Tredicesima più bassa dello stipendio, ecco perché

Simone Micocci

16 Dicembre 2025 - 14:14

Sai perché la tredicesima è più bassa rispetto allo stipendio? La distanza si amplia nel 2025, ecco perché.

Tredicesima più bassa dello stipendio, ecco perché

Anche quest’anno la tredicesima netta è più bassa dello stipendio netto. Anzi, la differenza rischia di essere ancora più rilevante rispetto agli anni scorsi visto che sulla tredicesima - che i datori di lavoro pagheranno nei prossimi giorni - non si applica il taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di Bilancio del 2025.

Senza dimenticare poi che quest’anno non è previsto alcun bonus tredicesima, 100 euro in più che nel 2024 sono serviti a compensare la differenza rispetto allo stipendio netto di dicembre.

Eppure generalmente il lordo di tredicesima e stipendio è lo stesso: d’altronde, sono le regole di calcolo a prevederlo. Secondo la normativa, infatti, oggi un lavoratore dipendente matura una tredicesima pari a 1/12 della retribuzione lorda per ogni mese lavorato nel corso dell’anno (presso la stessa azienda ovviamente). Ecco perché chi ha un rapporto di lavoro precedente all’1 gennaio 2025 e quest’anno non ha avuto lunghi periodi di assenza in cui non matura la tredicesima, trova in busta paga più o meno lo stesso importo lordo per queste due prestazioni.

Il problema si verifica quando si trasforma il tutto in importo netto, perché la tredicesima si differenzia dallo stipendio anche per 200 o 300 euro (per quanto comunque la situazione varia a seconda della condizione personale).

A tal proposito, ti sei mai chiesto perché la tredicesima è così più bassa rispetto allo stipendio? Immaginiamo di sì e pertanto abbiamo deciso di darti una risposta esaustiva che possa fugare ogni vostro dubbio a riguardo.

Perché solitamente la tredicesima è più bassa dello stipendio

Come prima cosa approfondiamo le ragioni per cui solitamente, e non solo quest’anno, la tredicesima ha un importo netto più basso rispetto a quello dello stipendio.

Questa differenza è più tangibile per coloro che beneficiano maggiormente delle detrazioni in busta paga: è bene sapere, infatti, che sulla tredicesima di fine anno si applicano imposte e contributi come nel caso dello stipendio, mentre non spetta alcuna detrazione.

Ad esempio, sulla tredicesima non si applica il trattamento integrativo capace di riconoscere un bonus fino a 100 euro, come pure le detrazioni da lavoro dipendente o quelle per familiari a carico.

Ne risulta, quindi, che a parità di contributi l’imposta dovuta sui 12 ratei di tredicesima, sia se pagati in un’unica soluzione nella busta paga di fine anno che nel caso in cui vengano riconosciuti mensilmente, è maggiore rispetto a quanto versato per lo stipendio.

Perché quest’anno la tredicesima rischia di essere ancora più bassa rispetto allo stipendio

Come abbiamo visto sopra, sulla tredicesima si applicano regole fiscali differenti rispetto allo stipendio ordinario. Nel 2025, però, c’è un’altra ragione per cui l’importo netto della tredicesima risulta più basso: ciò dipende dai nuovi bonus fiscali introdotti dalla legge di Bilancio 2025 per ridurre il cuneo fiscale.

La manovra, infatti, ha superato il taglio dei contributi a carico del lavoratore e ha scelto di intervenire direttamente sull’Irpef e sulle detrazioni per lavoro dipendente, riconoscendo una serie di benefici che aumentano il netto in busta paga solo sulle 12 mensilità ordinarie.

Nel dettaglio, per i lavoratori con reddito da lavoro dipendente fino a 20.000 euro annui è stato introdotto un trattamento integrativo esentasse, calcolato in percentuale sullo stipendio e riconosciuto per dodici mensilità. L’importo varia in base al reddito complessivo ed è pari al 7,1%, 5,3% o 4,8% dello stipendio, contribuendo ad aumentare il netto mensile senza concorrere alla formazione del reddito.

Per i redditi compresi tra 20.000 e 32.000 euro, invece, è previsto una maggiorazione della detrazione per lavoro dipendente pari a 1.000 euro annui, anch’essa spalmata su dodici mensilità. In busta paga questo si traduce in una detrazione aggiuntiva di circa 83 euro al mese, che incrementa direttamente lo stipendio netto.

Infine, per i lavoratori con reddito annuo lordo tra 32.000 e 40.000 euro spetta una maggiorazione parziale della stessa detrazione, calcolata in modo proporzionale al reddito complessivo, con un beneficio mensile decrescente al crescere del reddito.

Il punto centrale è che tutti questi bonus fiscali si applicano esclusivamente alle 12 mensilità ordinarie. Poiché sulla tredicesima non spettano né il trattamento integrativo né le detrazioni per lavoro dipendente, l’importo netto della mensilità aggiuntiva risulta inevitabilmente più basso rispetto a quello di uno stipendio dello stesso importo lordo.

Esempio

Prendiamo come esempio un lavoratore del settore privato che nel 2025 guadagna 1.500 euro lordi al mese con una tredicesima dello stesso importo, a fronte di un reddito annuo complessivo di 19.500 euro. Dal punto di vista contributivo non c’è alcuna differenza: sia sullo stipendio che sulla tredicesima si applicano i contributi ordinari del 9,19%, pari a 137,85 euro. In entrambi i casi l’imponibile fiscale scende quindi a 1.362 euro.

La differenza, quindi, nasce interamente sul piano fiscale. Sul normale stipendio mensile, l’Irpef lorda di circa 313 euro viene fortemente ridotta grazie alle detrazioni per lavoro dipendente, che nel 2025 continuano ad applicarsi sulle dodici mensilità ordinarie. Inoltre, con un reddito inferiore a 20.000 euro, spetta anche il trattamento integrativo esentasse del 4,8%, pari a 72 euro netti al mese, che aumenta direttamente il netto in busta paga. Grazie a questi due benefici, lo stipendio netto mensile arriva a circa 1.345 euro.

Quando si passa alla tredicesima, invece, il quadro cambia completamente. Pur partendo dallo stesso lordo e subendo le stesse trattenute contributive, sulla mensilità aggiuntiva non si applicano né le detrazioni per lavoro dipendente né il trattamento integrativo. L’Irpef viene quindi calcolata in modo pieno, senza alcun abbattimento: il risultato è una tredicesima netta di circa 1.049 euro.

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