Riforma pensioni, bloccare l’età pensionabile costerebbe troppo e il Ministro Poletti sembrerebbe sempre più vicino all’idea dell’impossibilità di inserire novità nella Legge di Bilancio 2018. Ecco le ultime notizie.
Riforma pensioni, ultime novità in vista della Legge di Bilancio 2018: tra i temi al centro del dibattito Governo-Sindacati vi è senza dubbio l’ipotesi di blocco o meno dell’aumento età pensionabile.
Secondo le ultime novità il Governo, nonostante le pressioni dei sindacati, non ha intenzione, al momento, di intervenire per bloccare l’età pensionabile, che senza interventi nella Legge di Bilancio 2018 salirà a 67 anni per tutti a partire dal 2019.
Il motivo per il quale la riforma pensioni dovrà far a meno dell’intervento del Governo sull’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita - così come previsto dalla riforma Fornero - è che intervenire con una misura del genere costerebbe troppo.
Ormai da tempo sia la Ragioneria dello Stato che l’Inps hanno quantificato quale sarà il costo necessario per il blocco dell’età pensionabile: una riforma pensioni che, in base alle ultime notizie, costerebbe in media 5 miliardi di euro in due anni e che al momento sembra essere l’ultimo pensiero del Governo alle prese con la Legge di Bilancio 2018.
Riforma pensioni, quanto costa bloccare aumento età pensionabile?
Bloccare l’aumento dell’età pensionabile costerebbe al Governo circa 5 miliardi di euro tra il 2019 il 2020. Riforma pensioni che sembra sempre più lontana, così come la pensione di chi maturerà i requisiti soltanto a partire dal 2019 e si troverà ad andare in pensione 5 mesi dopo.
Un meccanismo che lega l’età pensionabile ai dati ISTAT sull’aspettativa di vita: più si vive e più si lavora. Il tutto, novità voluta dalla riforma Fornero, per alleggerire il peso previdenziale che grava sui conti dello Stato.
I calcoli su quante risorse servirebbero al Governo per bloccare l’aumento dell’età pensionabile si andrebbero ad aggiungere a quelli già preventivati per Ape social, precoci e altre forme di pensione anticipata; è un’analisi della situazione nel complesso che fa apparire ad oggi inattuabile molte delle novità richieste e da inserire nella riforma pensioni.
Non solo le ultime notizie fornite dall’Inps: a completare il quadro le dichiarazioni rilasciate da Boeri la scorsa settimana e i dati della Ragioneria Generale dello Stato.
Riforma pensioni, novità troppo care per il Governo italiano
Inserire novità alla riforma pensioni con la Legge di Bilancio 2018 risulta essere ad oggi troppo caro per il Governo italiano, alle prese con un Manovra in parte già ipotecata dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia Iva.
A fornire notizie sui fondi necessari per bloccare l’aumento dell’età pensionabile nella riforma pensioni è stata la Ragioneria dello Stato che, fornendo un’analisi di lungo periodo, ha affermato che inserire una novità di tale portata nella Legge di Bilancio 2018 comporterebbe maggiori costi non solo per lo Stato ma anche per i lavoratori.
Tale novità farebbe andare in pensione le persone con un aumento delle spese da sostenere per le prestazioni previdenziali e con un assegno inferiore di gran lunga rispetto all’ultimo stipendio percepito.
Boeri, presidente Inps, contro la riforma pensioni richiesta dai sindacati
Fa sentire il suo secco no alle richieste dei sindacati che chiedono di bloccare l’aumento dell’età pensionabile anche il presidente Inps Tito Boeri: inserendo questa novità nella riforma pensioni 2018, la maggiore spesa per lo stato sarebbe di 141 miliardi di euro dal 2019 al 2035.
Riprendendo una tematica ancora oggi fonte di grandi critiche e dibattiti accesi, Boeri affronta il tema della riforma pensioni del 2012, la riforma lacrime e sangue dell’allora Ministro Elsa Fornero:
“Mi preoccupa che continui ad aumentare il debito implicito, perché lo stiamo lasciando alle generazioni future. Se poi facessimo operazioni come quelle del mancato adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita, dopo aver venduto a tutti che abbiamo un sistema delle pensioni stabile... Aumenterebbe il premio al rischio Italia e ci toglierebbe risorse per politiche per lo sviluppo, anche perché le banche sono imbottite di nostri titoli pubblici”.
Su quale via dovrà quindi muoversi il Governo in vista della messa a punto della Legge di Bilancio 2018 e della riforma pensioni? Per Boeri non ci sono dubbi: no alle news sulle pensioni che aumentano i costi per lo Stato e sì a misure che migliorino le politiche sull’occupazione, soprattutto di giovani e donne.
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