Quali sono i corsi di laurea con maggiori sbocchi lavorativi oggi? Ecco i dati aggiornati al 2025: ingegneria al top, ma è in buona compagnia.
Ancora oggi, nonostante sia nato da qualche anno un dibattito nell’opinione pubblica sull’effettiva rilevanza del titolo accademico, la laurea rimane un passaporto chiave per accedere al mondo del lavoro qualificato. Oltre a rappresentare un valore culturale individuale, il titolo universitario continua a essere un asset decisivo per aumentare le opportunità di occupazione e aspirare a posizioni meglio remunerate.
Secondo il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che analizza annualmente i percorsi formativi e occupazionali dei laureati italiani, il tasso di occupazione a cinque anni dal conseguimento del titolo è superiore al 90%.
Quindi, questi numeri offrono un quadro strategico per le future matricole: se almeno 9 laureati su 10 trovano un lavora stabile e ben pagato entro 5 anni dal titolo conseguito, va da sé che le prospettive per chi si approccia all’università sono ancora di altissimo profilo.
Ma quali sono le lauree con più sbocchi lavorativi oggi? Scopriamo insieme le aree con maggiori opportunità e trend emergenti.
Università e lavoro in Italia nel 2025: qualche dato per capire
Quando si analizza la performance del sistema universitario italiano, è fondamentale considerare il contesto in cui oggi il nostro Paese si muove. L’Italia, infatti, continua a registrare livelli di scolarizzazione inferiori rispetto alla media europea, soprattutto tra i giovani adulti. Secondo il Rapporto AlmaLaurea 2025, nel 2024 solo il 31,6% della popolazione tra i 25 e i 34 anni ha conseguito una laurea, una percentuale che ci colloca nelle ultime posizioni in Europa, superando soltanto la Romania (fonte: Eurostat 2025).
Questo ritardo preoccupa anche in prospettiva, considerando che uno degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile mira a portare al 45% la quota di laureati in questa fascia d’età: un traguardo che, per l’Italia, appare ancora distante - forse irraggiungibile a questa data.
Un altro aspetto critico riguarda i cosiddetti NEET, ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
Nonostante una leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti, nel 2024 rappresentano ancora il 15,2% dei giovani italiani, un valore tra i più alti dell’intera Unione europea.
A tutto ciò si aggiunge una cronica carenza di investimenti nell’istruzione universitaria: l’Italia ha destinato nel 2021 appena l’1,0% del PIL al settore, ben al di sotto della media OCSE del 1,5%, segno di un impegno finanziario ancora troppo limitato.
Tutti questi numeri cosa ci dicono? Che scegliere l’università non è una scelta facile e che chi la prende probabilmente ha di base una marcia in più rispetto alla concorrenza. Anche perché, banalmente, meno di un italiano su 3 possiede un titolo universitario nella fascia d’età di accesso al mondo del lavoro (under 35).
Quanto è probabile trovare lavoro con la laurea (e quanto viene «pagata»)
Nonostante la posizione dell’Italia nei confronti degli altri Paesi europei, i dati contenuti nel già citato Rapporto AlmaLaurea 2025 offrono un quadro decisamente positivo per chi intraprende un percorso universitario. A un solo anno dal conseguimento del titolo, il 78,6% dei laureati – sia triennali sia magistrali – risulta già occupato (nel rapporto 2024 la percentuale si fermava intorno al 75). Si tratta della percentuale più alta registrata nell’ultimo decennio, a conferma del fatto che il titolo accademico continua a rappresentare un passaggio strategico per accedere al mercato del lavoro.
Il trend resta incoraggiante anche nel medio termine. A cinque anni dalla laurea, infatti, i tassi di occupazione rimangono molto incoraggianti: circa il 92,8% dei laureati triennali ha un’occupazione stabile, mentre tra i laureati magistrali la quota si attesta intorno all’89,7%. Numeri che dimostrano come, nel tempo, la laurea continui a garantire un solido ritorno in termini di impiego.
E i contratti? Anche la qualità del lavoro ottenuto è un fattore rilevante. Già a un anno dal titolo, una parte significativa dei giovani è assunta con contratti a tempo indeterminato: il 39,5% tra i triennali e il 29,8% tra i magistrali. Questa percentuale cresce sensibilmente dopo cinque anni: i contratti stabili coinvolgono il 73,9% dei triennali e oltre la metà dei magistrali (54,6%), a dimostrazione di una progressiva stabilizzazione.
Sul fronte retributivo, i segnali sono altrettanto positivi.
- A un anno dal titolo, il reddito medio netto mensile è di 1.492 euro per i laureati triennali e 1.488 euro per i magistrali, con un aumento reale rispetto al 2023 rispettivamente del +6,9% e +3,1%.
