Terremoto finanziario, non è finita: cosa sta per accadere nei mercati

Violetta Silvestri

25 Marzo 2023 - 15:31

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La prossima settimana offrirà nuovi spunti di riflessione sulla gravità della crisi bancaria: il panico finanziario è finito o si rischiano altre scosse? Cosa può ancora accadere nei mercati.

Terremoto finanziario, non è finita: cosa sta per accadere nei mercati

Crisi bancarie e mercati nel panico: lo tsunami finanziario si è placato ? Un’analisi di esperti fa il punto su Reuters su quanto accaduto di imprevedibile in questo primo trimestre, con uno sguardo attento alle prossime settimane.

Nell’incredibile chiusura dei primi tre mesi del 2023 per i mercati finanziari, sconvolti dalle turbolenze bancarie, si spera ora in una certa stabilità. Tuttavia gli analisti non ci scommettono troppo.

I titoli bancari regionali statunitensi rimangono vicini ai livelli più bassi degli ultimi due anni, l’Europa sta soppesando le ricadute dell’accordo forzato tra UBS e Credit Suisse. E i dati mostreranno quanto le ripercussioni del mercato stiano rendendo più probabile la recessione.

Cosa osservare nei mercati la prossima settimana.

Mercati alla prova tra tassi al massimo e crollo banche

La prima osservazione degli analisti Reuters riguarda quanto accaduto finora. Gennaio ha visto la più grande corsa alle azioni nel primo mese dell’anno mai registrata, con gli investitori che hanno fatto il pieno di questi asset a buon mercato.

Con i tassi di interesse elevati prezzati, i rendimenti obbligazionari ai massimi pluriennali hanno attratto gli investitori. La minaccia dell’inflazione è apparsa meno grave e la crescita più solida. Crisi scongiurata?

Tutto è cambiato quando i titoli delle banche regionali statunitensi sono crollati sulla scia del fallimento della Silicon Valley Bank e dell’implosione del gigante Credit Suisse, con la svalutazione di alcune delle sue obbligazioni che ha trasformato la volatilità del mercato in un panico in stile 2008.

Quello che ci si aspetta è che il livello massimo dei tassi di interesse delle banche centrali arriverà più velocemente delle attese, non perché l’inflazione sia stata sconfitta, ma perché c’è più prudenza nell’alimentare le fiamme di una stretta creditizia, proprio mentre il settore bancario vacilla.

Banche in crisi: sarà corsa allo sportello?

Il crollo della Silicon Valley Bank, un calo del prezzo delle azioni del 90% in due settimane di First Republic Bank, una acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS per evitare una crisi più ampia, il brusco affondo di Deutsche Bank: le banche hanno vissuto giorni convulsi. Ma le turbolenze potrebbero non essere ancora finite.

Il capo della BNS Thomas Jordan ritiene che le prossime due settimane saranno vitali per garantire l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Il presidente della Fed Jerome Powell, intanto, ha affermato che lo stress bancario potrebbe innescare una stretta creditizia con implicazioni significative su un rallentamento potenziale dell’economia statunitense.

E anche se le banche centrali e i governi intervengono per arginare i segnali di panico, c’è una nuova sfida da affrontare: una corsa agli sportelli guidata dai social media che può essere difficile da controllare una volta che le voci e la paura prendono piede.

Azione legale contro la Svizzera?

L’acquisizione forzata del Credit Suisse da parte di UBS ha comportato l’eliminazione di 17 miliardi di dollari di debito con la cancellazione delle obbligazioni AT1.

Le autorità svizzere hanno stabilito che i detentori di obbligazioni Credit Suisse AT1 non avrebbero ottenuto nulla nel nuovo assetto che si stava creando. Gli azionisti, che di solito si collocano al di sotto degli investitori di debito quando una società diventa insolvente, riceveranno invece 3,23 miliardi di dollari.

Gli avvocati stanno valutando la possibilità di un procedimento contro le autorità svizzere. Come andrà a finire? Nei prossimi giorni sarà osservato da vicino l’evoluzione della questione.

La saga Credit Suiss, ricordiamo ha anche scosso il mercato obbligazionario AT1 da 275 miliardi di dollari, poiché gli investitori stanno valutando i prospetti del debito alla ricerca di clausole che potrebbero mettere in dubbio le prospettive di recupero.

Nuovi dati Usa in arrivo: sarà recessione?

L’economia Usa può evitare una recessione? La crisi bancaria ha suscitato timori che i prestiti rallentino e ne consegua una catena di effetti negativi.

La lettura di marzo della fiducia dei consumatori degli Stati Uniti è prevista per martedì prossimo. L’indice è sceso inaspettatamente a febbraio. Venerdì, l’indice della spesa per consumi personali di febbraio offrirà invece un altro sguardo sull’inflazione. A gennaio ildato è stato in accelerazione, alimentando i timori su una Federal Reserve più aggressiva.

La Fed ha alzato i tassi di un altro quarto di punto mercoledì, ma ha riformulato la sua prospettiva con una posizione più cauta, date le turbolenze del mercato che hanno inasprito le condizioni finanziarie.

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