La riforma fiscale 2023 dovrebbe portare verso una maggiore equità fiscale, vediamo quali sono le intenzioni del Governo.
Uno degli obiettivi più importanti del nuovo Governo è sicuramente legato alla riforma fiscale, che proprio ieri ha ottenuto il via libera dal Consiglio del Ministri. Irpef a tre aliquote e flat tax gli interventi più corposi, ma lo scopo principale è quello di rendere il Fisco più leggero con procedure più snelle ed una maggiore equità nel pagamento delle imposte e delle tasse.
Un progetto ambizioso e sicuramente necessario visto che l’ultima vera riforma fiscale risale agli anni ’70 del secolo scorso anche se da allora ci sono stati provvedimenti sparsi che sono serviti solo a tamponare falle e a creare una giungla burocratica in cui anche i più esperti faticano a districarsi.
L’Irpef a 3 scaglioni e la flat tax, il primo passo
Il primo obiettivo da realizzare è quello delle tre aliquote Irpef e della flat tax. Letre aliquote Irpef, per il vice ministro all’Economia, dovrebbero entrare in vigore già dal prossimo anno anche se ancora non si parla di numeri. Questi ultimi saranno, poi, individuati dai decreti attuativi.
Non solo gli scaglioni e le aliquote ma tutto il meccanismo di tassazione del reddito sarà rivisto per raggiungere l’equità orizzontale impositiva. Questa significa individuare un’unica fascia di esenzione per tutte le categorie di reddito (dipendente, autonomo e da pensione) con eventuale deducibilità forfettarizzata dei costi sostenuti per la produzione del reddito da lavoro.
Si pensa anche alla possibile riduzione dell’Ires per chi rispetti, nei due anni di imposta successivi due condizioni:
una somma di questo reddito sia destinata a investimenti e nuove assunzioni;
gli utili non siano destinati a finalità che non concernono con l’attività di impresa.
Novità anche sull’Iva
Importanti novità dovrebbero arrivare anche sull’Iva con una revisione totale dell’imposta. I criteri con cui ora è applicata non sono perfettamente aderenti alla normativa dell’UE. Proprio per questo si vogliono prevedere norme diverse di esenzione (e si è parlato anche di Iva a zero per generi di prima necessità come pane, latte e pasta) e una razionalizzazione delle aliquote da applicare sui “carrelli della spesa”.
Inoltre l’intervento dovrebbe prevedere anche una revisione sulla detrazione e una semplificazione delle misure attualmente previste per accedere all’istituto stesso.
L’evasione fiscale va combattuta prima che si realizzi
Anche il premier, Giorgia Meloni, illustra quelle che saranno le linee guida della riforma fiscale 2023. In una recente intervista il presidente del Consiglio ha affermato che la sfida più grande è quella di andare a combattere l’evasione fiscale prima che questa si realizzi e per farlo è necessaria una rivoluzione del rapporto che il contribuente ha con il Fisco.
Si punterà, quindi, ancora di più su tutti quegli strumenti che vadano a favorire l’adempimento degli oneri in modo spontaneo.
Che tradotto, di fatto, significa che la strada da seguire sarà ancora quella delle compliance e che, molto probabilmente, saranno previste altre tregue fiscali e altre definizioni agevolate per le irregolarità tributarie.
In questo modo, prima che scatti la cartella fiscale si darà modo al contribuente di sanare la propria posizione per fare in modo, appunto, di prevenire la cartella.
La riforma fiscale 2023 è necessaria
La nuova riforma fiscale è necessaria e deve essere complessiva in modo da rivedere in modo totale il rapporto tra Fisco e contribuente garantendo un equilibrio per tutti.
I pilastri della riforma sono stati già annunciati e saranno 4 e riguarderanno i principi generali, la revisione delle imposte, i procedimenti e i Testi unici da accorpare.
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Si darà ampio spazio anche alla disciplina dei tributi per quel che riguarda i procedimenti che, a loro volta saranno 4:
- quello dichiarativo per il quale è previsto lo snellimento del calendario e degli adempimenti;
- quello di accertamento che avrà importanti modifiche;
- quello di riscossione;
- quello del contenzioso tributario.
Le novità saranno interessanti, come si può presumente, per ognuno di questi punti, anche se al momento quello che interessa maggiormente i contribuenti è come verrà ridotto il peso delle tasse.
Dal sistema duale alla flat tax, che novità ci potrebbero essere?
La riforma fiscale dovrebbe confermare il sistema duale, ovvero quello che già parzialmente è messo in pratica nella distinzione tra:
- redditi da investimento in capitale e immobili per cui è prevista imposta proporzionale:
- redditi da lavoro per cui è prevista imposta progressiva.
Le aliquote Irpef, proprio per il reddito da lavoro, potrebbero cambiare e scalare dalle attuali 4 a 3. Questo comporterebbe un alleggerimento del carico fiscale per la classe media se si optasse per rimodulare le aliquote in 23%, 27% e 43%. Sparirebbe l’aliquota del 35% favorendo, di fatto, i redditi superiori a 28.000 euro. Ma bisognerà vedere come saranno rimodulati anche i relativi scaglioni.
L’obiettivo del Governo, però, rimane la flat tax al 15% da estendere, oltre che ai lavoratori autonomi che già ne beneficiano, anche ai subordinati con reddito fino a 85.000 euro. In questo caso la flat tax potrebbe rappresentare il primo scaglione delle aliquote Irpef. Ma, proprio per capire quello che ha in mente in Governo bisogna attendere ulteriori sviluppi.
Il quoziente familiare nella riforma fiscale
Nella riforma fiscale che si sta studiando rientrerebbe anche il quoziente familiare, il meccanismo che determina le aliquote dell’imposta non solo sul reddito personale ma su quello del numero dei componenti del nucleo e sulla condizione dei membri.
In questo modo si terrebbe conto, nella tassazione, dei carichi familiari e dei figli andando a rivoluzionare completamente il sistema di tassazione che oggi conosciamo. Il quoziente familiare diventerebbe, poi, anche un indicatore della situazione economica del nucleo in sostituzione dell’Isee per accedere a bonus ed agevolazioni.
Le tasse e le eventuali agevolazioni, quindi, non sarebbero calcolare sul reddito personale ma sul totale dei redditi del nucleo familiare tenendo anche conto del numero dei componenti, dei carichi familiari e delle condizioni dei membri del nucleo.
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