Tassi d’interesse, nuovo rialzo annunciato dalla Fed: ragioni, obiettivi e conseguenze

Alessandro Nuzzo

25 Agosto 2023 - 23:15

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Il presidente Jerome Powell ha annunciato che la politica monetaria restrittiva da parte della Fed probabilmente proseguirà ancora.

Tassi d’interesse, nuovo rialzo annunciato dalla Fed: ragioni, obiettivi e conseguenze

A settembre ci sarà un nuovo rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti? A sentire le parole del presidente Fed Jerome Powell sembrerebbe probabile. Una politica monetaria restrittiva si è resa necessaria sia negli Stati Uniti che in Europa dopo che i dati sull’inflazione lo scorso anno avevano toccato cifre insostenibili. Come succede in questo casi, le banche centrali hanno iniziato ad aumentare i tassi d’interesse a 0,25% alla volta con l’obiettivo di limitare l’accesso al credito di famiglie e imprese e frenare l’impennata dei prezzi.

L’obiettivo di Fed e Bce è riportare l’inflazione sotto la soglia del 2%. L’ultimo aumento dei tassi c’è stato a luglio. Prima il congresso Fed che ha innalzato i tassi di altri 25 punti base portandoli ad un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%. Poi ha fatto seguito anche la Bce sempre con un aumento di 25 punti base portando il tasso a 4,25%.

In tanti credevano che questi di luglio fossero gli ultimi aumenti ma le due banche centrali si sono riservate di valutare ulteriori rialzi dopo aver analizzato attentamente i dati. E a quanto pare a settembre, almeno la Fed, potrebbe decidere per un nuovo aumento. Ad annunciarlo il presidente Jerome Powell intervenendo al simposio di Jackson Hole.

Fed pronta a nuovi rialzi dei tassi

La Fed si è detta pronta ad innalzare ancora i tassi d’interesse nei prossimi mesi per perseguire l’obiettivo di riportare l’inflazione sotto il 2%. Per questo motivo la politica monetaria restrittiva probabilmente proseguirà qualora i dati in arrivo non saranno ritenuti sufficienti. A ribadirlo il presidente Fed Jerome Powell. Fino a quando dobbiamo assistere ad un aumento dei tassi? Per Powell sapere quando l’economia degli Stati Uniti raggiungerà un livello inflattivo neutro non è dato saperlo ma bisogna valutare bene ogni scelta perché fare troppo poco rischia di rendere l’inflazione persistente con maggiori costi successivamente. Al contrario fare troppo può arrecare danni non necessari all’economia.

"Ai prossimi meeting guarderemo alla totalità dei dati e all’evoluzione dei rischi e su questa base decideremo con cautela se alzare nuovamente i tassi o fare una pausa in attesa di ulteriori informazioni" - ha detto Powell. Vedremo quindi se l’aumento ci sarà già a settembre o se si punterà ad una pausa. Di certo un nuovo rialzo dei tassi entro la fine dell’anno in questo momento sembra non essere in discussione.

Per fortuna i dati sulla crescita negli Stati Uniti sono incoraggianti. Nei primi 6 mesi dell’anno il Pil è cresciuto sopra le attese, la spesa dei consumatori resta elevata e anche il settore immobiliare sta mostrando segnali di ripresa. "Riportare l’inflazione al 2% richiederà un periodo di crescita economica sotto il trend e un ammorbidimento delle condizioni del mercato del lavoro" - ha detto Powell.

Da vedere cosa succederà invece in Europa dopo il nuovo aumento di luglio. La presidente Bce Christine Lagarde ha ribadito che ogni decisione verrà presa in Consiglio analizzando attentamente i dati in arrivo sull’inflazione in Europa. Anche in questo caso però entro la fine dell’anno un nuovo rialzo di almeno altri 25 punti base sembra non essere in discussione.

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