Stop agli aumenti di stipendio, l’annuncio del governatore di Bankitalia

Giorgia Bonamoneta

11 Febbraio 2023 - 18:01

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Ha senso aumentare gli stipendi degli italiani? Secondo il governatore di Bankitalia no. Ecco perché e quale soluzione mette sul tavolo.

Stop agli aumenti di stipendio, l’annuncio del governatore di Bankitalia

Ignazio Visco torna sulle parole dell’Ocse e ribadisce il suo stop agli aumenti degli stipendi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. Questo piano infatti è un rischio. Secondo il governatore di Bankitalia la soluzione alla perdita del potere di acquisto degli italiani è far leva sulla crescita della produttività.

La considerazione, fa notare ancora Ignazio Visco, non esclude la presenza di misure fiscali (mirate e temporanee) per alleviare il peso dell’inflazione su famiglie e imprese, soprattutto coloro che hanno più bisogno, ma non può essere un sostegno sistematico. In ogni caso l’inflazione, che è un fattore variabile, non può essere abbattuta con un sistema di aumento degli stipendi che è lento e adatto al lungo periodo. Manca la presa in considerazione di un fattore quasi unico nello scenario europeo: la non crescita degli stipendi italiani negli ultimi 30 anni.

Oltre lo stop agli aumenti di stipendio, Ignazio Visco si è espresso sulla produttività e gli investimenti in questa come possibile soluzione. Ecco cosa ha detto il governatore di Bankitalia.

No agli aumenti di stipendio: non è la soluzione alla perdita di potere d’acquisto

Le parole di Ignazio Visco sono chiare, anche se suonano strane alle orecchie degli italiani che hanno visto crescere i prezzi e diminuire la propria capacità di acquisto. Infatti secondo Visco per compensare la perdita del potere di acquisto l’unica soluzione potrebbe essere quella di far leva su una sostenuta crescita della produttività. Non c’è spazio per gli aumenti degli stipendi, insomma.

Secondo il governatore della Bankitalia le aspettative di inflazione sembrano essere rimaste ben ancorate e le banche centrali sono pienamente impegnate a raggiungere la stabilità dei prezzi. Il timore è quindi che un incremento dei salati generi ulteriori pressioni sui prezzi.

Qual è l’alternativa all’aumento degli stipendi?

Se non con l’aumento degli stipendi, la soluzione potrebbe essere quella della crescita della produttività. Visco, al convegno The Warwick Economics Summit 2023, si è espresso in questi termini, non risolvendo però il dubbio sui tempi della produttività.

Visco è quindi ottimista e crede che non ci sia una recessione per il futuro italiano, non per ridurre l’inflazione. “Penso che sia molto improbabile non solo per i sostanziali miglioramenti della politica monetaria ma anche e soprattutto per i numerosi cambiamenti strutturali che si sono realizzati nelle nostre economie da allora”, ha detto. Fa quindi notare, in conclusione del suo intervento, che i recenti sviluppi nell’area euro e negli Usa, come pure i sondaggi e le aspettative di mercato sono confortanti in questo senso, in quanto l’inflazione è prevista scendere rapidamente al 2% in un contesto di temporaneo rallentamento.

L’estrema incertezza del momento ci fa muovere prudentemente, ma non per questo bisogna smettere di investire nella produttività, dice ancora. Ecco allora che tra timore e ottimismo, manca però un segnale di tempo. È vero che l’inflazione sta calando, se teniamo uno sguardo sull’estero, ma i tempi lunghi erodono la fiducia dei cittadini e nel frattempo il potere d’acquisto diminuito e tagliato, mette a rischio i risparmi, già in affanno dopo la pandemia.

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