Il fondo Elliott Management investe 4 miliardi di dollari in PepsiCo, con un piano di ristrutturazione che mira a rilanciare il brand e a far volare le azioni.
PepsiCo ha un nuovo e potente azionista pronto a lasciare il segno. Elliott Management, uno dei più noti fondi di investimento attivisti al mondo, ha acquisito una partecipazione da 4 miliardi di dollari nel colosso delle bevande e degli snack, diventando così uno dei suoi principali investitori.
La mossa non è solo finanziaria. Il fondo guidato da Paul Singer ha infatti presentato un piano di ristrutturazione che punta a rilanciare la crescita di Pepsi e a rafforzarne il valore di mercato, con l’obiettivo ambizioso di incrementare le azioni di oltre il 50% nei prossimi anni. La notizia ha già avuto un impatto immediato a Wall Street, dove i titoli PepsiCo hanno guadagnato circa il 5% nelle contrattazioni pre-market, raggiungendo quota 155 dollari dopo l’annuncio.
PepsiCo: un colosso in difficoltà in cerca di nuova spinta
Negli ultimi anni PepsiCo ha vissuto una fase complessa. A partire dalla primavera 2023, le azioni hanno perso circa un quarto del loro valore, passando da una capitalizzazione di mercato di 270 miliardi di dollari a poco più di 200 miliardi. Una flessione pesante per un gruppo abituato a crescere costantemente grazie alla forza dei suoi brand iconici, come Gatorade, Doritos e la stessa Pepsi.
Le difficoltà principali riguardano soprattutto il calo delle vendite di bevande in Nord America, mercato da sempre cruciale per l’azienda. A ciò si aggiunge la riduzione dei margini di profitto e un rallentamento del business alimentare, che non è riuscito a compensare il calo nei soft drink. In parallelo, l’instabilità politica e le nuove barriere commerciali hanno aggravato ulteriormente la pressione sui conti, con la prospettiva di perdite legate all’aumento dei dazi.
Per fronteggiare questa situazione, la società ha cercato di adattarsi ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, puntando su prodotti percepiti come più salutari. Un passo importante in questa direzione è stata l’acquisizione di Celsius, marchio emergente nel segmento delle bevande energetiche. Tuttavia questi sforzi non sono stati sufficienti a invertire la tendenza negativa.
Il piano di rilancio di Elliott Management
Il fondo Elliott ha presentato un articolato piano di rilancio al consiglio di amministrazione di PepsiCo. Le linee guida si basano su tre pilastri principali: ristrutturazione operativa, revisione del portafoglio e governance più solida.
Sul piano operativo, l’obiettivo è identificare e correggere le aree di debolezza attraverso una maggiore efficienza e controllo dei costi. Sul fronte del portafoglio, invece, Elliott spinge per una separazione più netta tra le divisioni “beverage” e “food”, in modo da valorizzare meglio ciascun business e attrarre investitori con strategie mirate.
Il fondo intende inoltre rafforzare la governance aziendale, introducendo regole più stringenti di responsabilità manageriale e orientando le decisioni verso investimenti che privilegino marketing e innovazione.
Secondo Elliott, un piano ben eseguito potrebbe portare a un incremento del prezzo delle azioni superiore al 50%, riportando PepsiCo sul sentiero della crescita sostenuta.
Precedenti e prospettive: cosa aspettarsi per PepsiCo
L’intervento di Elliott Management in PepsiCo non è un caso isolato. In passato il fondo ha già guidato con successo campagne simili in altre multinazionali.
Emblematici sono ad esempio i casi di Honeywell, in cui l’azione di Elliott spinse alla scissione di una parte dell’azienda, e di Starbucks, che portò a un significativo cambiamento nella leadership. In entrambi i casi, le riforme proposte dal fondo hanno avuto un impatto positivo sul valore delle azioni. Se PepsiCo seguirà la stessa traiettoria, gli investitori potrebbero assistere a un’importante fase di trasformazione.
L’azienda, dal canto suo, dovrà affrontare una sfida non banale: conciliare l’identità storica di brand globale con la necessità di innovare, rispondendo alle nuove sensibilità dei consumatori e agli equilibri del mercato internazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA