Aumentano gli stipendi dei detenuti: guadagneranno come un agente di Polizia Penitenziaria

Simone Micocci

26 Settembre 2017 - 09:08

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Stipendi dei detenuti aumentati dell’83%; la Polizia Penitenziaria in rivolta contro un sistema definito “senza senso” dai sindacati.

Aumentano gli stipendi dei detenuti: guadagneranno come un agente di Polizia Penitenziaria

Lo stipendio della Polizia Penitenziaria continua ad essere bloccato, nonostante la prospettiva del rinnovo del contratto si faccia sempre più concreta. Con una nota aggiuntiva del DEF, infatti, sono state individuate delle risorse aggiuntive - per un totale di 1 miliardo e 650 milioni di euro - da utilizzare per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione.

Questa notizia però non è servita per placare gli animi della Polizia Penitenziaria, che si è scagliata contro la decisione dell’amministrazione di concedere un aumento dell’83% per lo stipendio dei detenuti che lavorano in carcere.

Dal prossimo mese i detenuti impiegati nell’amministrazione penitenziaria guadagneranno circa 7 euro l’ora; uno stipendio simile a quello percepito da un agente della Polizia Penitenziaria, con la differenza che quest’ultimo è obbligato a pagare di tasca propria per avere un posto letto in caserma, mentre i detenuti non hanno spese aggiuntive poiché vitto e alloggio sono a carico dello Stato (con un costo giornaliero di 160 euro per detenuto).

Una situazione che Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha definito come “paradossale”, lamentando una disparità di trattamento tra gli agenti della Polizia Penitenziaria - che continuano ad essere “dimenticati” dallo Stato - e i detenuti, i quali invece sono sempre più tutelati.

Aumento stipendi dei detenuti: il caso della Lombardia

Per capire meglio le dimensioni del fenomeno prendiamo in esame un’indagine che si è concentrata sulla Regione Lombardia. Qui sono detenute nelle 18 carceri del territorio 8.309 persone, di cui 1.964 sono dipendenti dell’Amministrazione penitenziaria. Di questi 1.035 sono stranieri e 157 donne.

Le mansioni per le quali vengono utilizzati sono diverse; c’è chi lavora in cucina e chi invece si occupa della pulizia e della manutenzione delle aree interne ed esterne degli edifici. Per loro dal prossimo mese ci sarà uno stipendio di circa 7 euro l’ora, al quale si aggiungono - a seconda dei casi - tredicesima e quattordicesima.

A questi numeri, come dichiarato da Capece, bisogna aggiungere tutti quei dipendenti che continuano ad essere pagati dallo Stato pur non lavorando effettivamente. Infatti, per garantire a tutti i detenuti il diritto al lavoro, ogni 6 mesi chi è impiegato viene messo in una sorta di cassa integrazione, così da permettere ad altri di prendere il loro posto. “Tanto qui in Italia paga sempre Pantalone”, ha aggiunto Capece.

Stipendi detenuti e Polizia Penitenziaria: una situazione “paradossale”

Una situazione definita “assurda” anche da Fabio Fanetti, consigliere regionale del gruppo “Maroni Presidente” il quale pur non mettendo in discussione la tutela del diritto del lavoro per i detenuti, strumento importante per “favorire il loro recupero sociale”, è d’accordo sul fatto che l’intero sistema vada rivisto.

Perché se lo Stato non ha i soldi per aumentare lo stipendio della Polizia Penitenziaria, dove molti agenti hanno alle spalle dei mutui pesanti da pagare, ha le risorse per quelli dei detenuti? Perché gli agenti della Pol.Pen. alcune volte devono aspettare mesi per ricevere gli straordinari mentre i detenuti sono sempre più tutelati?

Effettivamente qualche falla nel sistema c’è; ne è convinto il segretario del Sappe il quale a sostegno della propria tesi porta il caso della Germania, dove un detenuto “che lavora prende 87 centesimi all’ora e si paga anche la corrente elettrica che usa”.

In Italia invece lo Stato non ha i soldi per gli stipendi e le pensioni degli agenti della Polizia Penitenziaria e delle altre Forze Armate; una situazione che per Capece - e non solo per lui - “è priva di ogni senso”.

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