Due delle lauree più importanti rischiano di diventare inutili per colpa dell’AI secondo un ex dipendente di Google. Ecco quali sono
Hanno suscitato grande scalpore le recenti dichiarazioni di Jad Tarifi, fondatore del primo team di intelligenza artificiale generativa di Google.
Secondo l’ex dirigente dell’azienda di Mountain View, le lauree in giurisprudenza e medicina diventeranno presto inutili perché richiedono così tanto tempo per essere completate che l’intelligenza artificiale le supererà facilmente.
Perché secondo Tarifi studiare medicina e giurisprudenza diventerà inutile
Nel mercato del lavoro attuale, la laurea rischia di non essere più sufficiente per trovare lavoro. E, secondo Jad Tarifi, esperto di intelligenza artificiale ed ex dirigente Google, a breve lo saranno anche i dottorati e le specializzazioni.
Il motivo sarebbe la rapidità con cui l’AI si sta evolvendo con programmi come ChatGPT che, secondo il CEO di OpenAI, Sam Altman sarebbero già in grado di competere, a livello di preparazione e competenze, con chi ha un dottorato di ricerca.
Secondo Tarifi, dunque, per un giovane che deve ancora decidere che percorso di studi intraprendere, la via migliore sarebbe quella di scegliere un campo più connesso all’intelligenza artificiale, come la biologia per l’AI, ad esempio. Oppure quella di scartare completamente l’opzione università.
Il difficile rapporto tra istruzione ed evoluzioni tecnologiche
L’altra dichiarazione di Tarifi che ha fatto discutere è il consiglio per la Gen Z di lasciar perdere il sogno di diventare medici o avvocati. Questo perché i percorsi accademici in legge e medicina richiedono molto tempo per essere completati. Soprattutto rispetto alla velocità con cui si sta evolvendo l’intelligenza artificiale.
E l’ex dipendente Google non è l’unico a credere che il sistema di istruzione attuale non sia in grado di tenere il passo con le nuove tendenze tecnologiche. Molti altri leader del settore dell’innovazione hanno espresso preoccupazione per l’aumento dei costi universitari che, insieme a un curriculum obsoleto, sta creando una forza lavoro altamente impreparata per affrontare le sfide della società attuale.
Sulla stessa linea, ad esempio, è il CEO di Meta Mark Zuckerberg che in un recente podcast ha affermato di non essere sicuro “che l’università stia preparando le persone per i lavori di cui hanno bisogno oggi”.
Il dottorato è ancora un’opzione valida?
Questo, per fortuna, non significa che il valore del dottorato sia destinato a estinguersi in tempi brevissimi. Per gli attuali dottorandi nei vari settori dell’intelligenza artificiale, ad esempio, le prospettive lavorative sono solide e circa il 70% degli studenti che completano il percorso accademico riescono a trovare un’occupazione nel settore privato.
Circa il 20% rispetto agli ultimi due decenni, secondo le rilevazioni del MIT.
Questo, però, apre un’altra questione: quella della fuga dei cervelli. Quasi tutti i dottorandi e i neo-laureati guardano al settore tecnologico per ottenere stipendi da sogno e sono sempre meno gli specializzati che decidono di rimanere in ambito accademico per dedicarsi all’insegnamento.
Un fenomeno che rischia di impoverire ulteriormente l’offerta formativa e la trasmissione delle conoscenze alle prossime generazioni.
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