Dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2026 scatta il contratto di solidarietà per tutti gli addetti del sito molisano: rotazioni, maturazione dei ratei e impianto sostanzialmente fermo per un anno.
Stellantis e le organizzazioni sindacali hanno firmato un accordo che attiva un nuovo contratto di solidarietà per lo storico stabilimento di Termoli. La misura partirà il 1° settembre 2025 e resterà in vigore fino al 31 agosto 2026, coinvolgendo circa 2.000 lavoratori. La prosecuzione del regime già in essere prevede, tra le altre cose, la maturazione dei ratei (tredicesima, ferie, ecc.) indipendentemente dai giorni effettivamente lavorati nel mese.
In concreto, lo stabilimento resterà sostanzialmente fermo, con forte riduzione dei turni e ricorso esteso alla riduzione d’orario tramite rotazioni.
Dal fronte sindacale, la Uilm Molise parla apertamente di “fase molto difficile” per il sito: il mercato auto resta debole, pesano i dazi USA sugli organi motore spediti oltreoceano e le incertezze industriali legate alla transizione. La sigla chiede un incontro al nuovo amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, per definire una traiettoria chiara su investimenti e prodotti.
Perché Termoli si ferma: mercato debole, dazi e transizione
L’accordo arriva come conseguenza di una domanda fiacca che sta spingendo il gruppo a prolungare gli ammortizzatori su più siti. Per Termoli, la combinazione di fattori macro e scelte commerciali ha aggravato il quadro, a cui si aggiunge lo slittamento dell’introduzione di nuovi contenuti industriali che lascia un vuoto di carichi per diversi mesi.
Secondo quanto riportato, il nuovo schema di solidarietà coprirà tutti i circa 2.000 addetti, con riduzione potenziale dell’orario molto ampia nel corso dei dodici mesi. Si tratta di un’evoluzione rispetto al precedente perimetro, più circoscritto, e fotografa la necessità di allineare l’output della fabbrica alla domanda effettiva.
In questo lasso di tempo, a Termoli prosegue l’uscita dal ciclo produttivo dei propulsori storici e si attende l’avvio di nuove lavorazioni più coerenti con l’elettrificazione del portafoglio.
Sul piano salariale, la tutela dei ratei indicata nell’accordo attenua l’impatto della riduzione d’orario, ma non lo azzera: per molti addetti il reddito dipenderà dalla percentuale di sospensione e dagli eventuali integrazioni contrattuali. La centralità del tema è stata sottolineata anche nel corso del confronto tra azienda e sindacati, che hanno condiviso l’esigenza di un “cuscinetto” in attesa di nuovi volumi.
I progetti industriali attesi per il futuro del sito
Sul futuro di Termoli pesano ancora due dossier. Il primo riguarda la gigafactory: il progetto di ACC, joint venture che vede Stellantis tra i partner, risulta di fatto fermo/pausato. Un punto dolente sottolineato dai sindacati, che chiedono chiarezza su tempi, investimenti e prospettive occupazionali, anche alla luce delle aspettative create presso i lavoratori.
Il secondo è la riallocazione produttiva. Il gruppo ha assegnato a Termoli la produzione del nuovo cambio doppia frizione (EDCT) destinato alle ibride; l’avvio non è immediato e coprirà solo in parte il fabbisogno occupazionale del sito. Le stime richiamate parlano di circa 300 riassorbimenti con il nuovo cambio, numeri insufficienti a saturare il totale degli addetti nel breve periodo. Di qui la necessità di uno strumento ponte come la solidarietà difensiva.
Nel frattempo, il gruppo ha aperto fasi di uscite volontarie in primavera e continua a calibrare i turni per ridurre l’accumulo di scorte. Ma senza un calendario definito per i nuovi lanci e senza un perimetro certo sugli investimenti “green”, il rischio è prolungare la gestione emergenziale. “Non ci serve solo resistere”, ha precisato la Uilm.
La richiesta di un tavolo con Filosa
Francesco Guida (Uilm Molise) ha definito la solidarietà “uno strumento difensivo che in questo momento ci permette di affrontare una fase molto difficile”, ma avverte che non può essere la soluzione strutturale.
Nessuno ha il coraggio di dire chiaramente quale sarà il futuro di questa fabbrica, se un domani vedrà davvero la luce e, soprattutto, quale sarà il destino dei lavoratori. Pensiamo anche ai colleghi che, dalla Francia, ex dipendenti Stellantis Termoli, avevano ricevuto delle proposte legate a questo progetto e che oggi vediamo lasciati soli, senza prospettive. È una questione non solo industriale ma anche di correttezza e rispetto verso le persone e le proprie famiglie.
L’organizzazione chiede “nuovi prodotti, investimenti veri e certezze per il futuro”, oltre a un tavolo con il nuovo CEO di Stellantis, Antonio Filosa, per condividere la roadmap industriale di Termoli.
Dal lato aziendale, al momento non emergono ulteriori dettagli ufficiali oltre alla conferma dell’accordo. La gestione 2025-2026 punterà a minimizzare l’impatto sociale fino all’arrivo dei nuovi contenuti produttivi.
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