Dal punto di vista finanziario, Ralph Lauren continua a godere di ottimi risultati: il titolo scambia a 26 volte gli utili attesi, un multiplo superiore alla media quindicennale di 20x.
L’espansione di Ralph Lauren nel mercato cinese rappresenta una delle scommesse più audaci del settore del lusso internazionale. In un contesto in cui colossi come Nike, Starbucks e Apple subiscono contraccolpi dovuti al rallentamento della domanda interna e alle tensioni commerciali tra Pechino e Washington, la maison americana fondata da Ralph Lifshitz sceglie di accelerare.
Negli ultimi tre anni, l’azienda ha quasi raddoppiato il proprio fatturato nel Paese asiatico, spinta da un aumento della rete retail — 250 negozi contro i 150 del 2021 — e da un rinnovato focus sul consumatore premium urbano. L’apertura del flagship store di Chengdu, capitale del Sichuan, segna un passo simbolico verso l’espansione oltre le metropoli tradizionali come Shanghai e Pechino. Oggi la Cina vale circa l’8% del giro d’affari complessivo del gruppo, ma il CEO Patrice Louvet punta a far crescere la quota a doppia cifra nei prossimi tre anni, con un tasso di incremento dei ricavi superiore al 10% annuo, contro il 5–6% medio globale.
La strategia di Ralph Lauren si inserisce in un momento di forte ambiguità macroeconomica. Secondo le stime di McKinsey, entro il 2030 la Cina ospiterà circa 400 milioni di famiglie di classe media, pari a Stati Uniti ed Europa insieme. Tuttavia, la crescita del reddito disponibile è rallentata per effetto della crisi del settore immobiliare e della prudenza dei consumatori post-pandemia. [...]
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