Il prezzo del petrolio si riavvicina verso i 60 dollari al barile nonostante l’inaspettato aumento delle scorte registrato ieri. Il mercato ha cambiato strategia.
Il petrolio toccherà i tanto attesi 60 dollari al barile?
È questa una delle domande più gettonate oggi, dopo il balzo della quotazione determinato ancora una volta dalle parole dell’Arabia Saudita.
Il mercato del greggio sembra aver cambiato definitivamente strategia e oggi pare più propenso ad affidarsi alle parole, piuttosto che ai fatti. Il petrolio, infatti, è tornato a guadagnare terreno grazie alle dichiarazioni del principe Mohammad bin Salman, che si è detto pronto ad estendere l’accordo OPEC sulla produzione fino alla fine del 2018.
A nulla sono serviti i dati sulle scorte di greggio che hanno mostrato un inaspettato aumento di 5,731 milioni di barili contro la flessione di 2,578 milioni prevista dal mercato. Viene da chiedersi, però, se davvero le sole parole dell’Arabia Saudita saranno in grado di riportare il petrolio sopra i $60.
L’estensione ci sarà?
Con i guadagni gi diovedì, i future sul Brent hanno registrato il terzo giorno consecutivo di rialzi. Il motivo? I già citati commenti dell’Arabia Saudita, pronta e determinata a porre fine all’eccesso di offerta che ha pesato sul prezzo del petrolio negli ultimi anni.
“Ci impegnamo a lavorare con tuti i produttori, OPEC e non; supporteremo qualsiasi decisione volta a stabilizzare l’offerta e la domanda di petrolio,”
ha risposto Mohammad bin Salman a Reuters, che gli aveva domandato un suo possibile appoggio ad una nuova estensione dell’accordo sulla produzione.
All’inizio del mese, anche Putin ha discusso sull’argomento e ha confermato la possibilità di estendere i tagli fino alla fine del 2018. Ciò detto, comunque, vale la pena di ricordare come nessuno dei ministri OPEC abbia ufficialmente confermato il proprio impegno in tal senso. Quasi certamente una decisione del genere potrebbe portare il petrolio di nuovo sopra i $60 al barile.
Cosa aspettarsi
Il prossimo incontro tra i Paesi produttori dell’OPEC si terrà a Vienna il prossimo 30 novembre, a un anno preciso dalla riunione che ha sancito lo storico accordo sui tagli alla produzione.
“La volatilità del mercato persisterà fino al meeting OPEC di novembre. La view bullish dell’Arabia Saudita e le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, comunque, continueranno a fornire supporto al prezzo del petrolio,”
ha affermato Abhishek Kumar, analista senior di Interfax Energy’s Global Gas Analytics.
L’esperto ha però aggiunto che i guadagni del greggio continueranno ad essere frenati dalla produzione statunitense e dalle alte esportazioni dal Paese.
I $60, insomma, potrebbero anche essere una possibilità, ma il petrolio non riuscirà a spingersi molto oltre.
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