Spese odontoiatriche, addio detrazioni per chi va all’estero

Nadia Pascale

8 Luglio 2025 - 12:12

Proposto un emendamento per escludere le detrazioni fiscali per le spese odontoiatriche sostenute all’estero. Ecco quali contribuenti potrebbero dover dire addio al rimborso Irpef.

Spese odontoiatriche, addio detrazioni per chi va all’estero

Addio alla detrazione delle spese odontoiatriche per chi va all’estero? Ecco cosa potrebbe presto cambiare.

Misure protezionistiche o tutela della salute? Nell’iter di conversione del decreto fiscale, Decreto Legge 84 del 2025, spuntano due emendamenti che potrebbero presto incidere sulle detrazioni per le spese odontoiatriche.

L’articolo 15 del Tuir, comma 1 lettera C prevede la detrazione al 19% per le spese sanitarie con franchigia di 129,11 euro. La detrazione trova applicazione anche per le spese odontoiatriche.

In linea generale, ai fini della detrazione Irpef, le spese sanitarie estere seguono lo stesso regime previsto per quelle sostenute in Italia. Anche per queste spese è necessaria una documentazione dalla quale sia possibile ricavare le stesse indicazioni richieste per quelle sostenute in Italia. Per i documenti redatti in lingua straniera occorre la traduzione. In particolare, se la documentazione è in inglese, francese, tedesco e spagnolo, la traduzione può essere fatta dallo stesso contribuente. Se in altra lingua, serve una traduzione giurata.
Le prestazioni devono essere rese da personale abilitato.

Negli ultimi anni si è però manifestato sempre più frequentemente una sorta di turismo odontoiatrico, lo stesso è dovuto ai prezzi bassi praticati fuori dall’Italia. Presto però per molte prestazioni odontoiatriche potrebbe essere preclusa la detrazione fiscale. Addio alle detrazioni fiscali per spese odontoiatriche per chi va in questi Paesi.

Perché si vogliono eliminare le detrazioni per spese odontoiatriche all’estero?

Ci sono due elementi da considerare, da un lato c’è una sorta di concorrenza sleale nei confronti dei professionisti italiani che hanno comunque costi di gestione elevati legati agli alti standard di sicurezza e igiene richiesti in Italia. Ad esempio per molte prestazioni, in particolare implantologia, è prevista anche la presenza di un anestesista. In secondo luogo molti sottolineano l’uso di materiali di scarsa qualità e la necessità di effettuare viaggi lunghi anche per semplici controlli o in caso di difficoltà.

Gli emendamenti proposti mirano a tenere sotto controllo questo fenomeno.
Il primo prevede

All’articolo 15, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le parole: « le spese sanitarie, » sono aggiunte le seguenti: «escluse le spese odontoiatriche sostenute in Paesi al di fuori dello Spazio Economico Europeo»

Il secondo emendamento prevede:

All’articolo 15, comma 1, lettera c), primo periodo, del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le parole: « le spese sanitarie, » sono inserite le seguenti: « escluse le spese odontoiatriche sostenute in Paesi extra UE »

Differenza Spazio Economico Europeo e Paesi UE ai fini della detrazione spese odontoiatriche all’estero

Lo Spazio Economico Europeo comprende anche i Paesi EFTA che hanno aderito al libero scambio ma non intendono far parte dell’UE, ad esempio la Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Regno Unito. Lo spazio per le detrazioni, quindi, cambia a seconda che sia approvata una o l’altra versione dell’emendamento. Tra i Paesi meta di turismo odontoiatrico che sicuramente resterebbero esclusi figurano l’Albania e la Turchia. Ungheria e Croazia fanno, invece, parte dell’UE.
La norma, se approvata, entra il vigore per le spese sostenute dal 1° gennaio 2026.

Queste non sono le uniche novità rilevanti all’interno del decreto fiscale, infatti, tra gli emendamenti vi sono anche:

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