L’invalidità civile viene riconosciuta ai cittadini resi parzialmente o totalmente inabili al lavoro: ma quali sono le modalità per fare domanda?
Quando si parla di invalidità civile, con servizi e prestazione annesse, si rischia di far confusione. Ancora di più se c’è di mezzo un impiego lavorativo, una pensione o comunque un’attività retribuita. D’altronde, l’invalidità civile è un argomento complesso e delicato, che riguarda milioni di persone in Italia. Comprendere cosa significhi, quali diritti garantisca e come sia possibile ottenerla è fondamentale per chi si trova in situazioni di difficoltà.
Nella nostra guida esploreremo dettagliatamente cos’è l’invalidità civile, i tipi di invalidità riconosciuti, cosa dice la legge italiana in merito all’invalidità e lavoro e come fare domanda per il riconoscimento INPS, dando un occhio attento ai requisiti e alle tempistiche.
Distingueremo, quindi, l’assegno per l’invalidità civile, dall’assegno ordinario di invalidità o anche dalla pensione di invalidità civile (o di inabilità civile al 100%), ben diversi alla luce delle normative.
Cos’è l’invalidità civile?
L’invalidità civile è una condizione riconosciuta dallo Stato italiano in cui una persona, a causa di malattie congenite o acquisite, ha una riduzione permanente della capacità lavorativa. Non si tratta di un’invalidità legata a incidenti sul lavoro, ma di una condizione legata alla salute che limita significativamente le normali capacità di svolgere attività quotidiane o lavorative.
Sono invalidi civili i cittadini affetti da una menomazione o deficit fisico, psichico o intellettivo, della vista o dell’udito (congenito o acquisito) che a seguito di tale condizioni:
- abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo (33%);
- se minorenni, che presentino difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni tipiche della loro età.
Ai soli fini dell’assistenza socio sanitaria e della concessione dell’indennità di accompagnamento, si considerano invalidi civili anche le persone con più di 65 anni che abbiano difficoltà persistenti a svolgere le funzioni proprie della loro età della vita quotidiana o di relazione.
L’invalidità civile è regolamentata dalla Legge 118/1971, che stabilisce chi può richiedere il riconoscimento di questa condizione e quali sono i benefici a cui si ha diritto. Le persone riconosciute come invalide civili possono accedere a una serie di agevolazioni economiche e non, come pensioni, assegni, esenzioni fiscali e assistenza sanitaria. È importante sottolineare che l’invalidità civile non riguarda solo la sfera economica: il riconoscimento dell’invalidità comporta anche il diritto a servizi e supporto a livello sociale e sanitario.
I requisiti dell’invalidità civile
Le categorie di invalidità civile si distinguono in base al grado di riduzione della capacità lavorativa, espresso in percentuale, e vanno dal 33% al 100%. Ogni percentuale corrisponde a diritti e agevolazioni diverse, e le procedure di accertamento richiedono un’attenta valutazione medico-legale.
Possono ottenere l’invalidità civile, nella diversa misura e nelle diverse caratteristiche a seconda della categoria di appartenenza e della gravità della patologia:
- i mutilati e invalidi civili vale a dire i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età;
- i ciechi civili vale a dire i soggetti affetti da cecità totale o con un residuo visivo non superiore a un ventesimo in entrambi gli occhi per causa congenita o contratta;
- i sordi (sordomuti), vale a dire individui affetti da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva (fino a 12 anni), tale da impedire il normale impedimento del linguaggio parlato. Più precisamente, il requisito per la concessione della pensione prevede una soglia uditiva di ipoacusia pari ad almeno 75 decibel.
- gli affetti da talassemie o drepanocitosi.
Non viene considerata come invalidità civile quella di:
- invalidi di guerra;
- invalidi del lavoro;
- invalidi per servizio.
A costoro spettano eventuali specifiche indennità.
Invalidità civile: a cosa si ha diritto?
Vediamo allora con l’invalidità civile a cosa si ha diritto considerando che le prestazioni possono essere economiche e non economiche, come anticipato, a seconda del grado di inabilità riconosciuto con l’accertamento sanitario. Capire a cosa si ha diritto, a seconda dei requisiti, è propedeutico alla domanda di invalidità civile da inoltrare all’INPS di cui diremo dopo nel dettaglio.
