La vera controffensiva sarà della Russia? Così Putin può prendersi tutto il Donbass

Alessandro Cipolla

29 Maggio 2023 - 08:30

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La controffensiva ucraina tarda a palesarsi ma la guerra va avanti: dopo Bakhmut, Prigozhin del gruppo Wagner è pronto ad assaltare altre città per dare a Putin tutto il Donbass.

La vera controffensiva sarà della Russia? Così Putin può prendersi tutto il Donbass

Siamo sicuri che la vera controffensiva capace di dare una svolta a questa guerra sia quella che l’Ucraina si appresta, ormai da mesi, a sferrare? Le ultime notizie che arrivano dal fronte infatti sembrerebbero far intendere che sia la Russia invece ad avere le idee molto chiare su come orchestrare le prossime mosse.

Tutto nasce dalla presa da parte della Russia della strategica città di Bakhmut che l’Ucraina ha tentato fino all’ultimo di difendere, cedendo poi dopo lunghe settimane di assedio: per entrambi gli eserciti si è trattato di un autentico bagno di sangue, tanto che a Kiev qualche generale avrebbe rimproverato a Volodymyr Zelensky di essersi intestardito troppo nel mantenere le posizioni vista la situazione da tempo compromessa.

La rigidità di Zelensky però non sarebbe immotivata, visto che Bakhmut potrebbe rappresentare una sorta di porta per la Russia verso il restante territorio del Donbass che ancora non è stato conquistato.

In quest’ottica c’è da dire che, stando a quanto dichiarato da diversi analisti, l’obiettivo di Vladimir Putin in questa guerra sembrerebbe essere chiaro: prendere il possesso di tutto il Donbass per poi sedersi al tavolo dei negoziati in una posizione privilegiata.

Anche l’Ucraina avrebbe piani simili: mettere in atto una efficace controffensiva che possa permettere di riconquistare buona parte dei territori perduti - magari anche portando la guerra nel territorio russo - per poi costringere Mosca a una cessate il fuoco poco vantaggioso.

Come la Russia vuole vincere la guerra

Fin dallo scorso inverno i media occidentali hanno martellato in merito a una imminente controffensiva ucraina; inizialmente questa azione è stata collocata in primavera ma ora, visto che siamo quasi a giugno, i più realisti parlano dell’estate.

Non passa giorno però che da parte di Kiev non venga ribadito come sia “tutto pronto” per la controffensiva - salvo poi chiedere più munizioni e missili - ma finora l’azione ucraina è stata affidata soprattutto alle incursioni dei “partigiani” di Rdk e Libertà alla Russia, due unità militari composte da cittadini russi da tempo però inglobate nell’esercito ucraino.

Sull’altro fronte invece sembrerebbe avere le idee molto chiare Yevgeny Prigozhin, il numero uno dei mercenari del gruppo Wagner che dopo aver conquistato per conto della Russia la città di Bakhmut si appresta ora a levare le tende per lasciare il posto all’esercito regolare di Mosca.

Come ha già detto il ministro della Difesa - ha scritto su Telegram Prigozhin -, dopo la presa di Bakhmut, l’esercito russo ha tutte le possibilità di lanciare una grande offensiva con la cattura di Kramatorsk, Sloviansk, Druzhkovka, Konstantinovka, Chasov Yar, cioè l’anello del Donbass”.

Se così fosse la Russia, oltre ad aver scavato trincee e piantato a terra i denti di drago per difendere i territori conquistati, circa il 16% di tutta l’Ucraina, avrebbe già delineato quale potrebbe essere il piano per vincere questa guerra.

Finora però non tutto in battaglia è andato liscio per Mosca - anzi, quella che doveva essere una guerra lampo si è trasformata in un pantano - ma alla fine radendo quasi al suo le città assediate e con perdite molto altre, alla lunga la Russia è riuscita ad avanzare nel Donbass dopo aver conquistato tutta la fascia costiera del Mar d’Azov nelle vicinanze della Crimea

In attesa della controffensiva dell’Ucraina, Vladimir Putin potrebbe continuare la sua folle guerra mettendo nel mirino le rimanenti città del Donbass: se ci dovesse riuscire, dopo le sanzioni di dubbia efficacia si tratterebbe di un altro abbaglio dell’Occidente che, senza delle vittorie militari di Kiev, presto potrebbe chiedere a Volodymyr Zelensky di sedersi al tavolo delle trattative e le condizioni, in questo scenario, di certo non sarebbero quelle finora poste dall’ex attore.

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