Tasse per forfettari aumentano al 26%, ma in quali casi? Novità nella legge di Bilancio 2026

Nadia Pascale

10 Novembre 2025 - 11:10

Nuovi emendamenti alla Legge di Bilancio 2026, l’imposta sostitutiva per i forfettari potrebbe essere alzata al 26%. Ecco in quali casi.

Tasse per forfettari aumentano al 26%, ma in quali casi? Novità nella legge di Bilancio 2026

Le tasse per i forfettari aumentano al 26%? Proposte modifiche alla Legge di Bilancio 2026 con aliquota dell’imposta sostitutiva più alta per alcuni contribuenti. Ecco quali sono le novità che presto potrebbero cambiare tutto per i forfettari.

Il regime forfettario è spesso sotto accusa perché ritenuto particolarmente discriminatorio sia nei confronti di partite IVA in regime ordinario, sia nei confronti dei lavoratori dipendenti la cui aliquota delle imposte sul reddito è al 23%, se ricadenti nel primo scaglione. L’aliquota aumenta in modo considerevole all’aumentare del reddito.
In realtà l’obiettivo è semplificare la vita delle piccole partite IVA che possono avere problemi di liquidità e difficoltà di gestione nel versare imposte, contributi, spesso è dovuta anche l’imposta di bollo, a cui si aggiungono le spese di gestione. Molte partite Iva rischierebbero di non sopravvivere nel regime ordinario.

Detto questo, da un po’ di anni di fatto non si interviene normativamente sul regime forfettario e ora arriva una proposta che porterebbe l’aliquota dell’imposta sostitutiva al 26%, ma solo in alcuni casi.

Vediamo in quali casi l’aliquota delle imposte sostitutive per i forfettari potrebbe arrivare al 26%.

Tasse per i forfettari al 26%: ecco in quali casi

La Legge di Bilancio 2026 interviene sul forfettario solo per confermare anche nel 2026 il limite previsto per la cumulabilità tra lavoro dipendente e regime forfettario.

L’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) ha però depositato un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che, se approvato, porterebbe importanti novità.

La normativa ordinaria prevede che possano accedere al regime forfettario i contribuenti che al 31 dicembre dell’anno precedente abbiano maturato un reddito da lavoro dipendente o pensione non eccedente il limite dei 30.000 euro.
Il regime forfettario è compatibile con il lavoro dipendente o reddito da pensione sempre che il reddito proveniente da tali attività non ecceda i 30.000 euro.

La Legge di Bilancio 2025 ha innalzato solo per l’anno di imposta 2025 tale soglia a 35.000 euro. La Legge di Bilancio 2026 prevede la proroga di un ulteriore anno di tale limite.

Si deve precisare che il limite dei 35.000 euro non vale nel caso in cui l’attività di lavoro dipendente, o assimilato, sia cessata entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento, cioè anno precedente rispetto a quello in cui si vuole accedere al regime forfettario (circolare 10/E/2016).

Secondo la proposta dell’INT, Istituto Nazionale Tributaristi, tale limite potrebbe essere innalzato oltre i 35.000 euro, ma in questo caso troverebbe applicazione un’aliquota sostitutiva al 26% e non al 15% (ridotto al 5% per i primi 5 anni di attività). L’obiettivo è ampliare la platea dei potenziali titolari di partita IVA in regime forfettario, ma riducendo i vantaggi fiscali correlati al regime forfettario.

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