- Dopo cinque anni, le retribuzioni crescono ulteriormente, raggiungendo 1.770 euro per i triennali e 1.847 euro per i magistrali.
Le lauree migliori e più richieste nel mondo del lavoro: la classifica aggiornata
Sempre in riferimento al Rapporto AlmaLaurea 2025, le lauree che garantiscono le migliori opportunità occupazionali continuano a essere quelle tecniche e scientifiche. Tra i laureati magistrali, le percentuali a cinque anni dal titolo sono particolarmente elevate:
- Ingegneria industriale e dell’informazione: occupazione superiore al 92,6 %
- Informatica e tecnologie ICT: tasso di impiego pari al 91,2 %
- Medico‑sanitario e farmaceutico: circa 87,9 %
A seguire, con tassi comunque elevati, troviamo le lauree in Architettura e Ingegneria civile (attorno all’87 %), Economia (circa 86 %) e il settore Agrario‑Forestale (oltre l’82 %). Le percentuali rimangono solide anche nei campi scientifico, politico‑sociale e comunicazione, benché leggermente inferiori.
Come nell’edizione 2024, il Rapporto 2025 evidenzia che i laureati in Ingegneria e Informatica ICT - soprattutto a livello magistrale- non solo ottengono ottimi tassi occupazionali, ma anche retribuzioni tra le più elevate, spesso superiori a 2.000 € netti mensili.
Al contrario, risultano meno performanti in termini occupazionali e retributivi le lauree nei settori educazione e formazione e psicologia, con stipendi medi che si mantengono sotto i 1.500 € netti al mese.
Anche altri ambiti disciplinari mostrano risultati più contenuti. I laureati in Scienze motorie e sportive si attestano su tassi di occupazione vicini all’80–82%, mentre quelli delle aree giuridica, linguistica, letterario-umanistica e arte e design evidenziano le maggiori difficoltà. In particolare, a cinque anni dal titolo, l’occupazione per i laureati in giurisprudenza e lingue oscilla intorno all’80–82%, mentre per i percorsi umanistici e artistici si scende sotto il 78%, con retribuzioni medie spesso inferiori rispetto alla media nazionale dei laureati magistrali.
Quali saranno le lauree più richieste nel prossimo futuro?
Nel 2025, il mercato del lavoro italiano continua a evolversi, influenzato da fattori quali la transizione digitale, gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il ricambio generazionale.
Secondo le previsioni del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, entro il 2028 il mercato del lavoro in Italia genererà tra 3,4 e 3,9 milioni di nuove opportunità occupazionali, con una forte domanda di laureati in specifici ambiti disciplinari. Ecco le aree e i percorsi di laurea più strategici.
Area di Studio / Laurea | Settori trainanti | Occupabilità prevista |
---|---|---|
Ingegneria (industriale, elettronica, ambientale) | Transizione green, mobilità sostenibile, edilizia, energia | Alta (oltre il 90% a 5 anni) |
Informatica, Data Science e Intelligenza Artificiale | Cybersecurity, AI, cloud computing, software development | Crescita > 900.000 posti entro il 2028 |
Professioni sanitarie e mediche | Assistenza, sanità pubblica, medicina, infermieristica | Fabbisogno costante e in crescita |
Economia e Statistica | Analisi dati, consulenza, gestione aziendale | Domanda trasversale in tutti i settori |
Scienze ambientali, agrarie e naturali | Economia circolare, energie rinnovabili, sostenibilità | Alta in green jobs (+2,4 milioni richiesti) |
Scienze dell’educazione e della formazione | Scuola, servizi alla persona, educazione | Fabbisogno stabile e in espansione |
Matematica e Fisica | Modelli predittivi, AI, finanza, ricerca | Forte correlazione con profili STEM richiesti |
Chimica e Biotecnologie | Farmaceutica, bioenergia, cosmetica, ricerca | In crescita nei settori high-tech e green |
Oltre all’università, sono molto richiesti:
- ITS Academy (Istituti Tecnici Superiori): percorsi biennali focalizzati su industria, digitale, energia e sostenibilità.
- diplomi tecnici e professionali: indirizzi come meccatronica, informatica, energia e ambiente sono tra i più richiesti.
Ma non è solo la facoltà a incidere sul tempo necessario per trovare lavoro dopo la laurea. Molto, infatti, dipende anche dall’ateneo dove ha avuto luogo il percorso di studi. In tal senso, è fondamentale conoscere quali sono le migliori università d’Italia e, per chi desidera studiare all’estero, e le migliori nel mondo.
Quindi, quando si è alla ricerca di quelle che sono le lauree più richieste, il discorso si amplia e di molto: un’analisi approfondita delle proprie aspirazioni e degli sbocchi lavorativi è il primo passo (fondamentale) per intraprendere il percorso accademico migliore.
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