Quanto spetta in caso di infortunio sul lavoro?

Claudio Garau

20/06/2023

20/06/2023 - 23:04

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Il lavoratore subordinato potrebbe chiedersi cosa fare subito dopo un caso di infortunio sul lavoro, chi paga lo stipendio e quanto spetta. Ecco una guida sintetica su questi delicati temi.

Quanto spetta in caso di infortunio sul lavoro?

Una delle tutele previste a favore del lavoratore dipendente scatta a seguito di un infortunio sul lavoro, tale da impedire - temporaneamente - di poter svolgere le mansioni per cui è stato assunto. Questi infatti sarà comunque protetto sul piano economico perché riceverà lo stipendio o un’indennità sostitutiva, ovviamente dopo aver avvisato il datore di lavoro e rendendogli noto il certificato medico che attesta la condizione di salute post infortunio. A sua volta sarà poi il capo a far pervenire all’Inail l’appena menzionata documentazione, entro i due giorni posteriori.

C’è chi potrebbe chiedersi come funziona, nello specifico, la copertura economica in ipotesi di infortunio sul lavoro, ovvero più di un lavoratore potrebbe non limitarsi a verificare l’accredito della retribuzione e indennità Inail, ma vorrebbe saperne di più sulla quantificazione della cifra spettante se infortunati. Ci sono infatti regole ben precise, che occorre sapere per capire il meccanismo della tutela economica Inail causa infortunio sul lavoro. Cerchiamo allora di fare chiarezza a riguardo e vediamo assieme i principali aspetti in materia.

Infortunio sul lavoro: che cos’è in breve

Ricordiamo subito che l’infortunio sul lavoro ricorre in tutti i casi in cui il lavoratore si fa male mentre lavora, ad es. mentre usa un macchinario pericoloso oppure quanto scivola dal muletto o ancora scivola su una macchia d’olio in fabbrica.

Per la legge vigente, l’infortunio sul lavoro è da intendersi come un evento violento e improvviso verificatosi durante il lavoro e che implica l’inabilità temporanea o assoluta di lavorare. Chiaramente si tratta di una situazione che si distingue dalla malattia professionale e dalla malattia ordinaria.

Vero è che oggi all’infortunio sul lavoro è assimilato il cd. infortunio in itinere, ovvero quello verificatosi lungo il tragitto per andare in ufficio o per tornare alla propria abitazione dopo aver finito il turno.

Riconoscimento dell’infortunio da parte di Inail

Per essere tutelati pienamente come infortunati l’incidente deve essere riconosciuto dall’Inail, e la cosa di solito succede se dura almeno tre giorni. Perciò possiamo affermare che raramente l’istituto nega la tutela e rigetta la domanda del lavoratore, anche nel caso in cui l’infortunio si sia verificato per imprudenza o negligenza. In linea di massima ciò vuol dire che, pur infortunato e magari un po’ malconcio per quanto successo, il lavoratore potrà comunque contare sullo stipendio o indennità - di cui tra poco diremo.

Il lavoratore infortunato - subito dopo l’incidente - potrà rivolgersi al medico dell’azienda, se presente sul luogo di lavoro, oppure al pronto soccorso o, ancora, al proprio medico curante. Dopo aver spiegato come e dove è avvenuto il fatto, il medico rilascerà il certificato medico nel quale saranno indicati la diagnosi e il numero dei giorni di inabilità temporanea assoluta al lavoro.

Chiaramente però, dopo la inevitabile visita medica, l’immediato passo successivo sarà quello di avvisare il capo, perché questi di seguito informi l’Inail.

Comunicazione dell’infortunio: alcuni chiarimenti

Abbiamo appena detto che chi rimane infortunato al lavoro deve avvertire il datore, e questo è un dettaglio molto importante: dimenticarsi di farlo infatti farà rischiare di perdere lo stipendio per i giorni anteriori a quello nel quale è stata fatta la comunicazione. E il datore - lo ribadiamo - sarà tenuto a denunciare l’infortunio all’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) entro due giorni. Dovrà farlo servendosi di un modulo ad hoc di cui dovrebbe avere previa conoscenza - il cosiddetto mod. 4 bis R.A.

Nel caso in cui il capo non se ne occupi, potrà farlo al posto suo il lavoratore rivolgendosi alla sede più vicina Inail, munito di una copia del certificato medico emesso dal proprio medico oppure dal pronto soccorso che ha accertato le condizioni.

Copertura economica per infortunio sul lavoro: l’indennità Inail

Talvolta l’infortunio sul lavoro non permette di tornare immediatamente o comunque dopo pochi giorni al proprio posto e a svolgere le ordinarie mansioni. Qualora il lavoratore che si è fatto male abbia bisogno di tempo per guarire, sarà l’Inail - di fatto - a pagare lo stipendio. Attenzione però, più di stipendio è preferibile parlare di indennità sostitutiva giornaliera, vale a dire una somma di denaro che sostituisce la retribuzione e che scatta dal quarto giorno posteriore a quello dell’infortunio sul lavoro.

In primis ricordiamo questi punti in tema di indennità per infortunio:

  • Inail paga tutti i giorni, inclusi quelli festivi, fino alla data di rientro sul lavoro e dunque fino alla cessazione della cd. inabilità temporanea assoluta, come si usa dire in gergo;
  • l’indennità versata dall’Inail viene quantificata sulla scorta dello stipendio di fatto incassato dal dipendente negli ultimi 15 giorni di lavoro, anteriori all’infortunio patito. Perciò potranno incidere nel calcolo anche gli straordinari e le indennità eventualmente incassate nei 15 giorni anteriori all’evento lesivo;
  • sulla somma erogata da Inail, il dipendente dovrà versare le tasse (proprio come la retribuzione), trattenute direttamente dall’istituto, che poi gli farà avere una certificazione ad hoc.

