Reddito di cittadinanza (o in qualsiasi altro modo si chiamerà): chi ne avrà diritto anche il prossimo anno? Tutelate le famiglie più fragili, ma il limite Isee potrebbe essere più basso.
Nel 2024 non ci sarà alcun Reddito di cittadinanza visto le la legge di Bilancio 2023 abroga le disposizioni contenute nel decreto n. 4 del 2019 - poi convertito dalla legge n. 25 dello stesso anno - a partire dal prossimo 1° gennaio.
Tuttavia, un altro “Reddito di cittadinanza”, ossia un sostegno per le famiglie con reddito basso o pari a zero, ci sarà e indipendentemente da come si chiamerà si tratterà di un importante aiuto per chi sta attraversando un periodo di difficoltà economica. Lo confermano fonti della maggioranza, così come la legge di Bilancio stessa: quanto risparmiato dal taglio e dall’abrogazione del Rdc, infatti, verrà destinato interamente a un nuovo fondo con cui verranno riconosciute nuove forme di sostegno alle famiglie.
La domanda che molti si pongono è: chi potrà richiedere il nuovo sostegno statale che prenderà il posto del Reddito di cittadinanza? Al momento il governo è ancora in fase di valutazione, anche se recentemente la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha spiegato che la base di partenza sarà il Reddito di inclusione, per il quale però potrebbe esserci una revisione sia dei requisiti quanto degli importi.
Al momento, quindi, disponiamo d’informazioni sommarie per rispondere alla domanda su chi saranno i beneficiari degli aiuti di stato nel 2024, tuttavia le decisioni prese con l’ultima legge di Bilancio, così come le recenti dichiarazioni da parte della maggioranza, ci danno una previsione di cosa potrebbe succedere.
Tutelate le famiglie con persone fragili
Già con la legge di Bilancio 2023 è stato disposto un primo giro di vite per i beneficiari del Reddito di cittadinanza, salvaguardando solamente le famiglie in cui sono presenti:
- minorenni;
- over 60;
- disabili.
Sono queste, quindi, le tre categorie che secondo il governo Meloni meritano una particolare tutela: e non solo gli individui, ma tutti i componenti del nucleo familiare. Sono queste famiglie, infatti, che continueranno a beneficiare del Rdc per tutti i 12 mesi del 2023 - laddove ne soddisfino i requisiti - mentre per tutti gli altri la durata massima sarà di 7 mesi.
Difficile, quindi, che quei nuclei familiari a cui già quest’anno il Reddito di cittadinanza verrà tolto in anticipo, i cosiddetti occupabili secondo la definizione data dal governo Meloni (anche se come vi abbiamo spiegato non è proprio così), potranno accedere alla nuova misura di sostegno al reddito che verrà ritagliata per il 2024.
Per chi invece rientra in una delle suddette categorie potrebbero esserci buone notizie, in quanto difficilmente il governo Meloni lascerà queste famiglie prive di una forma di tutela.
Cosa succede se ritorna il Reddito d’inclusione?
Poche settimane fa la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha parlato di un possibile ritorno del Reddito d’inclusione al posto del Reddito di cittadinanza.
Di fatto, si tratta di due misure molto simili tra loro, con la differenza che il Reddito d’inclusione interessava una platea più ristretta - visti i requisiti più stringenti - e prevedeva importi meno favorevoli rispetto a quelli riconosciuti con il Rdc. E anche il metodo di calcolo era differente: mentre con il Reddito di cittadinanza si tiene conto del reddito familiare, per poi riceverne un’integrazione fino al raggiungimento di una certa somma, con il Rei il valore era tanto più alto quanto più erano i componenti del nucleo.
Tuttavia, la ministra del Lavoro ha annunciato possibili modifiche, tanto per i requisiti quanto per gli importi: di fatto, poco dovrebbe cambiare rispetto all’attuale Reddito di cittadinanza, con la differenza però che questa volta potrebbe essere il Comune a occuparsi della gestione delle richieste e dell’erogazione del sostegno.
La soglia Isee potrebbe essere più alta rispetto a quella che era prevista per godere del Rei, 6.000 euro, ma probabilmente più bassa rispetto al limite di 9.360 euro oggi richiesto per il Reddito di cittadinanza. Per questo motivo la platea dei beneficiari del sostegno al reddito per le famiglie potrebbe ridursi ulteriormente, anche perché il governo nel frattempo potrebbe potenziare ancora l’assegno unico così da supportare tutte le famiglie con figli. Poche le possibilità per gli occupabili di accedere al nuovo sostegno: per loro il governo ha in mente di perfezionare le politiche attive facilitando il reimpiego. Mentre per i fragili un sostegno continuerà a esserci, anche sotto forma di altre misure come ad esempio un ulteriore incremento della pensione minima rispetto a quello già riconosciuto quest’anno.
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