Diciamo che, per avere diritto alle prestazioni legate all’invalidità civile, il requisito sanitario e, quindi, il grado minimo di inabilità al lavoro deve essere del 33%. Da questa percentuale si può pertanto arrivare fino al 100% di invalidità riconosciuta. Alle varie percentuali di invalidità civile sono legate le varie prestazioni cui il cittadino ha diritto.
Prestazioni di tipo economico vengono riconosciute solo per l’invalidità civile superiore al 74% ed è necessario anche il requisito reddituale. Nel dettaglio:
- con invalidità civile riconosciuta dal 33 al 73% si ha diritto ad assistenza sanitaria e agevolazioni fiscali;
- con invalidità civile riconosciuta dal 46% si ha diritto all’iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l’Impiego ai fini dell’assunzione agevolata;
- con invalidità riconosciuta dal 66% si ha diritto all’esenzione del ticket sanitario;
- con invalidità riconosciuta dal 74% al 100% si ha diritto a prestazioni economiche e quindi all’assegno.
Gli invalidi civili hanno diritto pertanto:
- alla pensione di inabilità civile (invalidi totali al 100%);
- assegno di invalidità civile mensile (invalidi parziali con invalidità tra il 74 e il 100%);
- indennità di frequenza (minori invalidi);
- indennità di accompagnamento.
E ancora nel dettaglio, proprio alla luce di quanto sopra anticipato, ciechi civili e sordi o sordomuti hanno diritto alle seguenti prestazioni:
- i ciechi civili: pensione ai ciechi assoluti, pensione ai ciechi parziali, indennità speciale, indennità di accompagnamento;
- i sordi (sordomuti): pensione, indennità di comunicazione.
Quanto spetta?
L’importo degli assegni e delle pensioni riconosciuti in caso di invalidità civile varia a seconda del grado di invalidità, del reddito del richiedente e delle norme vigenti. Di seguito i principali importi erogati dall’INPS nel 2024, soggetti a rivalutazione annuale:
Assegno mensile di assistenza (invalidità dal 74% al 99%)
L’assegno mensile di assistenza è destinato a chi ha un’invalidità civile compresa tra il 74% e il 99%.
L’importo per il 2024 è di circa 313,91 euro al mese. Questo assegno è erogato solo a coloro che non svolgono attività lavorativa e hanno un reddito inferiore a una soglia specifica, fissata annualmente dall’INPS. Per il 2024, il limite di reddito è di circa 5.391,88 euro annui.
È importante notare che l’assegno mensile non è compatibile con altre forme di reddito da lavoro o pensioni di invalidità di natura diversa.
Pensione di inabilità (invalidità al 100%)
Chi ha un’invalidità civile totale (100%) e si trova in condizioni economiche disagiate ha diritto alla pensione di inabilità.
L’importo della pensione per il 2024 è pari a circa 313,91 euro mensili. Anche in questo caso, il diritto alla pensione è subordinato al rispetto di una soglia di reddito, che per il 2024 è di 17.920,92 euro annui.
Oltre a questo, in caso di totale inabilità e grave limitazione delle capacità motorie, può essere riconosciuta l’indennità di accompagnamento (senza limiti di reddito, come vedremo nel prossimo paragrafo), che viene concessa a chi non è in grado di deambulare autonomamente o di svolgere attività quotidiane senza assistenza.
Indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento è un ulteriore beneficio che può essere riconosciuto a chi ha un’invalidità al 100% e non è autosufficiente. Si tratta di un aiuto economico destinato a coprire le spese necessarie per l’assistenza quotidiana.
Per il 2024, l’indennità ammonta a circa 527,16 euro al mese, e può essere erogata anche in assenza di limiti di reddito.
Esenzioni fiscali e sanitarie
Oltre agli importi in denaro, le persone riconosciute invalide civili possono beneficiare di esenzioni fiscali, come la riduzione dell’IVA per l’acquisto di ausili tecnici e sanitari, e l’esenzione dal pagamento dei ticket sanitari per visite specialistiche, esami diagnostici e farmaci.
