Presentato un emendamento al decreto Fiscale che prevede il cashback delle spese sanitarie con cadenza almeno trimestrale, vediamo la novità.
Cashback delle spese sanitarie e sugli affitti degli alloggi per gli studenti fuori sede: la novità permetterebbe di recuperare l’eventuale rimborso al 19% non più in dichiarazione dei redditi, ma in tranche trimestrali. La misura, destinata ai redditi più bassi, è contenuta in un emendamento presentato al decreto Fiscale 84/2025 in Commissione Finanze della Camera.
L’iter parlamentare del Dl Fiscale deve concludersi entro il 15 agosto, ma visto il numero di emendamenti presentati rischia di trasformarsi in una vera e propria manovra estiva. In questo articolo andremo ad approfondire l’emendamento che riguarda il cashback sanitario che, se approvato, potrebbe fare la differenza per moltissimi contribuenti.
Cashback fiscale per le spese sanitarie
L’emendamento, a firma Gubitosa, Raffa, Alifano (M5S), prevede di aggiungere, all’articolo 1, dopo il comma 9, un comma 9-bis che preveda, appunto, la possibilità di avere un rimborso a cadenza almeno trimestrale per le spese sanitarie. Il cashback prenderebbe il posto della detrazione al 19% delle spese sanitarie in dichiarazione dei redditi (fermo restando il conguaglio fiscale in sede di presentazione della dichiarazione) e consentirebbe il recupero di questi oneri in tempi più brevi.
In via sperimentale, dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2026, per i contribuenti con redditi non superiori a 15.000 euro la detrazione spettante per le spese sanitarie (registrate attraverso il sistema Tessera Sanitaria) dovrebbero essere rimborsate in denaro con cadenza almeno trimestrale.
Se l’emendamento dovesse essere votato positivamente e inserito nel decreto, entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge è necessario che il Ministro dell’Economia e delle Finanze emani un decreto per stabilire le modalità di attuazione includendo anche il fatto che l’adesione al cashback sanitario dovrebbe essere su base volontaria. Il contribuente, di fatto, anche in presenza del diritto potrebbe scegliere di ricevere la detrazione spettante anche in sede di dichiarazione dei redditi.
Per l’anno 2026 si dovrebbe autorizzare una spesa di 1 milione di euro per la misura.
Cashback alloggi studenti universitari
In un successivo emendamento il cashback previsto per le spese sanitarie si dovrebbe estendere anche all’affitto degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede. I rimborsi attribuiti non concorrono a formare il reddito del percipiente per l’intero ammontare corrisposto nel periodo d’imposta e non sono assoggettati ad alcun prelievo erariale.
Va sottolineato che, al momento, entrambe le misure non sono altro che emendamenti (proposte di modifica al testo originale del decreto Fiscale) e per diventare una disposizione di legge è necessario non solo che la proposta sia inserita nel testo di legge, ma anche che la pubblicazione sia seguita da un decreto attuativo con le modalità di erogazione del cashback (che potrebbe essere riconosciuto anche dal sostituto di imposta) e di adesione al rimborso al di fuori della dichiarazione dei redditi.
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