Cosa c’è da sapere sullo stato di famiglia: quando serve, come fare l’autocertificazione, quando serve il certificato e come ottenerlo.
Sono molte le pratiche burocratiche in cui ci viene richiesto lo stato di famiglia, creando a volte smarrimento. Questo documento è infatti spesso confuso con il nucleo familiare e c’è spesso confusione sulle modalità: autocertificazione o certificato del Comune? Ecco cosa c’è da sapere.
Cos’è lo stato di famiglia
Lo stato di famiglia è un atto che riporta la composizione di una famiglia anagrafica, più precisamente indica tutte le persone che hanno la stessa residenza e rapporti di parentela o affinità tra loro. Dunque, persone conviventi senza rapporti di alcun tipo (per esempio studenti che condividono un appartamento o coinquilini) hanno stati di famiglia differenti, pur condividendo la residenza.
Di pari passo, anche coniuge, genitori e figli hanno uno stato di famiglia diverso quando non vivono insieme. Legame di parentela e affinità e medesima residenza sono entrambi presupposti della famiglia anagrafica e dunque dello stato di famiglia condiviso. Il documento si presenta infatti come un elenco delle persone con la stessa residenza con riportato il relativo grado di parentela o affinità rispetto al dichiarante.
Attenzione a non confonderlo con il nucleo familiare, che può anche includere persone non conviventi ma fiscalmente a carico (coniuge che lavora in un’altra città, figlio che studia altrove e così via).
Lo stato di famiglia può essere:
- Attuale, riportare cioè i dati della famiglia anagrafica alla data di richiesta o certificazione, con valenza di 6 mesi;
- storico (o originario), che indica la composizione della famiglia anagrafica a una data stabilita e ha valenza illimitata.
Di norma, si utilizza lo stato di famiglia attuale, mentre l’atto storico è necessario per situazioni particolari, come quelle relative a persone che hanno cambiato la residenza o sono decedute.
A cosa serve
Rappresentare la famiglia anagrafica può essere necessario sia nei rapporti con la Pubblica amministrazione che con i privati, ad esempio lo stato di famiglia è spesso impiegato per:
- l’assunzione;
- compilare il modello Isee;
- chiedere un mutuo;
- accedere a benefici e agevolazioni.
Lo stato di famiglia originario è invece necessario per lo più nelle successioni ereditarie.
Certificato o autocertificazione?
Lo stato di famiglia può essere richiesto in forma di certificato all’Anagrafe o essere rilasciato direttamente dal cittadino in forma di autocertificazione. Dal 2012 la dichiarazione firmata sostituisce i certificati rilasciati dai pubblici ufficiali e ha pari valenza, per lo stato di famiglia attuale è quindi semestrale.
In particolare, sono obbligati per legge ad accettare l’autocertificazione (senza cioè pretendere l’atto):
- le Pubbliche amministrazioni (come gli enti locali, i tribunali, le scuole pubbliche);
- le aziende che gestiscono servizi pubblici (Poste Italiane, fornitori di luce, acqua e gas e così via);
- i privati.
Sostanzialmente, le aziende private e pochi altri possono rifiutare l’autocertificazione e pretendere il certificato.
Come chiedere il certificato
Per richiedere il certificato di stato di famiglia sarà necessario presentare la domanda presso lo sportello dell’Ufficio anagrafe competente o utilizzare la procedura online laddove il Comune lo preveda, semplicemente essendo in possesso dei propri dati anagrafici (e la tessera sanitaria per la modalità telematica) e nulla più.
Il certificato può essere richiesto in carta semplice, al solo costo dei diritti di segreteria richiesti dal Comune (di norma intorno ai 50 centesimi o meno) oppure in carta legale con marca da bollo da 16 euro. La scelta deve essere effettuata in base alla richiesta del soggetto che necessita di visionare l’atto, tenendo presente che per la richiesta dello stato in carta semplice occorre spiegare le motivazioni (ma senza che sia necessaria una valutazione).
Come scrivere l’autocertificazione
Nella maggior parte dei casi per presentare il proprio stato di famiglia è sufficiente un’autocertificazione, che deve contenere:
- dati anagrafici del richiedente intestatario (nome, cognome, luogo e data di nascita);
- indirizzo completo dell’abitazione in cui si ha la residenza;
- dati anagrafici e stato civile di ogni componente della famiglia anagrafica;
- data e luogo di compilazione;
- firma del dichiarante.
Ecco un modello fac-simile di aiuto per la compilazione.
L’autocertificazione ha validità di 6 mesi, ma per prorogare è sufficiente appuntare in calce al documento che le informazioni sono ancora valide. Il dichiarante si assume piena responsabilità, incorrendo nella perdita del beneficio (se la falsa autocertificazione è usata a questo scopo) e nelle sanzioni penali per il reato di falso in atto pubblico.
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