Perché la Russia potrebbe invadere la Moldavia

Giorgia Bonamoneta

24/04/2022

04/05/2022 - 10:28

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La Russia si fermerà all’Ucraina? La Moldavia teme le mire dell’ex Urss e cerca di accelerare l’ingresso in Europa. Quali sono gli interessi russi in Moldavia e cosa c’entra la Transnistria?

Perché la Russia potrebbe invadere la Moldavia

Fin dall’inizio del conflitto la Moldavia ha temuto la possibilità di essere raggiunta dalle mire espansionistiche della Russia. Nelle ultime ore, dopo le dichiarazioni del generale Rustam Minnekayev, il timore di un’invasione o di un’operazione di destabilizzazione interna sono tornate a prendere allo stomaco i cittadini moldavi. Intervistati dall’inviata del Corriere della Sera alla vigilia della Pasqua ortodossa, gran parte dei moldavi ha dichiarato di essere pronto a fuggire in caso di movimenti russi nel territorio della Transnistria - primo segnale di una possibile invasione - che segna il confine tra Ucraina e Moldavia da Nord a Sud.

La popolazione è stata invitata a non allarmarsi, perché la Moldavia non è tanto invitante quanto il Donbass per Putin. Eppure l’ombra dell’espansionismo russo non è del tutto da escludere. La Moldavia è un Paese fragile, “il più fragile della zona” per utilizzare le parole di Nico Popescu, ministro degli Esteri, perché è l’unico Paese dell’area non all’interno dell’alleanza Nato.

Inoltre la risoluzione del conflitto, a detta del Cremlino, avverrà solo quando avrà raggiunto i propri obiettivi. Si può quindi immaginare che solo una volta ottenuto il controllo del Sud del Paese, tagliando fuori l’Ucraina dall’accesso al Mar Nero, la guerra potrà dirsi conclusa. Per raggiungere tale obiettivo Mosca potrebbe puntare non solo alla conquista del Donbass, ma anche a Odessa, l’ultimo porto importante dopo la separazione della Crimea nel 2014. Per farlo, secondo gli esperti, Mosca potrebbe muovere le truppe dal confine ucraino a occidente, dove si trova il cuscinetto armato e filo-russo della Transnistria.

La Russia punta alla Moldavia: quali sono gli interessi di Mosca

Non è la prima volta che la Moldavia teme l’influenza e la presenza del vicino gigante russo. Nelle prime fasi del conflitto a far scattare l’allarme furono le immagini pubblicate dal dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko. Queste mostravano le linee di attacco o possibile attacco proprio verso la Transnistria e la Moldavia.

Nelle ultime ore però si torna a parlare chiaramente di espansione russa in Moldavia. A farlo è stato il generale del Cremlino Rustam Minnekayev, che da Odessa punta al confine ucraino, verso Transnistria e Moldavia. La seconda fase dell’invasione ha come obiettivo il Donbass e il controllo della linea costiera sul Mar Nero. “Il controllo sull’Ucraina meridionale è un’altra via d’accesso alla Transnistria, dove pure si evidenziano episodi di discriminazione contro i residenti russofoni”, ha detto Minnekayev.

Inoltre la cosiddetta “liberazione” del territorio moldavo della Transnistria, autoproclamato indipendente, potrebbe rappresentare per la Russia quella vittoria tanto attesa per il 9 maggio, giornata della parata russa della vittoria contro i nazisti. Il Cremlino potrebbe dire di aver sempre puntato a tale risultato, facendo passare in secondo piano il risultato mediocre ottenuto in Ucraina dopo mesi di conflitto.

Esiste una strategia russa per l’invasione della Moldavia?

Il timore della popolazione non nasce dal nulla. Per capire la questione moldava prima di tutto va compreso che il ricordo della guerra non è così lontano come per altri Paesi occidentali. La sfera di influenza dell’Urss si era appena sgretolata quando una piccola regione della Moldavia si è separata dalla nazione, attraverso un conflitto che causò 4 mila morti. La Transnistria è ancora oggi un Paese militarizzato, dove è forte la presenza dei soldati russi. Questi sono a guardia di una delle basi militari più armate in Europa. Conquistare questa darebbe ai russi il controllo su oltre 22 mila tonnellate di rifornimento bellico. Materiale che potrebbe usare per rinforzare le truppe in Ucraina o, voltandosi di 180°, puntare verso la Moldavia.

Putin però è un maestro della destabilizzazione e potrebbe interferire con la politica filo-europea per ricreare uno scenario già proposto in Crimea e in Donbass. Proprio le parole del generale del Cremlino fanno presagire l’utilizzo della strategia già usata in Ucraina, ovvero “l’operazione speciale” di liberazione della popolazione discriminata russofona. Il piano sembra essere in corso, visto che nelle ultime settimane, da quando la Moldavia ha aperto le porte ai rifugiati ucraini, il numero di fake news su profughi ubriachi, molesti e violenti hanno iniziato a circolare. L’incitamento all’odio, anche tramite finte manifestazioni filo-russe, potrebbe quindi giustificare l’intervento militare in Transnistria, con lo scopo di difendere i cittadini russofoni dalla discriminazione moldava. E ieri, secondo la Difesa ucraina, delle truppe russe sarebbero state spostate al confine con l’Ucraina.

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