Pos, cambiano di nuovo le commissioni? Cosa può succedere per i pagamenti con carte, bancomat e app

Stefano Rizzuti

04/04/2023

04/04/2023 - 17:51

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Le commissioni sui pagamenti con Pos potrebbero nuovamente cambiare: il governo sta cercando un accordo per azzerarle in caso di pagamenti al di sotto dei 10 euro. Ci riuscirà?

Pos, cambiano di nuovo le commissioni? Cosa può succedere per i pagamenti con carte, bancomat e app

I pagamenti con carte, bancomat e app potrebbero cambiare nuovamente. Le commissioni per gli acquisti pagati con il Pos potrebbero essere azzerate o quantomeno ridotte. O, almeno, questa è l’intenzione del governo, anche se i risultati per il momento tardano ad arrivare.

La trattativa con le banche e i gestori non si sblocca e ancora non è arrivato l’accordo per l’azzeramento delle commissioni. L’obiettivo dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è di azzerare le commissioni per i commercianti in caso di pagamenti al di sotto dei 10 euro e di ridurle al di sotto dei 30 euro.

Il tavolo tecnico al ministero dell’Economia è partito, seguendo quanto deciso dalla legge di Bilancio, nella quale era stato messo per iscritto che in caso di mancato accordo sarebbero scattate le sanzioni. In realtà si sarebbe dovuto trattare di una contributo che i gestori dovrebbero pagare su tutti i pagamenti al di sotto dei 30 euro che prevedono una commissione. Ma cosa è stato deciso finora e cosa può cambiare per i pagamenti con carte e bancomat?

Pos, come il governo vuole tagliare le commissioni

Il governo vuole mitigare l’impatto delle commissioni sugli esercenti, almeno per le spese di piccolo importo (al di sotto dei 30 euro). In particolare l’aiuto si deve rivolgere a chi ha ricavi e compensi non superiori ai 400mila euro. Il tavolo con banche, associazioni di categoria e gestori è nato proprio a questo scopo: trovare un accordo per ridurre o azzerare le commissioni che pesano sui conti degli esercenti.

Le sanzioni se non vengono azzerate le commissioni

Inizialmente il governo Meloni aveva annunciato l’abolizione delle sanzioni per i commercianti e i professionisti che rifiutavano transazioni con il Pos per micro-pagamenti. Poi, su spinta dell’Ue, l’esecutivo è dovuto tornare sui suoi passi e ha quindi deciso di lasciare le sanzioni, ma di provare ad aiutare in altro modo i commercianti.

L’idea è stata quella di eliminare le commissioni da pagare a banche e gestori. Va comunque detto che già oggi molti di loro non si fanno pagare le commissioni sotto una determinata soglia, di solito di 5 o 10 euro. L’obiettivo del governo è che nessuno se le faccia pagare.

Per questo il Mef sta cercando singoli accordi con i gestori per eliminare le commissioni. Peraltro la manovra prevede che in caso di mancata intesa entro fine marzo sarebbe dovuta scattare una sorta di sanzione per i gestori: dal primo aprile avrebbero dovuto versare un contributo per ogni pagamento con commissioni al di sotto dei 30 euro.

Per il momento le sanzioni non sono scattate, anche perché non esiste nemmeno uno strumento per rintracciare queste transazioni. Il tavolo al Mef è però ancora aperto e anche per questa ragione per il momento il contributo non è all’ordine del giorno: bisognerà però capire cosa succederà in caso di mancato accordo.

Pos e commissioni sui pagamenti, cosa può cambiare

Come detto, il governo spinge per azzerare le commissioni al di sotto dei 10 euro e ridurle sotto i 30 euro. Resta ancora da capire qual è la posizione delle banche e dei gestori, considerando che ogni valutazione deve tener conto anche del principio della concorrenza: in molti già oggi non fanno pagare le commissioni.

Proprio per questo motivo un accordo non sembra impossibile: se non ci si arriva con l’intesa, è probabile che prima o poi sia il mercato a portare tutti gli istituti verso la riduzione delle commissioni. Sembra inevitabile, infatti, che sempre più commercianti si rivolgano a chi ha commissioni minori o nulle, costringendo tutti gli altri ad adeguarsi.

Il governo intanto continua a puntare su un’accettazione sulla base di una spinta volontaria per banche e gestori, senza imporre nulla a livello generale: se così fosse si potrebbe evitare il rischio di ricorsi che, in caso di imposizione dall’alto, non sarebbero da escludere.

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