Addio malattie professionali, le nuove regole della Commissione europea

Ilena D’Errico

12 Agosto 2025 - 12:49

Il nuovo progetto della Commissione europea per dire addio alle malattie professionali più diffuse in base ai dati raccolti sul territorio.

Addio malattie professionali, le nuove regole della Commissione europea

La Commissione europea ha dato il via a un ambizioso progetto di sicurezza sul lavoro per diminuire l’incidenza di malattie professionali, incidenti e infortuni. L’Ue sta quindi preparando un nuovo regolamento per imporre limiti di esposizione a sostanze nocive più stringenti. L’obiettivo è diminuire drasticamente i tumori e le patologie gravi insorti a causa dell’attività lavorativa, invertendo una tendenza che si conferma sempre più tragica. Nonostante qualche miglioramento complessivo negli ultimi anni, i numeri sulle malattie professionali e gli infortuni gravi in Europa sono ancora lontani dall’essere rassicuranti e anche in Italia la situazione non è delle migliori.

Per questo motivo la Commissione europea sta vagliando misure di sicurezza più rigorose, cui le aziende operanti sul territorio comunitario dovranno adattarsi in un tempo non superiore a 6 anni. L’ennesimo provvedimento della Commissione Ue, che periodicamente ritocca i limiti all’esposizione di sostanze e materiali nocivi aggiornandoli in base alla ricerca scientifica e all’evoluzione dei settori professionali. L’istituzione ha spesso invitato alla modifica delle direttive sulla salubrità degli ambienti di lavoro, e ora arriva con un provvedimento di rinnovata urgenza.

Da Bruxelles viene lanciato così un segnale importante, supportato dai dati dell’Ufficio centrale di statistica dell’Unione europea (Eurostat), pronto a cambiare le condizioni dei lavoratori. Certo, ci sono numerosi rischi professionali e pericoli che ancora devono essere trattati, tanto a livello comunitario quanto nazionale, ma si tratta di un inizio positivo.

Nuove regole Ue per le malattie professionali

L’iniziativa della Commissione europea ha un obiettivo di tutto rispetto: prevenire almeno 1.700 casi di tumore ai polmoni e non meno di 19.000 casi di patologie gravi nel corso dei prossimi 40 anni. Una proposta importante per tutelare la salute dei lavoratori e salvaguardare la sanità pubblica, ma con un innegabile vantaggio economico. Prevenendo l’insorgenza delle malattie professionali, infatti, l’Unione europea potrebbe risparmiare circa 1,1 miliardi di euro dovuti alle spese mediche e ai costi indiretti.

Per arrivare a questo risultato si parte dalla limitazione dell’esposizione a sostanze e materiali nocivi. Sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles ci sono in particolare il cobalto e altri composti inorganici, usati per esempio nella produzione di batterie per auto elettriche, ma anche magneti e metalli duri. La soglia massima di esposizione a questi materiali dovrà essere di 0,01 mg/m³ per le particelle respirabili e di 0,0025 mg/m³ per le particelle più fini, che penetrano maggiormente nei polmoni. Sotto la stretta Ue anche gli idrocarburi policiclici aromatici, usati per lo più nei settori siderurgici e metallurgici, per i quali la nuova soglia massima sarà di 0,00007 mg/m³.

Le malattie professionali sono sempre di più

Come premesso, i dati dell’Eurostar non forniscono un quadro roseo della sicurezza del lavoro nell’Ue, confermato anche dal report dell’Inail. Nei primi cinque mesi del 2025 in Italia le denunce di malattie professionali sono aumentate del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non è tutto, bisogna tenere conto che questa percentuale è in crescita continua, senza pensare alle malattie non denunciate (e anche al lavoro nero, che richiede però interventi alla radice). Sono leggermente diminuiti gli infortuni e anche gli incidenti mortali, ma queste informazioni non sono troppo rassicuranti pensando che i decessi sono comunque aumentati, addirittura del 30,5%.

La situazione è poi ovviamente disomogenea, i più colpiti statisticamente sono gli uomini stranieri che lavorano al Sud nei settori ad alto rischio: industria e servizi oppure agricoltura. Le condizioni non sono comunque positive, fatta eccezione per la tendenza ottimistica delle Isole, l’unica zona italiana in cui le denunce di malattie professionali non solo non sono aumentate ma sono anche diminuite, nello specifico dell’8%. Anche tra le malattie denunciate ci sono delle costanti, con una prevalenza di forme tumorali, patologie che coinvolgono l’apparato muscolo-scheletrico, il sistema nervoso, l’udito e l’apparato respiratorio. Proprio da questi dati, pressoché analoghi a livello comunitario, deriva l’attenzione della Commissione europea sui fattori di rischio citati.

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