Russiagate, nel report la reazione di Trump all’indagine di Mueller: “È la fine della mia presidenza”

Mario D’Angelo

18/04/2019

18/04/2019 - 19:52

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Il ministro della Giustizia Robert Barr in conferenza stampa ha difeso strenuamente Donald Trump. Il quale però, due anni fa, alla notizia del conferimento dell’indagine a Mueller aveva detto: «Sono f*ttuto, è la fine»

Russiagate, nel report la reazione di Trump all’indagine di Mueller: “È la fine della mia presidenza”

No collusion, no obstruction”. È quanto concluso dal ministro della Giustizia William Barr circa il report del procuratore speciale Robert Mueller, che per due anni ha indagato sul Russiagate. In conferenza stampa, Barr ha difeso strenuamente il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, accusato di aver collaborato con il governo di Vladimir Putin per influenzare l’esito delle presidenziali del 2016. E pensare che, si può leggere adesso nel report reso (parzialmente) pubblico, si legge la disperata reazione di Trump alla notizia del conferimento dell’incarico a Mueller: “È terribile. Questa è la fine della mia presidenza. Sono fottuto”, aveva detto Trump all’attorney general, Jeff Sessions.

Per Barr nessuna collusione di Trump con hacker russi

Dopo aver letto il report di 200 pagine compilato da Mueller, il 24 marzo Barr ha scritto al Congresso che nessuna evidenza era stata scovata dagli investigatori circa la collusione di Trump. Quanto all’ostruzionismo, il ministro della Giustizia ha detto che Mueller ha trovato prove “su entrambi i lati della questione”. Oggi Barr ha sostanzialmente ribadito quanto detto in precedenza.

La pubblicazione - parzialmente censurata - del rapporto, segna la fine di un’investigazione federale che Trump avrebbe potuto pagare con l’impeachment. Due gli aspetti principali che Mueller intendeva chiarire. Il primo riguarda la diffusione di informazioni riservate e una campagna sui social network, volte a danneggiare la candidata avversaria Hillary Clinton.

La domanda era se Trump, o qualcuno vicino a lui, avesse operato assieme agli hacker supportati dal governo russo. I documenti erano stati poi pubblicati su Wikileaks. A questo proposito, ha detto Barr, la collusione con la piattaforma di Assange non è da considerarsi illegale.

Dieci episodi di potenziale ostruzionismo da parte di Trump

Il secondo aspetto dell’indagine, invece, concerneva il presunto impegno di Trump per rallentare o impedire il lavoro di Mueller stesso. Quest’ultimo aveva concluso nel documento che, “se questo rapporto non conclude che il Presidente abbia commesso un crimine, neppure lo esonera dall’accusa”.

Secondo il procuratore speciale, i tentativi di Trump di fermare l’indagine erano falliti soltanto perché gli ordini del Presidente non erano stati eseguiti. Dieci sono gli episodi di potenziale ostruzionismo presi in esame dal report di Mueller, che Barr in conferenza stampa ha giustificato attribuendoli a uno stato di frustrazione.

Trump ha rilanciato le parole del ministro della Giustizia con un’immagine a tema Trono di Spade.

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