Lavorare in Svizzera, sul portale Eures 300 opportunità di impiego per chi parla la lingua italiana. In media guadagni 70.000 euro l’anno.
Stai pensando a un’esperienza di lavoro all’estero ma non vuoi allontanarti troppo dall’Italia? La Svizzera è una delle destinazioni più interessanti: vicina geograficamente, ben collegata e con un mercato occupazionale che offre stipendi tra i più alti al mondo.
Oggi sono disponibili migliaia di offerte di lavoro in Svizzera per italiani, soprattutto nei settori dove la conoscenza della nostra lingua rappresenta un valore aggiunto. Una possibilità d cogliere al volo per chi vuole crescere professionalmente senza rinunciare alla vicinanza con casa.
Anche perché, secondo i più recenti dati Ocse lo stipendio medio in Svizzera supera i 70.000 euro lordi all’anno, collocando il Paese tra le prime posizioni a livello globale insieme a Stati Uniti, Lussemburgo e Islanda. A ciò si aggiungono condizioni fiscali favorevoli e un’alta qualità della vita, elementi che fanno della Svizzera una meta sempre più ambita da chi cerca stabilità economica e opportunità di carriera.
Molti lavoratori italiani scelgono inoltre la via del lavoro da frontalieri, che permette di ricevere stipendi svizzeri mantenendo le spese quotidiane in Italia. Una formula resa ancora più conveniente dalle nuove regole fiscali entrate in vigore dal 1° gennaio 2024.
Quali sono i lavori per cui in Svizzera cercano italiani
Il mercato del lavoro svizzero continua ad attirare molti professionisti italiani e, secondo i dati più recenti del portale Eures, le offerte attive sono migliaia, con numerose - circa 300 attualmente - posizioni in cui la conoscenza dell’italiano rappresenta un requisito preferenziale. Questo ovviamente accade in particolare nei cantoni di lingua italiana, come il Ticino e le valli meridionali dei Grigioni, dove la vicinanza geografica e culturale rende ancora più semplice l’inserimento nel contesto locale.
Le opportunità lavorative si concentrano soprattutto in alcuni settori tradizionalmente legati alla presenza italiana. La ristorazione, ad esempio, continua a offrire molti posti disponibili, dai camerieri agli chef, con stipendi che vanno da 3.700 a 4.700 euro al mese, ben superiori rispetto alle medie italiane nonostante si tratti di mansioni considerate meno qualificate. Anche l’edilizia resta un comparto in forte crescita, con richieste costanti di operai edili, falegnami e carpentieri, figure che in Svizzera possono guadagnare tra i 4.200 e i 6.200 euro mensili.
A queste possibilità si affiancano quelle in ambito sanitario, dove infermieri, operatori socio-sanitari e medici specialisti trovano facilmente impiego con retribuzioni elevate in linea con la responsabilità del ruolo. Importante anche il settore dei servizi e dell’assistenza clienti, dove la lingua italiana è spesso un requisito indispensabile e dove gli stipendi, soprattutto in aziende internazionali, possono superare i 75.000 euro lordi all’anno.
Accanto a questi comparti più tradizionali si stanno affermando nuove aree ad alta qualificazione. Le professioni legate all’informatica e alla tecnologia, come sviluppatori software, ingegneri informatici e specialisti in sicurezza, sono tra le più ricercate e possono garantire guadagni che superano i 100.000 franchi annui (poco più di 100.000 euro). Non mancano inoltre le opportunità per traduttori, addetti al marketing, alle vendite, alla contabilità e alle risorse umane, con retribuzioni medie attorno ai 75.000 euro l’anno e prospettive di crescita interessanti.
Possiamo affermare, quindi, che il mercato del lavoro svizzero offre quindi numerose possibilità per chi parla italiano, spaziando da settori manuali e stagionali a posizioni altamente qualificate e ben retribuite, con una gamma di opportunità che riflette la solidità dell’economia elvetica e la sua costante apertura verso lavoratori provenienti dall’Italia.
Come trasferirsi in Svizzera per lavoro
Trasferirsi in Svizzera come cittadino dell’Unione Europea richiede una serie di passaggi precisi e ben regolamentati, soprattutto in relazione alla durata del soggiorno e al tipo di attività lavorativa.
La prima condizione indispensabile è avere un’offerta d’impiego da un datore di lavoro svizzero. Questo rappresenta il punto di partenza, in quanto il datore di lavoro deve presentare la richiesta di permesso presso il Cantone competente. A seconda della durata del contratto, le procedure variano: se il contratto è inferiore a 3 mesi, non è necessario ottenere un permesso, ma il datore di lavoro deve comunque notificare online il rapporto lavorativo. Per contratti di durata compresa tra tre mesi e un anno, è necessario richiedere un permesso L, valido fino a un massimo di 12 mesi.
Se il contratto ha una durata superiore a un anno o è a tempo indeterminato, si richiede il permesso B, che ha validità di 5 anni e può essere rinnovato.
Una volta giunti in Svizzera, è fondamentale registrarsi presso l’ufficio immigrazione del Cantone entro 14giorni dall’arrivo e prima di iniziare a lavorare. Durante questa fase, occorre dimostrare la propria situazione lavorativa, presentare un documento d’identità valido e fornire la prova di disporre di un’abitazione in Svizzera, come un contratto di affitto. È inoltre necessario dimostrare di avere mezzi sufficienti per il proprio sostentamento durante il soggiorno.
Per coloro che lavorano in Svizzera ma vivono in Italia o in un altro Paese confinante, il permesso richiesto è il permesso G, riservato ai lavoratori frontalieri. Questo tipo di autorizzazione permette di lavorare in Svizzera senza trasferire la residenza, a condizione che si rientri nel proprio Paese almeno una volta alla settimana.
Infine, i cittadini UE possono beneficiare di ulteriori opportunità in base alla durata della loro permanenza in Svizzera. Il permesso L è ideale per soggiorni brevi, mentre il permesso B è destinato a chi si trasferisce per periodi più lunghi o intende avviare un’attività imprenditoriale autonoma. Dopo 10 anni di residenza continuativa, o 5 anni per alcuni paesi UE, si può richiedere il permesso C, che garantisce il diritto di soggiorno permanente, non soggetto a restrizioni. Tuttavia, la stabilità del permesso è spesso legata alla condizione lavorativa: in caso di perdita del lavoro, possono emergere complicazioni che richiedono l’aggiornamento del permesso o ulteriori verifiche da parte delle autorità cantonali.
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