Ma com’è quantificata l’indennità Inail, ovvero quanto spetta in caso di infortunio sul lavoro? In sostanza:

  • l’istituto paga al lavoratore, dal quarto al novantesimo giorno di infortunio, un’indennità corrispondente al 60% della retribuzione media giornaliera incassata da quest’ultimo;
  • ma attenzione perché se l’infortunio sul lavoro non è lieve ed anzi le relative conseguenze si protraggono nel tempo, dal 91mo giorno fino alla completa guarigione del dipendente, sarà Inail a versargli un’indennità equivalente al 75% della retribuzione media giornaliera.

Inoltre, in ipotesi di ricovero dell’assicurato in un istituto di cura, l’istituto potrà ridurre di un terzo l’ammontare della indennità al lavoratore che si è fatto male, ma se è senza familiari a carico.

Che cosa versa il datore di lavoro?

Abbiamo appena visto che l’istituto Inail paga l’indennità per infortunio ad hoc dal quarto giorno fino al pieno recupero del lavoratore, che così potrà riprendere il proprio lavoro. Ciò però non significa che il lavoratore che si è fatto male non sia tutelato i primi tre giorni. Infatti per questo breve lasso di tempo sarà il datore di lavoro a provvedere, assicurando in busta paga al dipendente:

  • il pagamento dell’integrale retribuzione per il giorno dell’infortunio sul lavoro;
  • il pagamento del 60% della stessa per i tre giorni successivi.

Tuttavia è vero che non di rado i Ccnl di settore includono condizioni di maggior favore per il lavoratore infortunato, che potrà così contare su una tutela economica più consistente. Ad es. ci sono contratti che prevedono il versamento del 100% della retribuzione per i 3 giorni successivi alla data di infortunio sul lavoro.

Ecco allora che è sempre preferibile dare almeno una breve occhiata al contratto collettivo applicato al proprio rapporto di lavoro, onde rendersi conto se il proprio datore deve pagare qualcosa in più rispetto alle regole ordinarie, appena viste.

Infortunio sul lavoro con conseguenze temporanee o permenenti: distinzione

Abbiamo visto che Inail ha precisi obblighi di tutela economica del lavoratore che si è fatto male sul lavoro (o che è rimasto infortunato nel percorso per recarsi al lavoro - cd. infortunio in itinere), ma a ben vedere c’è un’altra distinzione da fare, che tiene conto dell’entità delle conseguenze post incidente sul lavoro.

Infatti:

  • l’Inail versa un’indennità temporanea in tutti i casi in cui l’infortunio sul lavoro ha condotto all’inattività del lavoratore per un periodo comunque circoscritto di tempo e, perciò, tutte le volte nelle quali, a guarigione effettiva, egli può tornare tranquillamente alle precedenti mansioni;
  • nel caso in cui il dipendente patisca invece un danno permanente alla salute, quantificato in una percentuale che va dal 5% al 15%, potrà contare su’indennità una tantum da parte di Inail, una sorta di risarcimento in una sola soluzione. Detta indennità sarà quantificata sulla scorta di fattori quali l’età del lavoratore infortunato e della lesione acclarata (la legge vigente indica una apposita tabella delle menomazioni);
  • invece, nel caso in cui il danno patito sia maggiore del 15%, il lavoratore che ha subito effetti permanenti dall’infortunio sul lavoro, potrà ottenere da Inail un vero e proprio vitalizio e, dunque, una somma mensile erogata vita natural durante.

Ricordiamo anche che il dipendente che ha patito l’infortunio sul lavoro sarà libero di decidere come farsi versare l’indennità giornaliera Inail. Egli semplicemente dovrà connettersi al sito web ufficiale dell’istituto per gli infortuni sul lavoro e, facendo riferimento al modulo ad hoc, seguire le istruzioni su schermo. Tra le soluzioni spicca ovviamente il bonifico sul conto corrente bancario o postale, ma non è la sola (infatti ad es. il pagamento può compiersi anche con assegno circolare o vaglia postale in caso di indennità di valore esiguo). Nella prassi il versamento dell’indennità è anticipato dall’azienda in busta paga, per poi essere recuperato dal datore presso l’Inail.

Infortuni sul lavoro e incidenti mortali: quale tutela per i familiari superstiti?

C’è poi la novità dei nuovi importi dell’una tantum per gli eventi mortali, di cui ad un decreto ministeriale ad hoc (il n. 75 del 2023). Infatti per gli incidenti di questo tipo - avvenuti nel 2023 - la prestazione a favore dei familiari superstiti oscilla da un minimo di 4.000 euro fino a un massimo di 14.500 euro. In buona sostanza diminuisce l’importo dell’indennità una tantum o risarcimento Inail, che intende supportare economicamente i familiari di vittime sul luogo di lavoro. I precedenti valori indicavano un importo minimo di 6mila euro e uno massimo di 14.500 per il 2022.

Da notare infine che la prestazione economica una tantum in oggetto è versata per eventi mortali avutisi dopo il primo gennaio 2007, indipendentemente dal requisito dell’assicurazione presso l’Inail. La prestazione è assegnata ai superstiti delle vittime sul lavoro, ovvero coniuge e figli innanzitutto e, in loro assenza, genitori, fratelli e sorelle.

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