Tra gli obiettivi dell’INPS c’è anche quello di approntare controlli più approfonditi e diffusi sull’evasione contributiva, una piaga a cui la riforma delle pensioni dovrà necessariamente porre rimedio.
Intervenuto a un convegno organizzato da Confapi Industria a Milano, il presidente dell’INPS Tito Boeri è intervenuto a tutto tondo su quelli che sono i principali obiettivi dell’Istituto Nazionale della Previdenza.
Costanti richiami sono stati fatti circa gli obiettivi su cui Boeri aveva deciso di improntare la sua gestione dell’Istituto, fin dal momento della sua nomina. Di tali obiettivi sono stati fornite le linee di attuazione concreta: nel caso della busta arancione è stato fissato un preciso momento in cui lo strumento sarà reso operativo, per quanto riguarda, invece, quella che era stata chiamata "operazione trasparenza", Boeri è tornato sul tema caldo della riforma delle pensioni, precisando che una delle principali piaghe da combattere, non solo con interventi normativi ma anche con specifiche azioni ispettive e disciplinari è quello dell’evasione contributiva.
Gli strumenti per combattere l’evasione contributiva
L’evasione contributiva è quella pratica, illecita, in base alla quale si configurano
"In Italia (...) troppi abusi nel versamento dei contributi previdenziali"
In altri termini, il datore di lavoro utilizza dei metodi e delle pratiche previdenziali scorrette, al fine di evitare il versamento dei contributi che costituiscono, senz’altro, la voce di spesa più elevata tra quelle effettuate per il lavoro dei dipendenti.
La grande “operazione trasparenza” che servirà a debellare il fenomeno dell’evasione contributiva si concretizzerà attraverso i seguenti strumenti:
- maggiore severità dell’INPS nella prevenzione del fenomeno che, ogni anno, sottrae alla previdenza italiana circa 2 miliardi di euro;
- Efficientamento degli ispettorati;
- chiarimento del nesso tra contributi previdenziali e ammontare del trattamento pensionistico, attraverso la busta arancione, con la quale, a scopo informativo, sarà simulato il legame esistente tra i contributi effettivamente versati (o non versati) e l’importo della pensione, al fine di chiarire che i contributi non sono una tassa ma una forma di accumulo del denaro guadagnato (e per i lavoratori dipendenti dovuto), per la fase finale della vita;
I controlli previsti
Già dalla prossima settimana, secondo quanto affermato da Tito Boeri, partiranno i controlli e gli approfondimenti sulle gestioni speciali, quali la gestione separata e la gestione per i commercianti.
L’obiettivo è quello di accertare pratiche illecite che consentono di attuare l’evasione previdenziale. Tra i fenomeni che saranno soggetti a maggiori controlli vi è, ad esempio, la pratica di contrattualizzare i dipendenti con contratti part-time pur facendogli ricoprire, all’atto pratico, posizioni lavorative che prevedono l’effettivo tempo pieno: in tal modo l’azienda, per tali lavoratori, versa solo la metà dei contributi dovuti, perché i contributi vengono calcolati su un orario ridotto, pur ottenendendo una prestazione lavorativa a tempo pieno.
In base a un documento di lavoro elaborato dall’ISTAT, questa sola pratica, denominata anche “Nero a metà”, dal momento che se metà del lavoro viene contrattualizzata con contratto part-time, l’altra metà è di fatto da considerare come lavoro nero, ha dato luogo, nel 2010 e nel 2011 a
"un imponibile annuale non dichiarato fra i due e i tre miliardi di euro (...) corrispondente a oltre 5000 euro l’anno per ciascun falso part-time"
Questa sola pratica, in definitiva, porta ad evadere, ossia a non dichiarare oltre un terzo dell’imponibile contributivo dei lavoratori in "nero a metà" che corrisponde all’1% circa della totalità dell’imponibile di tutti i dipendenti part-time e full-time.
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