il limite di rendimento imposto dalle regole vigenti.

Gli economisti si aspettano che la BCE taglierà i tassi di deposito di almeno 10 punti base che corrisponde a un totale di un -0,3%. Una piccola minoranza di esperti si aspetta addirittura un taglio di tassi più consistente.

5) La BCE sbaglia a fare di più anziché meno?

In 4 anni di guida della BCE, il presidente Draghi si è costruito una solida reputazione grazie alle misure senza precedenti messe in atto. Quanto fatto in precedenza dal presidente, ha creato le aspettative per il meeting di oggi e, se oggi non verrano prese misure in linea con le attese, c’è il rischio di dare un forte contraccolpo ai mercati finanziari.

Questo perché il mercato si aspetta che il presidente faccia almeno quanto ci si aspetti che faccia, ma non sicuramente meno.

Fonte: Bloomberg.com

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