Questi 3 eventi possono scuotere i mercati: cosa succede oggi?

Violetta Silvestri

3 Aprile 2023 - 08:35

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Mercati oggi alle prese con almeno 3 fatti che possono creare nuove turbolenze o aggiungere incertezza all’inizio di aprile: cosa succede e quali risultati ed eventi economici osservare.

Questi 3 eventi possono scuotere i mercati: cosa succede oggi?

La settimana dei mercati inizia con almeno 3 eventi da monitorare: cosa può ancora scuotere Borse e investitori oggi?

Dopo le turbolenze bancarie e finanziarie globali, nuovi dati, decisioni e situazioni economiche sono pronte a impattare su indici azionari, asset di investimento e sul clima di fiducia ancora piuttosto vacillante.

Dal prezzo del petrolio ai numeri di Tesla, fino alla crescita della Cina, cosa sta per accadere sui mercati? Riflettori accesi su almeno 3 eventi.

1. L’OPEC spiazza tutti: prezzo petrolio +8%

I prezzi del petrolio hanno rubato la scena dei mercati sin dall’apertura asiatica stamane, e non in senso positivo se ci si concentra sulle preoccupazioni di inflazione globale e potere d’acquisto dei consumatori.

L’OPEC+ ha annunciato un taglio a sorpresa della produzione di petrolio di oltre 1 milione di barili al giorno, abbandonando le precedenti assicurazioni che avrebbe mantenuto costante l’offerta e ponendo un nuovo rischio per l’economia globale.

Si tratta di una riduzione significativa per un mercato in cui, nonostante le recenti fluttuazioni dei prezzi, l’offerta sembrava scarsa per l’ultima parte dell’anno. Il petrolio è salito fino all’8% all’apertura di lunedì, aggiungendo pressioni inflazionistiche in tutto il mondo, che potrebbero costringere le banche centrali a mantenere i tassi di interesse più alti più a lungo e frenare la crescita economica.

Alle ore 8.10 circa, il Brent viaggia sui 83,67 dollari al barile e i futures sul WTI sui 79,27 dollari al barile. Entrambe le quotazioni fanno un balzo di oltre il 4%.

2. Tesla e i numeri del primo trimestre 2023

Sotto i riflettori dei mercati c’è anche Tesla nella giornata di oggi.

L’azienda di Musk ha riportato consegne record nel primo trimestre, anche se non è stato all’altezza del ritmo richiesto per raggiungere l’obiettivo di lunga data del 50% di crescita annua.

Il pioniere dei veicoli elettrici ha consegnato 422.875 auto in tutto il mondo lo scorso trimestre, dopo aver tagliato i prezzi per attrarre i consumatori colpiti dall’aumento dei tassi di interesse e dall’inflazione. I risultati, pubblicati domenica, sono stati appena superiori alla stima mediana degli analisti intervistati da Bloomberg, secondo cui sarebbero stati spediti 421.164 veicoli. Le vendite trimestrali record hanno ricevuto una reazione smorzata in Asia.

I numeri del primo trimestre rappresentano un aumento del 36% delle consegne rispetto alle 310.048 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente e una crescita del 4% delle vendite in sequenza rispetto alle 405.278 registrate dall’azienda nell’ultimo trimestre del 2022.

Le azioni Tesla sono aumentate di oltre il 60% nel primo trimestre, chiudendo venerdì a 207,46 dollari prima del rapporto sulla produzione e le consegne.

3. Inflazione e consumatori sotto pressione

Il balzo inatteso del prezzo del petrolio sta già scatenando nuove speculazioni su un’inflazione ancora in corsa e pressioni aggiuntive sui consumatori a livello mondiale.

Se l’aumento dei prezzi persiste, sarà una cattiva notizia per l’inflazione complessiva e lascerà l’amaro in bocca dopo che i dati di base sulla spesa per i consumi personali degli Stati Uniti di venerdì sembravano di buon auspicio per un raffreddamento delle pressioni sui costi.

Il mercato ha risposto spingendo al rialzo i rendimenti obbligazionari e il dollaro, riducendo al contempo le aspettative su quanto la Federal Reserve possa davvero tagliare i tassi più avanti nel corso dell’anno. I futures hanno scontato circa 38 punti base di allentamento entro dicembre, rispetto agli oltre 100 punti base durante la crisi bancaria di metà marzo.

Tuttavia, i prezzi più elevati della benzina sono anche una tassa sui consumatori e hanno una stretta correlazione con il sentiment, specialmente negli Stati Uniti.

Le preoccupazioni sulla domanda dei consumatori non sono state aiutate dall’indagine Caixin/S&P sulla produzione cinese di marzo, che ha mancato di molto le previsioni fermandosi a 50,0, in gran parte a causa della debolezza degli ordini dall’estero.

Anche il Giappone e la Corea del Sud, dipendenti dalle esportazioni, hanno visto una contrazione dell’attività manifatturiera a marzo. Entrambi sono grandi importatori di energia, quindi non accoglieranno con favore il picco del petrolio.

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