Quanto è reale la minaccia nucleare della Russia?

Erasmo Venosi

16 Aprile 2024 - 12:22

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Quanto è reale - e grave - la minaccia nucleare di Putin? Di quali armi dispone la Russia?

Quanto è reale la minaccia nucleare della Russia?

L’idea di Europa nasce dal sogno di pace di due politici francesi, Schuman e Monnet, a seguito di due guerre mondiali, con più di ottanta milioni di morti. Eradicare questa barbarie per sempre dall’Europa: questo era il fine della UE. Schuman nel discorso di Strasburgo di 75 anni fa dichiarava:

“Stiamo concludendo un meraviglioso esperimento, la realizzazione del sogno ricorrente che per dieci secoli si è riproposto ai popoli d’Europa: creare tra loro un’organizzazione per porre fine alla guerra e garantire una pace perenne”.

Tra le nazioni dell’Unione europea non ci sono state guerre dal 1945 a oggi, segnando il periodo di pace più lungo nella storia d’Europa in età moderna. Un’Unione che non solo ha evitato conflitti, ma che ha generato una evoluzione dei popoli sul piano civile e democratico. Le ultime decisioni del Consiglio d’Europa dimostrano, indirettamente, che siamo una componente dell’impero europeo dell’America.

Eccoci di fatto di nuovo in guerra mentre si dissolve quella certezza di pace in Europa. Cobelligeranti a distanza nel conflitto con la Russia, anche se fingiamo di non partecipare. Sincere ma inquietanti le parole di Biden verso Putin, che per quanto odioso resta un Presidente eletto democraticamente: “Perdio, quest’uomo non può restare al potere”.
Ecco allora che Macron ricorda al Mondo che ha l’atomica e che vuole inviare soldati in Ucraina, la Polonia si attiva per lo scontro frontale e la Germania si riarma.
In occasione della riunione del mese scorso, il Consiglio d’Europa ha dichiarato:

“Il Consiglio Europeo sottolinea la necessità imperativa di rafforzare e coordinare la preparazione militare e civile e di una gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce. Invita il Consiglio a portare avanti i lavori e la Commissione, insieme all’Alto Rappresentante, a proporre azioni volte a rafforzare, a livello dell’UE, la preparazione e la risposta alle crisi nel quadro di un approccio multi rischio ed esteso a tutta la società, tenendo conto delle responsabilità e delle competenze degli Stati membri, in vista di una futura strategia di preparazione”.

Von der Leyen battezza un New War Deal, “perché la minaccia bellica può non essere imminente, ma non è da escludere. Il rischio della guerra non deve farci temere che inizierà domani, ma non va sottovalutata”.

Secondo un avvertimento di Putin è del 29 febbraio “Devono capire che abbiamo anche armi che possono colpire obiettivi sul loro territorio”, riguardo a qualsiasi dispiegamento di truppe NATO in Ucraina. “Tutto ciò minaccia davvero un conflitto con l’uso delle armi nucleari e la distruzione della civiltà. Non lo capiscono?".

È vero che nuclearmente Putin è potentissimo? E se sì, di quali armi dispone?
La Russia ha ultimato il programma di modernizzazione pluridecennale per sostituire tutti i suoi sistemi nucleari dell’era sovietica con versioni più recenti.

All’inizio del 2024, Mosca disponeva di una scorta di circa 4.380 testate nucleari assegnate all’uso da parte di lanciatori strategici a lungo raggio e forze nucleari tattiche a corto raggio. Delle testate accumulate, circa 1.710 testate strategiche sono schierate: circa 870 su missili balistici terrestri, circa 640 su missili balistici lanciati da sottomarini e 200 su basi di bombardieri pesanti. Analizzare e stimare le forze nucleari russe è un’impresa impegnativa a causa della decisione di Putin nel 2023 di sospendere la partecipazione della Russia al New START, il trattato bilaterale USA-Russia che richiede a entrambi i Paesi di scambiarsi dati sui rispettivi numeri di testate e lanciatori strategici schierati.

Il nuovo START è stato un nodo fondamentale per la trasparenza e ha permesso agli analisti di lavorare a ritroso dai numeri aggregati per stimare la ripartizione delle forze strategiche dispiegate dalla Russia. Tuttavia, poiché la Russia non ha fornito questi dati agli Stati Uniti dal settembre 2022, ora è più difficile compilare un quadro della struttura della forza nucleare russa che sia completamente accurato.

L’ultima volta che la Russia ha aggiornato la sua politica ufficiale di deterrenza è stato nel 2020 attraverso un ordine esecutivo che descriveva le condizioni esplicite in cui poteva lanciare armi. In proposito Putin, in occasione di alcuni riunioni internazionali del Valdai Club, ha dichiarato:

“La dottrina delle armi nucleari della Russia non prevede un attacco preventivo e il nostro concetto si basa su un contrattacco reciproco. Ciò significa che siamo preparati e useremo armi nucleari solo quando sapremo con certezza che qualche potenziale aggressore sta attaccando la Russia, il nostro territorio”.

Spesso ascoltiamo l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, minacciare l’uso di armi nucleari. In realtà, solo tre persone possiedano le cosiddette valigette nucleari che possono autorizzare un lancio nucleare russo: Putin, il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore generale Valery Gerasimov. Un ordine di Putin deve essere controfirmato da uno di questi due funzionari prima che qualsiasi arma nucleare possa essere lanciata.

La Russia attualmente schiera missili balistici intercontinentali (ICBM) e tra questi il missile SARMAT (codice NATO: SS30 Satan2). Un missile si definisce “balistico” quando ha una traiettoria suborbitale e può portare testate singole o multiple che, a seconda del carico, possono portare minacce di tipo nucleare, batteriologiche o chimiche. Viene lanciato da apparati militari dotati di alta tecnologia in grado di raggiungere territori lontani e comunque tali da evitare effetti dannosi a chi li lancia.

Nessun Stato europeo, ad oggi, ha la possibilità di difesa autonoma da attacchi portati con missili balistici. Alcune fonti mediatiche hanno soprannominato il missile SARMAT il «Figlio di Satana» perché è il seguito dell’SS-18, che gli Stati Uniti e la NATO hanno soprannominato «Satana», presumibilmente per riflettere la sua straordinaria capacità distruttiva.
L’entrata in servizio del SARMAT segna il futuro dell’equilibrio strategico tra la Federazione Russa, da una parte, e gli Stati Uniti e più in generale la NATO, dall’altra. Ha una gittata di 18 mila chilometri, può trasportare fino a 10 testate nucleari autonome oltre a dispositivi che ingannano le difese missilistiche avversarie.

Si stima che ogni testata abbia una potenza variabile tra l’equivalente tra 31 e 62 (500 a 1000 kilotoni) bombe Hiroshima. Oltre ai missili balistici, la Russia sta sviluppando anche un missile da crociera a propulsione nucleare, lanciato da terra, armato con armi nucleari e con gittata intercontinentale, noto come 9M730 Burevestnik.

Inoltre possiede sottomarini e missili balistici lanciati da sottomarini, bombardieri strategici, armi nucleari non strategiche (sono armi nucleari a corto raggio).
Il più grande utilizzatore di armi nucleari non strategiche nell’esercito russo è la marina, che possiede 784 testate per l’uso da parte di missili da crociera da attacco terrestre, missili da crociera antinave, razzi antisommergibile, missili antiaerei, siluri e bombe di profondità Queste armi possono essere utilizzate da sottomarini, portaerei, incrociatori, cacciatorpediniere, fregate, corvette e aerei navali.

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