Taglio tasse o più soldi in busta paga? Le novità allo studio in Legge di Bilancio 2022

Rosaria Imparato

2 Novembre 2021 - 11:14

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La Legge di Bilancio 2022 dovrà diminuire la pressione fiscale, ma col taglio delle tasse (IRPEF e IRAP) o con più soldi in busta paga? Vediamo le novità allo studio.

Taglio tasse o più soldi in busta paga? Le novità allo studio in Legge di Bilancio 2022

Tra i punti principali della Legge di Bilancio 2022 c’è quello di alleviare la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese italiane: ma come funziona il taglio delle tasse? Quali sono le novità in arrivo dal prossimo anno per i cittadini? Il testo della manovra parla di intervenire sulle aliquote di IRPEF e IRAP, ma le strade percorribili sono più di una.

Innanzitutto bisogna decidere tra taglio delle tasse (o meglio delle imposte) oppure intervenire sul cuneo fiscale, con un conseguente aumento in busta paga. C’è da dire però che la seconda opzione porterebbe un vantaggio solo per i lavoratori dipendenti, lasciando fuori una vasta platea di autonomi e professionisti.

L’obiettivo è di far scendere la pressione fiscale al 41,7% nel 2022, facendola scendere dalla soglia dei 42,8 del 2020, e rimanere sul 41% negli anni successivi. Ma questa stabilizzazione della pressione fiscale deve essere fatta alla luce dei due principi della semplificazione e dell’equità.

Proviamo quindi a vedere quali possono essere le novità in Legge di Bilancio 2022 e quali sono le opzioni allo studio.

Taglio tasse in Legge di Bilancio 2022: come cambiare le aliquote di IRPEF e IRAP?

Quella attualmente in circolazione è una bozza della Legge di Bilancio 2022, ed è chiaro che nelle prossime settimane ci saranno cambiamenti al testo della manovra. Per ora, l’articolo 2 della bozza stabilisce che nel 2022 verranno usati 8 miliardi per la riduzione dell’IRPEF e dell’IRAP. In merito all’imposta sui redditi delle persone fisiche, il testo della Legge di Bilancio dice che l’obiettivo è:

“ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote di cui all’articolo 11, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917, sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo.”

Per quanto riguarda l’IRPEF, l’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale delle commissioni Finanze di Camera e Senato puntava a intervenire sul terzo scaglione, quello coi redditi da 28.000 a 55.000 euro, con aliquota al 38%.

Se invece si interviene riducendo a tre le aliquote IRPEF, l’intervento costerebbe circa 10 miliardi, cambiando l’imposta come segue:

  • 23% fino a 25.000 euro di reddito lordo;
  • 33% fino a 55.000;
  • 43% sopra tale soglia.

Un intervento così però, oltre a costare più di quanto stanziato nel Fondo, comporterebbe anche una revisione delle detrazioni e l’assorbimento del bonus 80/100 euro in busta paga.

Tra gli aiuti alle imprese, invece, la Legge di Bilancio ipotizza una riduzione dell’IRAP ma, come sottolinea il Sole24Ore, senza prevedere un intervento sulla base imponibile.

Più soldi in busta paga con la Legge di Bilancio 2022 col taglio del cuneo fiscale

Ma oltre a intervenire sulle aliquote IRPEF (e IRAP per le imprese), la Legge di Bilancio 2022 si è lasciata aperta una strada alternativa: il taglio del cuneo fiscale.

Con un taglio più alto sul cuneo partendo dagli 8 miliardi di euro del fondo si potrebbe alzare il bonus in busta paga da 100 a 120 euro. Un intervento così strutturato amplierebbe la platea di beneficiari del bonus in busta paga anche oltre ai redditi di 28.000 euro.

Il meccanismo di detrazione, che oggi si ferma a 40.000 euro di reddito, verrebbe portato fino a 55.000 euro.

Una misura del genere verrebbe sicuramente percepita dai lavoratori dipendenti, tuttavia lascerebbe fuori un amplia platea di contribuenti, come professionisti e autonomi, venendo meno alla promessa di equità che dovrebbe ispirare la riforma fiscale.

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