Perché la Pubblica Amministrazione italiana danneggia le imprese

Simone Micocci

19 Settembre 2018 - 15:37

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La Pubblica Amministrazione italiana la peggiore d’Europa: accumula debiti e paga in ritardo, con le imprese che ne pagano le conseguenze.

Perché la Pubblica Amministrazione italiana danneggia le imprese

Ancora un record negativo per l’Italia: il nostro Paese è nell’ultima posizione della classifica europea sui tempi medi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione.

Come rilevato dalla ricerca realizzata dal Centro studi ImpresaLavoro - utilizzando i dati dell’European Payment Report 2018 (Banca d’Italia, Eurostat e Intrum Justitia) - in Europa siamo gli ultimi per tempi di pagamento dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha contratto nei confronti delle imprese.

Secondo questa indagine, infatti, le imprese in media devono attendere ben 104 giorni per ricevere dalla Pubblica Amministrazione il compenso previsto.

Un dato che inevitabilmente si ripercuote negativamente sulle imprese stesse, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Queste, infatti, sono costrette ad anticipare i costi per poi aspettare diversi mesi prima di ottenere il compenso pattuito; ciò inevitabilmente riduce la liquidità delle imprese, già in difficoltà a causa della crisi dei mercati e dalla concorrenza delle aziende più grandi.

A tal proposito il Presidente di ImpresaLavoro - l’imprenditore Massimo Blasoni - ha dichiarato che questo ritardo sistematico da parte della Pubblica Amministrazione italiana è costato alle imprese italiane 4,172 miliardi di euro complessivi, “cifra generata dagli interessi passivi dovuti per anticipare il credito necessario per pagari i dipendenti e per onorare gli impegni presi”.

Da Renzi al Governo del cambiamento: un problema irrisolto

Molti di voi ricorderanno quando nel 13 marzo del 2014 l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi promise alle imprese italiane che, entro il termine dell’anno, il suo Governo avrebbe pagato tutti i debiti che la Pubblica Amministrazione aveva contratto fino al 2013.

Nonostante le promesse, però, la situazione con il passare degli anni è persino peggiorata. Secondo quanto riportato dalla relazione annuale della Banca d’Italia, infatti, nel 2017 il debito complessivo della PA è pari a 57 miliardi di euro, con un incremento di 7 miliardi rispetto all’anno precedente.

Il problema è che non è sufficiente liquidare i debiti pregressi con operazioni “spot” come quella annunciata da Renzi nel 2014; i debiti commerciali, infatti, si rigenerano con frequenza - visto che beni e servizi vengono forniti in continuazione - quindi l’unica soluzione possibile è che i nuovi debiti creatisi nel frattempo risultino essere inferiori a quelli dell’oggetto di liquidazione. Solo riducendo i tempi di pagamento della PA, quindi, si eviterebbe un accumulo di debiti.

A tal proposito Blasoni ha dichiarato di aspettarsi che il Governo Conte faccia qualcosa per risolvere questo problema; d’altronde Lega e Movimento 5 Stelle - le due forze politiche che sostengono l’attuale Esecutivo - sono sempre state particolarmente critiche nei confronti dei precedenti Governi di Centrosinistra e per questo ci si aspetta da Di Maio, in qualità di Ministro dello Sviluppo economico, un atto concreto così da dare seguito agli impegni assunti in campagna elettorale.

Il confronto con il resto d’Europa

Il paragone tra la Pubblica Amministrazione italiana e quelle del resto d’Europa è impietoso.

I tempi con cui la PA salda i debiti con le imprese, infatti, nel 2017 sono tornati ad allungarsi dopo che tra il 2015 e il 2016, grazie al passaggio alla fatturazione elettronica, si era registrato un calo da 131 a 95 giorni.

Oggi, in media, per il ottenere il pagamento del compenso pattuito le imprese devono aspettare 104 giorni, un dato che ha fatto conquistare alla Pubblica Amministrazione italiana il primato negativo in Europa.

Il distacco dagli altri Paesi poco “virtuosi” in merito ai tempi di pagamento della PA, inoltre, è piuttosto ampio. Ad esempio, la seconda peggior nazione è il Portogallo, con 86 giorni, seguita dalla Grecia (Paese peggiore nella classifica dello scorso anno) con 73 giorni.

Lo scenario per il nostro Paese peggiora in caso di confronto con Paesi come il Belgio (60 giorni) e la Spagna (56). Tra i Paesi dove la Pubblica Amministrazione paga prima le imprese troviamo la Francia (55 giorni), l’Irlanda (43) e la Germania (33).

In vetta alla classifica, infine, si posiziona il Regno Unito dove le imprese per ricevere il loro compenso aspettano meno di un mese, appena 26 giorni per l’esattezza.

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