Tim: accordo con i sindacati per evitare licenziamenti

Francesca Caiazzo

12 Giugno 2018 - 11:18

L’azienda e le sigle sindacali hanno raggiunto un accordo che prevede contratto di solidarietà al posto della cassa integrazione e uscite volontarie

Tim: accordo con i sindacati per evitare licenziamenti

Un accordo che soddisfa tutti – azienda, sindacati e governo – e che evita i licenziamenti. È arrivata nella notte l’intesa sul destino di circa 30mila lavoratori Tim, per il quali non si prospetta più la cassa integrazione, come richiesto dal gruppo il 16 maggio scorso, ma il contratto di solidarietà.

Sul tavolo anche la soluzione per gestire i 4.500 esuberi annunciati dall’azienda attraverso prepensionamenti, riqualificazioni e internalizzazioni.

Un percorso che sembra metter d’accordo tutti e sul quale ora toccherà agli stessi lavoratori pronunciarsi.

La solidarietà difensiva

Il risultato principale ottenuto con l’accordo siglato tra Tim e sindacati (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl) è che si eviteranno i licenziamenti.

La cigs di 12 mesi per circa 30 mila lavoratori richiesta dall’azienda circa un mese fa è stata infatti tramutata, su proposta delle sigle sindacali, in solidarietà difensiva

“che non prevede licenziamenti come invece la cigs straordinaria per le riorganizzazioni”

ha sottolineato Luciano Savant Levra, segretario nazionale Uilcom Uil.

Questo significa che per un anno i dipendenti lavoreranno due giorni in meno al mese, consentendo un notevole risparmio sui costi.

Questo tipo di contratto però non sarà applicato ai circa 14 mila lavoratori della rete, ormai destinata allo scorporo e avviata a confluire in una nuova società.

I prepensionamenti

L’intesa prevede inoltre il ricorso a strumenti volontari di uscita - come l’Iso pensione - che di fatto assorbiranno i 4.500 esuberi programmati dall’azienda: i lavoratori che ne usufruiranno già nel 2018 sarebbero circa un migliaio.

Dal prossimo anno, potranno essere collocati in prepensionamento anche quelli che maturano il diritto alla pensione entro il 31 maggio 2024, mentre nel 2020 coloro i quali maturano tale diritto entro il 31 dicembre 2025.

L’ultima parola sull’accordo spetta ora ai lavoratori, chiamati a esprimersi attraverso un referendum.

Dopo l’estate, infine, Tim e sindacati si rivedranno per avviare un nuovo tavolo di confronto sulla contrattazione di secondo livello, che come spiegato dal sindacalista della Uil, era stata disdetta e sostituita con un regolamento aziendale unilaterale.

Di Maio resta vigile sulla vicenda

Azienda e sindacati, dunque, tornano a dialogare e lo fanno anche grazie alla mediazione del governo. Per il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha deciso di trattenere la delega alle Telecomunicazioni, si tratta di una grande risultato.

“Il fatto che ci sia la disponibilità a trovare un modo per azzerare gli esuberi e utilizzare strumenti non traumatici, per evitare di far piombare i lavoratori in situazioni difficili, è qualcosa che mi rende felice”

ha scritto il vicepremier su Facebook subito dopo l’incontro al ministero.

Il leader del M5S promette di continuare a seguire da vicino le prossime fasi della vicenda, annunciando la creazione di dei “tavoli per controllare che questo accordo venga attuato bene” e per verificare che il piano industriale dell’azienda sia sostenibile.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it