Poste Italiane annuncia la nuova grande mossa su TIM, pronta a risolvere il nodo OPA. Cosa succede alle azioni a Piazza Affari

Laura Naka Antonelli

12 Dicembre 2025 - 09:18

Il grande nuovo annuncio di Poste Italiane su TIM-Telecom Italia. Focus sulle azioni entrambe quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari.

Poste Italiane annuncia la nuova grande mossa su TIM, pronta a risolvere il nodo OPA. Cosa succede alle azioni a Piazza Affari

Poste Italiane ha appena annunciato una nuova grande mossa lanciata su TIM-Telecom Italia, la compagnia di tlc di cui è diventata azionista di maggioranza all’inizio di quest’anno, riportando l’azienda in mani italiane.

Con un comunicato diramato nella serata di ieri, giovedì 11 dicembre 2025, il gruppo guidato dall’AD Matteo Del Fante ha reso noto, a seguito della riunione del suo Consiglio di Amministrazione, di avere formalizzato l’acquisizione della partecipazione residuale detenuta dai francesi di Vivendi, pari a 384.099.915 azioni ordinarie, corrispondenti al 2,51% del totale delle azioni ordinarie e al 1,80% del capitale sociale di TIM.

L’acquisto della quota ancora in mano a Vivendi è avvenuto a un prezzo pari al valore a cui le azioni TIM hanno chiuso la sessione di Piazza Affari di mercoledì 10 dicembre 2025.

TIM, Poste fa shopping di ultime azioni detenute da Vivendi, salirà al 27,32%. Ma niente OPA obbligatoria

Poste ha dunque versato a Vivendi 187 milioni, comunicando che l’acquisizione verrà finanziata mediante cassa disponibile.

L’operazione farà sì che Poste Italiane – già primo azionista di Telecom Italia con il 24,81% delle azioni ordinarie – sarà in possesso di una partecipazione pari al 27,32% delle azioni ordinarie TIM, corrispondente al 19,61% del capitale sociale, con il conseguente superamento dell’attuale soglia rilevante ai fini della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto obbligatorie (25%).

Di conseguenza, Poste Italiane ha precisato, in linea con quanto stabilito dalla normativa attuale, che si impegnerà a cedere a parti non correlate le azioni ordinarie detenute in eccedenza rispetto alla suddetta soglia, “entro 12 mesi dal perfezionamento dell’acquisto, astenendosi, nel mentre, dall’esercizio dei diritti di voto relativi a tali azioni”.

Il gruppo guidato dal CEO Matteo Del Fante ha aggiunto che, con questa ulteriore mossa con cui sale ulteriormente nel capitale di Telecom Italia, “rafforzerà l’investimento di natura strategica realizzato in TIM, confermando il proprio obiettivo di svolgere il ruolo di azionista industriale di lungo periodo, attraverso la realizzazione di sinergie e la creazione di valore per tutti gli stakeholder ”.

Il nodo della soglia per l’OPA obbligatoria, nel mezzo della riforma del TUF

Poste Italiane ha dunque trovato la strada che le consentirà di evitare il lancio dell’OPA obbligatoria, finora imposta a qualsiasi azionista di maggioranza che conquisti una partecipazione superiore al 25% in assenza di un altro stakeholder che detenga una quota più alta.

Proprio della questione di Poste-TIM aveva riflettuto agli inizi di ottobre un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa Reuters, che aveva affrontato la questione della riforma del Testo unico per la Finanza (TUF), con cui il governo Meloni ha deciso di fissare al 30% la soglia unica per l’obbligo del lancio di un’offerta di acquisto totalitaria su una società quotata, rimuovendo la soglia del 25% prevista finora.

In quell’occasione Reuters aveva affrontato proprio il dossier di Poste-TIM, così scrivendo:

“Il provvedimento potrebbe avere implicazioni significative per alcune aziende come Telecom Italia (TIM), dove Poste Italiane è il primo azionista con il 24,8%. Poste potrebbe acquistare ulteriori azioni Tim senza lanciare un’OPA, rafforzando la sua partecipazione, hanno riferito a Reuters da due fonti vicine al dossier”.

