I recenti recuperi dei mercati fanno sperare gli investitori, ma i dati mostrano che si tratta di eccezioni, non della nuova normalità.
Quando ad aprile le azioni statunitensi hanno perso il 10% del loro valore, molti investitori si sono trovati di fronte a un dilemma ben noto: comprare il ribasso o evitare di afferrare un coltello in caduta.
Chi ha scommesso su un’inversione di tendenza, spinto dalla promessa di svolte politiche, interventi delle banche centrali o una rivoluzione dell’intelligenza artificiale, ha avuto ragione. Il congelamento delle tariffe “reciproche” da parte dell’amministrazione Trump ha innescato un rimbalzo mensile rapido e deciso. Un classico esempio di V-shaped recovery, cioè di ripresa fulminea dopo un crollo improvviso.
Ma questo significa che stiamo entrando in un’era in cui questi rimbalzi diventano sempre più frequenti e che “comprare il ribasso” sia una strategia sempre vincente? I dati dicono di no. [...]
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