PIL Italia +0,3% su base trimestrale, +0,7% su base annua. L’annuncio dell’ISTAT, che ha diffuso anche il dato preliminare relativo all’inflazione di maggio.
Nel primo trimestre del 2025, il PIL dell’Italia è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre del 2024. Lo ha comunicato l’ISTAT.
Su base trimestrale, il dato è stato in linea con le attese degli analisti, che avevano previsto un rialzo dello 0,3%, mentre su base annua la performance è stata migliore delle previsioni, che avevano puntato su una crescita pari a +0,6%.
Non solo, visto che l’ISTAT ha rivisto al rialzo il trend del PIL su base annua, che era stato annunciato nella lettura preliminare pari a +0,6% e che oggi, si è appreso, è stato pari a +0,7%.
Occhio anche al dato preliminare relativo all’inflazione di maggio, che è stato diffuso oggi dall’istituzione.
PIL Italia +0,3% su base trimestrale, +0,7% su base annua nel I trimestre 2025
Così si legge nel comunicato dell’Istituto Nazionale di Statistica:
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita congiunturale dello 0,3% dell’economia italiana nel primo trimestre dell’anno rilasciata in via preliminare il mese scorso. Risultano invece in lieve rialzo sia la crescita tendenziale, che si assesta allo 0,7% rispetto allo 0,6% della stima preliminare, sia la crescita acquisita per il 2025, che passa allo 0,5% dallo 0,4%”.
L’ISTAT ha precisato che “tra le componenti della domanda interna, i consumi delle famiglie e delle ISP hanno fornito un contributo di 0,1 punti percentuali alla crescita congiunturale del PIL, gli investimenti di 0,3 punti, mentre la variazione delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali. Positivo per 0,1 punti percentuali è risultato il contributo della domanda estera netta ”.
Per quanto riguarda il “valore aggiunto, sono risultate in crescita agricoltura e industria (1,4% e 1,2% rispettivamente), mentre è lievemente calato il settori dei servizi (-0,1%). Sono cresciute dell’1% le ore lavorate, dello 0,5% i redditi pro-capite e dello 0,7% le posizioni lavorative”.
L’ISTAT ha ricordato che nel primo trimestre 2025, il PIL è diminuito su base trimestrale dello 0,1% negli Stati Uniti, mentre è cresciuto dello 0,1% in Francia e dello 0,4% in Germania.
Su base annua, si è registrata una crescita del 2,1% negli Stati Uniti e dello 0,6% in Francia e un andamento stazionario in Germania.
Nel complesso, ha fatto notare l’istituzione, il PIL dei paesi dell’area euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% su base annua.
Il trend delle componenti della domanda del PIL
Analizzando le componenti della domanda relative al PIL, l’ISTAT ha precisato che, dal lato della domanda, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate in termini congiunturali del 2,8%, gli investimenti fissi lordi dell’1,6% e i consumi finali nazionali dello 0,1%. Le importazioni sono cresciute del 2,6%.
Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti e delle ISP è cresciuta dello 0,2%, mentre quella delle AP è diminuita dello 0,3%.
L’andamento positivo degli investimenti è stato determinato in particolare dalla crescita dell’1,2% della spesa per impianti, macchinari e armamenti, di cui la componente in mezzi di trasporto è aumentata del 2,3%, dalla crescita dell’1,7% e dell’1,8% rispettivamente per la spesa in abitazioni e fabbricati non residenziali e altre opere, dell’1,7% per gli investimenti in prodotti di proprietà intellettuale, mentre la componente in risorse biologiche coltivate ha registrato una stazionarietà.
La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato un aumento in termini congiunturali dello 0,2%. In particolare gli acquisti in beni durevoli sono diminuiti dell’1,3%, quelli in beni non durevoli sono risultati stazionari, mentre quelli in servizi sono cresciuti dello 0,6% e quelli in beni semidurevoli dello 0,6%.
Inflazione Italia a maggio, lettura preliminare, occhio al balzo del carrello della spesa
Oggi l’ISTAT ha reso noto anche il dato relativo all’inflazione dell’Italia, che ha registrato nel mese di maggio una variazione pari a zero su base mensile, salendo dell’1,7% su base annua, rallentando così il ritmo di crescita rispetto al +1,9% di aprile. Quello oggi diffuso è stata la lettura preliminare dell’indicatore. Occhio tuttavia allo scatto del carrello della spesa, con il ritmo di crescita balzato da +2,6% a +3,1%.
La decelerazione del tasso d’inflazione, ha spiegato l’Istituto Nazionale di Statistica, si deve principalmente alla dinamica dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +31,7% a +29,1%) e non regolamentati (da -3,4% a -4,3%), degli alimentari non lavorati (da +4,2% a +3,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,6% a +3,0%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,4% a +2,6%).
A sostenere invece la crescita l’inflazione headline dell’Italia è stata invece l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,2% a +3,2%) e l’attenuarsi della flessione di quelli dei beni durevoli (da -1,4% a -0,8%).
L’inflazione core, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha segnato una lieve decelerazione, da +2,1% a +2%, come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +2,2% a +2,1%). Ma occhio all’aumento di alcuni prezzi, come quelli dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,6% a +3,1%) e dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,7%). L’ISTAT ha così commentato il dato relativo all’inflazione:
“A maggio 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione scende all’1,7% dall’01,9% di aprile. Il rallentamento risente della marcata decelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (+29,1% da +31,7% di aprile) e dell’accentuarsi della flessione di quelli dei non regolamentati (-4,3% da -3,4%); in decelerazione anche i prezzi degli alimentari non lavorati (+3,7% da +4,2%) e di alcune tipologie di servizi. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve, invece, alla decisa accelerazione dei prezzi degli alimentari lavorati (+3,2% da +2,2%), che traina il “carrello della spesa” (+3,1% da +2,6%). A maggio l’inflazione di fondo scende al +2,0%, dal +2,1% di aprile”.
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