Nuove tranches di titoli di Stato su scadenze a breve, medio e lungo termine adatte a più strategie o necessità di investimento
Martedì 14 sono andati di scena una serie di aste di bond sovrani in casa MEF. Li accomuna l’emittente, la valuta dei titoli e la struttura dei tassi fissi e costanti, mentre divergono su almeno tre parametri:
- la durata residua, dato che 2 BTP hanno scadenza tra poco più di 3 anni, poi c’è un settennale e un quindicinale;
- i tassi nominali annui delle rispettive obbligazioni;
- il rapporto rischio/rendimento e le possibili finalità di impiego.
Qui tralasceremo il solo BTP 2040 mentre ci concentreremo meglio sugli esiti delle restanti tre aste. Entriamo nel vivo, quindi, ed illustriamo i rendimenti di fine asta sul BTP 7y e i due BTP alternativi a liquidità e conto corrente.
Il BTP 10y con vita residua a 3 anni
Per l’obbligazione con ISIN IT0005340929 nata il 1° agosto 2018 è arrivata la 19° tranche per un importo assegnato di 1,25 mld di €. Si tratta di un decennale in origine a cui residuano 3 anni e 45 giorni circa, dato che il rimborso finale è previsto per il 1° dicembre ‘28. Quest’ultima è anche la prossima data di stacco cedola (l’altra è il 1° giugno), pertanto chi si è aggiudicato il bond dovrà conteggiare anche 137 giorni di dietimi.
Il payout nominale è del 2,80%, l’1,40% lordo semestrale, mentre l’effettivo a scadenza esitato al termine delle procedure d’asta è stato del 2,23% per via dei prezzi di aggiudicazione a 101,76 (dati MEF). La duration modificata dei titoli già in circolo, infine, è del 2,9.
L’obbligazione a 3 anni con cedola al 2,35%
Sempre sulla scadenza residua a 3 anni c’è stato il BTP con identificativo IT0005660052. L’emissione è avvenuta 15 luglio scorso, 3 mesi fa, mentre il rimborso è previsto per il 15/01/’29. Dato il prossimo stacco per metà gennaio, ci sono 93 giorni di dietimi da conteggiare e aggiungere al controvalore aggiudicato più le spese di commissioni bancarie.
Qui il Tesoro è giunto alla 5° tranche in offerta per un ammontare di 2 mld di €, e in 0,4 quello riservato all’asta supplementare. La cedola è del 2,35%, l’1,175% ogni 6 mesi, quasi in linea con l’effetivo esitato dato il prezzo di aggiudicazione a 100,02.
Morale, il ritorno lordo complessivo da qui al termine dei neo sottoscrittori sarà del 7,6% circa. La duration modificata, indine, si aggira sul 3,06 (dati: Borsa Italiana).
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Liquidità pura o strumenti a rischio basso?
I ritorni lordi su vistinon sono sicuramente da urlo, ma in linea con gli scenari di mercato. Del resto questi BTP non nascono per far crescere il capitale nel tempo, quanto invece per proteggerlo sul medio termine. Detta in altre parole, sono delle potenziali alternative al cash puro o ai prodotti concorrenti come conto deposito o fondi monetari o il risparmio postale. Meglio, vincenti sempre rispetto alla liquidità pura, spesso infruttifera e costosa, mentre valutabile da un caso all’altro rispetto agli strumenti antagonisti.
Dalla loro i BTP godono di buona liquidità sul mercato secondario e quindi si tratta di investimenti nonvincolanti, e in più godono della garanzia sovrana. Inoltre i due BTP precedenti non hanno durate eccessive, per cui il rischio di mercato è abbastanza contenuto. Ultimo ma non per questo meno importante, la fiscalità è di vantaggio rispetto all’aliquota ordinaria del 26% sulla pluralità degli strumenti finanziari.
Rendimenti di fine asta sul BTP 7y e i due BTP alternativi a liquidità e conto corrente
Veniamo ora alle condizioni economiche spuntate dal BTP a 7 anni ISIN IT0005668220 nato un mese fa (il 09/09) e in scadenza il 15 novembre 2032. I giorni di dietimi da conteggiare, quindi, sono 37, mentre la 2° tranche assegnata è stata pari a 3,5 mld di € (5,386 quelli domandati), e in 0,7 all’asta supplementare.
La cedola nominale annua è del 3,25%, al netto della prima in assoluto, in calendario tra un mesetto (15/11 e 15/05) che sarà del tipo corta. Il tasso lordo sarà pari a 0,591712%, parametrato ai 67 giorni effettivi su un semestre di 184. Il prezzo di aggiudicazione è stato a 101,42 per cui lo yield che si è assicurato il nuovo sottoscrittore è del 3,05% lordo annuo a scadenza.
A settembre il prezzo di aggiudicazione fu 99,667 (dati: MEF) e in 40 giorni i corsi si sono apprezzati dell’1,7% circa. Meglio attendere un nuovo calo per entrare sul titolo o farlo adesso? Difficile dirlo, sarà tutto un work in progress, e al momento i rendimenti sono in lieve calo rispetto al recente passato.
Nel complesso l’obbligazione sembra adatta a chi cerca un flusso di reddito costante per un medio periodo, e a rischio non eccessivo. Insomma, il classico bond da cassettista per mettere a reddito la liquidità su uno strumento comunque garantito dallo Stato. Il rischio di mercato resta sempre, ma destinato a scemare con il passare dei mesi.
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