Ieri altre fonti di mercato, sulla scia di indiscrezioni relative alla nuova scalata di Poste Italiane su Telecom Italia, avevano indicato che Poste Italiane sarebbe riuscita a schivare l’obbligo di lanciare l’OPA sulla compagnia telefonica, avvalendosi - in base a quanto ricostruito da Radiocor, “dell’articolo 49 del regolamento Emittenti (lettera d) che prevede l’esenzione di OPA obbligatoria oltre la soglia del 25% se lo sforamento rimane un fenomeno temporaneo, e si risolve entro un anno”.

La questione, era stato fatto notare, avrebbe potuto risolversi automaticamente, anche se, “entro l’anno dall’operazione di acquisto”, fosse diventata legge “ la riforma del TUF che prevede l’innalzamento della soglia per l’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria dal 25 al 30 per cento ”.

Focus azioni Poste Italiane e Telecom Italia, il trend degli ultimi mesi, nel 2025 e su base annua

Le azioni Poste Italiane hanno terminato la sessione di ieri, giovedì 11 dicembre 2025, in rialzo dello 0,53%, a quota 20,70 euro, aprendo la sessione di oggi del Ftse Mib per ora senza grandi slanci, in rialzo dello 0,40% circa, a quota 20,78 euro.

I titoli sono reduci da un rialzo pari a +2,5% negli ultimi cinque giorni di trading sul Ftse Mib di Piazza Affari e di un trend più debole nell’ultimo mese di contrattazioni, pari a un calo del 2,68%.

Negli ultimi tre mesi il titolo Poste Italiane ha riportato un rialzo pari a +3,63%, mentre YTD, ovvero dall’inizio del 2025, la performance è di un balzo del 52%.

Le azioni Poste Italiane viaggiano inoltre a un valore superiore del 50% rispetto allo stesso periodo del 2024, dunque su base annua.

In evidenza il recente evento con cui l’azienda guidata dall’amministratore delegato Matteo Del Fante ha celebrato i 10 anni dalla quotazione a Piazza Affari e i recenti conti record del gruppo. Tra le novità, occhio anche al nuovo bond.

Per quanto riguarda TIM-Telecom Italia, la compagnia di tlc gestita dal CEO Pietro Labriola, tornata in mani italiane proprio grazie all’entrata nel suo capitale di Poste Italiane, che ha acquisito la quota di maggioranza dai francesi di Vivendi, le azioni hanno chiuso la giornata di ieri in progresso dello 0,78%, a quota € 0,490, aprendo la sessione di oggi in rialzo dello 0,70% circa, a quota 0,4936 euro.

A parte il dietrofront dell’ultimo periodo (negli ultimi 5 giorni le azioni hanno ceduto l’1,7% e nell’ultimo mese si sono indebolite dell’1%), la performance del titolo Telecom Italiana sul Ftse Mib è stata quest’anno stellare, pari a uno scatto YTD del 99% circa. Su base annua il rally è stato pari inoltre a +93,60%.

Tutte le mosse di Poste per scalare TIM e riportare l’azienda in mani italiane

Il primo grande atto di Poste Italiane su TIM è stato annunciato in data 15 febbraio 2025 quando, al termine della riunione del CDA, il gioiello di Stato controllato dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha annunciato di essere entrato nel capitale di Telecom Italia, acquistando una partecipazione pari al 9,81% dell’azienda da CDP (Cassa Depositi e Prestiti), cedendo a CDP la sua quota del 3,78% in Nexi.

Per ottenere quella quota del 9,81% di azioni TIM, Poste ha dunque pagato CDP con ’moneta’ Nexi, dunque con l’intera quota detenuta in precedenza nella società di servizi di pagamenti digitali.

Telecom Italia è tornata poi di nuovo in mani italiane alla fine di marzo, con il grande annuncio di Poste Italiane che, a seguito della decisione dell’ex maggiore azionista di Telecom Italia, ovvero dei francesi di Vivendi, di scaricare una quota pari al 5%, ha fatto incetta di altre azioni TIM, scalando ulteriormente il gruppo in mano al CEO Pietro Labriola, e annunciando, in data 29 marzo 2025, l’acquisizione finale della quota di Vivendi pari al 15% delle azioni ordinarie TIM attraverso il pagamento di corrispettivo di € 684 milioni (al prezzo di euro € 0,2975 per azione), “finanziato mediante cassa disponibile”.

Con quella operazione Poste è arrivata a detenere al perfezionamento dell’operazione “ complessivamente pari al 24,81% delle azioni ordinarie e al 17,81% del capitale sociale, divenendone il maggiore azionista”.

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