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La procedura per ottenere l’invalidità civile
Ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile richiede il completamento di una procedura articolata, che coinvolge sia il medico curante sia gli enti previdenziali e sanitari. Ecco i principali passaggi.
Certificato medico introduttivo
- Il primo passo per richiedere l’invalidità civile è rivolgersi al proprio medico curante, il quale dovrà redigere un certificato medico introduttivo. Questo certificato attesta la presenza di una patologia o disabilità che limita la capacità lavorativa e include una valutazione preliminare del grado di invalidità. Il medico invierà telematicamente questo certificato all’INPS, consegnando al paziente un numero di protocollo necessario per la successiva fase della domanda.
Domanda telematica all’INPS
- Dopo aver ottenuto il certificato medico introduttivo, il richiedente deve presentare la domanda di riconoscimento dell’invalidità civile all’INPS. La domanda può essere inoltrata esclusivamente online, tramite il portale dell’INPS, oppure tramite il supporto di un patronato. È necessario fornire i dati anagrafici, allegare il certificato medico introduttivo e specificare il tipo di invalidità per cui si richiede il riconoscimento.
Convocazione per la visita medica
- Una volta presentata la domanda, il richiedente sarà convocato dall’INPS per una visita medica presso la Commissione Medica dell’ASL (Azienda Sanitaria Locale) competente. La commissione, composta da medici specialisti, valuterà lo stato di salute del richiedente, considerando il quadro clinico presentato e i documenti medici allegati. È importante portare con sé tutta la documentazione sanitaria relativa alla patologia invalidante, inclusi referti, diagnosi e prescrizioni mediche.
Esito della valutazione
Dopo la visita, la commissione emetterà un verbale in cui sarà indicato il grado di invalidità riconosciuto, espresso in percentuale. L’esito può essere:
- accoglimento della richiesta: in questo caso, viene riconosciuta l’invalidità civile, e il grado percentuale determina il tipo di benefici a cui si ha diritto;
- rigetto: se la commissione non ritiene sufficienti le prove mediche fornite, può decidere di non riconoscere l’invalidità. In caso di rigetto, è possibile presentare ricorso entro 180 giorni presso il tribunale ordinario.
Ricorso in caso di rigetto
- Se la richiesta di invalidità viene rigettata o il grado di invalidità riconosciuto è inferiore a quanto previsto dalle condizioni cliniche, è possibile presentare un ricorso legale. Il ricorso va depositato presso il tribunale competente, accompagnato da ulteriore documentazione sanitaria che dimostri l’errata valutazione della commissione medica.
L’intera procedura può richiedere diversi mesi, a seconda della velocità con cui vengono organizzate le visite e della complessità del caso. Durante l’iter, è consigliato rivolgersi a un patronato per ricevere assistenza nella compilazione della documentazione e nel monitoraggio della domanda.
Tempistiche
Le tempistiche per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile possono variare a seconda della regione, della complessità del caso e dell’efficienza degli uffici sanitari e dell’INPS. Tuttavia, in media, l’intera procedura può richiedere dai 2 ai 6 mesi, tenendo conto dei seguenti tempi indicativi.
- Rilascio del certificato medico introduttivo: entro pochi giorni dalla visita medica.
- Presentazione della domanda: immediata dopo il rilascio del certificato medico introduttivo.
- Convocazione per la visita presso la Commissione Medica: generalmente entro 30-90 giorni dalla presentazione della domanda. Tuttavia, in alcune aree del Paese, a causa dell’elevato numero di richieste, i tempi di attesa possono essere più lunghi.
- Esito della valutazione: entro 30 giorni dalla visita medica.
- Erogazione degli assegni o pensioni: se l’invalidità viene riconosciuta, i pagamenti iniziano generalmente dal mese successivo rispetto a quello relativo alla comunicazione dell’esito positivo.
In caso di rigetto o di necessità di ulteriori accertamenti, le tempistiche possono allungarsi ulteriormente. In ogni caso, per monitorare lo stato della pratica, è possibile consultare il portale dell’INPS o rivolgersi a un patronato.
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