Pace fiscale 2019, voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza all’estero

Martina Cancellieri

23 Agosto 2018 - 20:55

Pace fiscale 2019 e voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza all’estero. Il Governo prevede l’investimento obbligatorio in PIR dei capitali per finanziare la riforma fiscale.

Pace fiscale 2019, voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza all’estero

Voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza detenute all’estero. Si ipotizza di inserire lo strumento in vista della pace fiscale 2019 e per finanziare la riforma fiscale.

Per combattere l’evasione fiscale la Lega propone l’inserimento della procedura di voluntary disclosure nella Legge di Bilancio 2019 e nel decreto fiscale collegato.

Viene inoltre proposto l’investimento obbligatorio in PIR dei capitali rientrati in Italia per finanziare la tanto discussa rifoma fiscale.

Il procuratore di Milano Francesco Greco ha stimato che le somme nascoste al Fisco o illecitamente detenute all’estero dagli italiani si aggirerebbe intorno ai 200 miliardi di euro.

La voluntary disclosure sui contanti e nelle cassette di sicurezza detenute all’estero risulta un’altra mossa del Governo del Cambiamento per reperire i fondi necessari a finanziare la riforma fiscale che pone in primo piano Flat tax e Reddito di cittadinanza.

L’idea della Lega non è nuova ed era stata valutata anche dal precedente Governo Gentiloni per la Finanziaria. Ora il Governo Conte ha consegnato la proposta al Ministro dell’Economia Tria affinché possa essere inserita nella Manovra 2019 come ulteriore misura inerente alla prossima pace fiscale che si prospetta partirà il 1° gennaio 2019.

Pace fiscale 2019, voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza all’estero

La voluntary disclosure, o collaborazione volontaria, è uno strumento con cui i contribuenti italiani, che detengono illecitamente capitali finanziari in contanti e nelle cassette di sicurezza all’estero, possono mettersi in regola con il Fisco.

Tramite la voluntary disclosure i contribuenti effettuano una dichiarazione spontanea all’Agenzia delle Entrate sulla violazione degli obblighi di monitoraggio.

Secondo l’ipotesi allo studio del Governo, anticipata ieri dal Sole24Ore, l’adozione di tale misura consentirà il rientro nello Stato dei capitali in contanti o nelle cassette di sicurezza detenute all’estero con il versamento di una cedolare in linea con l’aliquota ipotizzata per la flat tax.

Ecco come funziona la voluntary disclosure su contanti e cassette di sicurezza all’estero

Il contribuente dovrà regolarizzare la propria posizione tramite le modalità previste dalla voluntary disclosure per il rientro dei capitali in Italia fino ad allora detenuti illegalmente all’estero in contanti o nelle cassette di sicurezza.

Per questo la Lega ha ipotizzato di inserire la voluntary disclosure nella Legge di Bilancio 2019 con il versamento di un’imposta fissa pari al 15% o al massimo al 20%.

Dunque, per poter mettersi in regola col Fisco si dovrà versare all’Erario una cedolare con la medesima aliquota prevista per la flat tax.

Verrebbe concesso inoltre uno sconto sulle sanzioni penali e amministrative ma ciò avverrà unicamente dopo aver effettuato il pagamento delle imposte dovute sui capitali detenuti illegalmente e solo dopo che l’eccedenza sarà investita secondo le indicazioni dettate dal Governo.

La proposta avanzata dalla Lega prevede infatti che le somme rientrate in Italia dovranno essere obbligatoriamente investite in Piani di risparmio individuali (PIR) a medio e lungo periodo.

Il contribuente, dopo essersi messo in regola con le modalità previste dalla voluntary disclosure e sopracitate, dovrà provvedere all’investimento obbligatorio in PIR dei capitali rientrati in Italia.

Voluntary disclosure e PIR, come funziona l’investimento obbligatorio in Piani di Risparmio Individuali

La proposta del Governo di investimento obbligatorio in PIR dei capitali rientrati ha lo scopo di finanziare il Welfare e favorire la crescita delle imprese così come incentivare nuova occupazione e sostenere il reddito di cittadinanza.

Ma andiamo a vedere che cos’è il PIR e quali sono le modalità per l’investimento obbligatorio in Piani di Risparmio Individuali proposte dal Governo per l’inserimento nella Legge di Bilancio 2019.

Il PIR è uno strumento finanziario introdotto in Italia a partire dal 1° gennaio 2017 per favorire l’afflusso di capitali verso le imprese italiane tramite delle agevolazioni fiscali.

Tuttavia, per consentire l’investimento obbligatorio in PIR i capitali rientrati in Italia non seguirebbero alcune regole fondamentali che disciplinano tale strumento di tassazione agevolata.

Innanzitutto, il contribuente non godrebbe delle agevolazioni fiscali previste dallo strumento e inoltre verrebbe eliminato il tetto massimo di 30.000 euro, al fine di far confluire tutti i capitali, anche i più ingenti.

Dato che il regime premiale previsto dalla voluntary disclosure consisterebbe in uno sconto sulle sanzioni amministrative e penali, ciò motiverebbe la decisione di reintrodurre la tassazione sui rendimenti ottenuti con la sottoscrizione dei PIR.

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