Tassi BCE a prova di shock? Il commento di Lagarde mentre la collega tedesca scrive la parola punto ai tagli

Laura Naka Antonelli

12/06/2025

Tassi BCE e inflazione euro, a che punto siamo? Diverse le dichiarazioni da Francoforte, con l’esponente tedesca che dice basta.

Tassi BCE a prova di shock? Il commento di Lagarde mentre la collega tedesca scrive la parola punto ai tagli

Carrellata di dichiarazioni da parte degli esponenti della BCE, presidente dell’istituzione Christine Lagarde inclusa.

Lagarde ha parlato nel corso di una intervista che ha rilasciato alla televisione CCTV, mentre nelle stesse ore, a illustrare il futuro della politica monetaria della Banca centrale europea, nello specifico della direzione futura dei tassi, sono stati anche altri esponenti del Consiglio direttivo dell’Eurotower, tra cui il vicepresidente dell’istituzione Luis de Guindos e la tedesca Isabel Schnabel, che siede nel Comitato esecutivo dell’Eurotower, e che è nota per le sue posizioni hawkish.

BCE, Lagarde ripete: “ci troviamo in una buona posizione”

Lagarde si è mostrata fiduciosa sia nei confronti del lavoro che la BCE ha compiuto e può ancora compiere per perseguire il suo mandato di stabilità dell’inflazione (al target del 2%), al contempo assicurando al PIL dell’Eurozona di rimanere resiliente.

La Banca centrale europea, ha sottolineato, si trova “ in una buona posizione per far fronte a shock futuri ”: una dichiarazione che avrà dato ulteriore ragione a chi paventa la fine dei tagli ai tassi annunciati da Francoforte che, lo scorso 5 giugno, sono arrivati alla loro ottava edizione.

Abbiamo stabilizzato i prezzi al livello che ci aspettavamo, siamo all’interno del nostro target di medio termine, che è pari al 2% ”, ha rimarcato la presidente della BCE.

BCE, parla il falco tedesco Schnabel: “Il ciclo di politica monetaria sta arrivando alla fine”

Se il messaggio di Lagarde non è stato chiaro, sicuramente lo è stato quello della collega Isabel Schnabel, che lo ha detto chiaro e tondo: “Il ciclo di politica monetaria sta arrivando alla fine”.

Ovvero? La missione della BCE sembrerebbe essere stata praticamente raggiunta, motivo per cui non ci sarebbe bisogno di muoversi, né in un senso e né nell’altro.

Nel breve termine l’inflazione dovrebbe rimanere inferiore al 2%, in gran parte a causa dell’energia e del tasso di cambio”, ha detto il falco tedesco, mettendo tuttavia subito in chiaro che la paura non è certo quella dell’arrivo di una disinflazione troppo pronunciata.

Crediamo anche che l’inflazione ritornerà al 2% nel medio termine”, ha aggiunto Schnabel, facendo notare che, dagli ultimi dati, è emerso che “ l’inflazione core non si è allontanata mai davvero dal 2% ”, e che è “questo il motivo per cui siamo davvero fiduciosi” del fatto che, al momento, così come ha detto oggi anche Lagarde, la politica monetaria dell’Eurotower si trovi in una “buona posizione.

Detto questo, a quanto pare la prudenza è d’obbligo, soprattutto ai tempi dei dazi di Trump in quanto, ha puntualizzato il falco tedesco, “se guardate alle aspettative sull’inflazione, sia dei consumatori che delle aziende, queste viaggiano in realtà al di sopra del 2% ”.

Lo scorso 5 giugno la BCE ha annunciato di aver tagliato i tassi principali di riferimento dell’area euro di 25 punti base, come da attese, per l’ottava volta dal 6 giugno 2024, giorno in cui è iniziata la fase di allentamento della restrizione monetaria che la Banca centrale aveva varato in precedenza quando si era ritrovata a combattere contro lo shock dell’inflazione, finita per andare fuori controllo.

Con quell’ottava sforbiciata, il tasso sui depositi dell’area euro è sceso al 2% dal 2,25% precedente, mentre i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati abbassati rispettivamente al 2,15% e al 2,40%.

Per Schnabel no problem per il PIL euro, “i consumi privati stanno sostenendo la crescita”

Con il discorso di oggi, Schnabel ha indicato, a dispetto delle colombe che ritengono che la BCE dovrebbe tagliare i tassi per proteggere i fondamentali economici dell’area euro dalla minaccia dei dazi di Trump - le cui conseguenze al momento non sono note, visto che quei dazi sono stati messi in pausa - che “l’outlook sulla crescita del PIL dell’area euro rimane ampiamente stabile, nonostante i conflitti commerciali” e che “le condizioni di accesso ai finanziamenti non sono più restrittive”.

Non solo: “ i consumi privati stanno sostenendo la crescita ” e “le spese per la difesa e per le infrastrutture compenseranno i dazi”.

Vero che “i prezzi energetici e l’euro potrebbero cambiare in qualsiasi direzione”: e questa frase indica che la minaccia che si presentino pressioni disinflazionistiche nell’area euro, da Schnabel, non è stata esclusa a priori.

Ma per ora, secondo l’esponente della BCE, la verità è che non ci sono più motivi per continuare a supportare ulteriormente l’economia attraverso eventuali e ulteriori tagli dei tassi.

L’esponente tedesca della Banca centrale europea ha dunque confermato, sebbene con un tono decisamente più perentorio, che manca davvero poco al momento in cui Francoforte, dopo aver decretato la fine delle strette monetarie anti-inflazione, decida di concludere anche l’attuale fase di allentamento monetario.

Occhio tuttavia all’attenti lanciato dal vicepresidente della BCE Luis de Guindos che, sempre oggi, ha avvertito che “ è possibile che i recenti sviluppi abbiano un effetto zavorra sulla crescita dell’Eurozona ”. Lo stesso ha aggiunto che “ l’economia dell’area euro finora si è confermata resiliente, sostenuta da un mercato del lavoro solido”.

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